DA SÃO LUÍS A MANAUS

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Arriviamo a São Luís dove - tramite la reception del nostro hotel a Barreirinhas - abbiamo prenotato una camera alla "Pousada do Sol Nasciente", fidandoci del buon gusto della receptionist.
Mai fiducia fu così mal riposta! Infatti, la "Pousada do Sol

Nasciente" è una topaia, il peggior posto dove io abbia mai dormito. La camera non ha finestre, salvo una fessura a tre metri dal pavimento: è buia, umida e sporchissima. La proprietaria è un tipo singolarissimo: sembra una fattucchiera e alle nostre proteste risponde con un sorriso mellifluo, riducendoci il prezzo e snocciolando una serie di motivazioni secondo le quali arrabbiarsi fa male, la vita è bella e... ci invita alla festa che ha organizzato in fondo alla strada!
E' la filosofia dei tropici e decidiamo di accettarla, mettendo da parte il nostro atteggiamento da europei precisini e 'mpitusi.

Quando si dice "piove sul bagnato". Per ascoltare le lezioni di vita della fattucchiera, si sono fatte le 14:30, e, incredibile, in tutto il cenytro storico di São Luís non c'è più un ristorante aperto. Finiamo col mangiare "gli avanzi" di un self-service, mentre fuori si scatena un nubifragio che sembra non finire più. Stefano aveva ragione: qui piove sempre!
Stando ai progetti iniziali dovremmo restare a São Luís altri tre giorni, ma francamente non ne abbiamo voglia. La città in teoria meriterebbe una visita accurata: il centro storico è stato dichiarato dall'UNESCO "Patrimonio dell'Umanità" per le sue vestigia coloniali: tutti i palazzi hanno le facciate ricoperte dagli azulejos, piastrelle di ceramica molto caratteristiche, tanto che sono diventate il simbolo della città, e sono riprodotte persino sui semafori. Tuttavia, tra nubifragi, fattucchiere e pousade pulcione, non abbiamo proprio voglia di restare qui, così andiamo agli uffici della TAM per anticipare il nostro volo per Manaus. Ha smesso di piovere e decidiamo di andare alla TAM a piedi, sperando che il tempo regga. Ne approfittiamo per cogliere degli squarci di vita brasiliana, come la curiosissima campagna elettorale per le amministrative di ottobre, che si svolge tra musica assordante e sbandieramenti agli incroci.

Pagando 50 euro a testa riusciamo ad anticipare il volo per Manaus all'indomani mattina. Con un taxi andiamo in aeroporto e - quant'è piccolo il... Maranhão - qui c'imbattiamo in Valentine e Arnaud, con uno di quegli incontri clamorosi della serie che-ci-fate-voi-qui?!? Valentine, la più loquace, ci racconta le vicissitudini che hanno affrontato prima di trovare un bancomat a São Luís e altre vicende varie successe da quando ci eravamo lasciati. Anche noi raccontiamo le nostre avventure mentre facciamo tutti insieme colazione al bar dell'aeroporto.

Partiamo con lo stesso aereo che fa scalo a Belém. Qui Arnaud e Valentine hanno la coincidenza per Rio de Janeiro; noi, invece, proseguiamo per Manaus... Stavolta, almeno, ci salutiamo come si deve con un grosso au revoir!
Molti voli interni in Brasile hanno tanti scali intermedi. Dopo Belém, il nostro aereo si ferma anche a Santarém e infine a Manaus.
Sorvoliamo per un lungo tratto il Rio delle Amazzoni che anche dall'alto è già imponente. In prossimità di Manaus vediamo dall'alto il famoso "incontro delle acque", che avremo modo di osservare più da vicino nei prossimi giorni.

Siamo a Manaus! Siamo in Amazzonia! Quante immagini esotiche suscita il nome del più grande bacino fluviale del mondo!
Siamo impazienti di sbarcare, ma facciamo in tempo a notare un altro aereo della TAM con sulla carlinga centinaia di firme di personaggi famosi del mondo dello spettacolo e dello sport...

A Manaus basta più pousade... Ormai la filastrocca che in-Brasile-si-sta-ecc.ecc non c'incanta più. Scegliamo inizialmente l'Hotel Brasil che ha un rapporto qualità-prezzo eccezionale: è un albergo ordinato e pulito e costa meno della topaia di São Luís!
Poi scopriamo che proprio accanto c'è l'imponente edificio dell'Hotel Taj Mahal, un cinque stelle che costa relativamente poco e così decidiamo che ci meritiamo un premio: si va al Taj Mahal!
Dalle finestre della nostra camera vediamo che Manaus è una città veramente molto grande...

... Chi si aspetta un villaggio nella foresta si sbaglia di grosso: qui vivono due milioni di abitanti e la foresta equatoriale è parecchio lontana dal centro urbano.
Il Taj Mahal è nel cuore della zona turistica di Manaus, un'area molto tranquilla (a differenza della periferia), a due passi dal Teatro Amazonas.

Il Teatro Amazonas è uno dei più grandi del Sud America. Forse un po' piccolino per gli standard europei, però sicuramente imponente se si considera che è stato costruito agli inizi del '900 per soddisfare i capricci dei ricchi produttori di caucciù. Era il periodo d'oro di Manaus, grazie alla produzione della gomma che aveva creato una ricca aristocrazia terriera.
Visitiamo l'interno del teatro con una ragazza che ci fa da guida: all'interno troviamo persino un simpatico modellino realizzato con la costruzione Lego.

Visitiamo anche la platea; sul palcoscenico sono in corso le prove di un balletto (di quelli in cui Dinamite-Bla pensa che le ballerine "sembrano galline") e non si può usare il flash.
Saliamo al piano superiore, accomodandoci nelle stesse poltrone di velluto rosso sulle quali presero posto molti uomini politici famosi del passato che venivano a Manaus per corteggiare i produttori di caucciù, in un'epoca lontanissima in cui la plastica era ancora sconosciuta.

Visitiamo sontuosi saloni ed eleganti camerini, dove artisti e aristocratici trascorrevano i momenti di pausa tra un atto e l'altro. Vediamo le toilettes (nel senso di "tavoli-da-trucco") ove i più grandi cantanti lirici (da Caruso alla Callas) si incipriavano e si truccavano. E vediamo anche degli eleganti vasi di ceramiche, riccamente decorati, che però scopriamo essere... "sputacchiere"!
La guida ci spiega che il piazzale antistante (a destra) l'ingresso principale è stato realizzato impastando insieme frammenti di pietrisco e pasta di caucciù, in modo da attutire il rumore delle ruote delle carrozze dei ritardatari che giungevano a teatro a spettacolo già iniziato.

Due giorni dopo visitiamo l Centro Cultural Palacio Rio negro. Si tratta di un'abitazione appartenuta a un barone della gomma di origini tedesche. Molto caratteristica la scalinata a forbice che si apre all'ingresso, affiancata da due statue scolpite in Francia che sarebbero state sottratte al Teatro Amazonas.

Di sera la zona turistica e commerciale di Manaus è abbastanza animata, anche dopo la chiusura dei negozi che avviene abbastanza presto (attorno alle 18:00).
Passeggiando alla ricerca della Fanta-gusto-uva, siamo attirati da una musica travolgente e da un capannello di gente. Sono i carismatici-versione-Amazzonia, e hanno dato vita a una cerimonia in cui "vince" chi va in trance per primo(!). Si gioca così: si creano delle coppie; uno sviene e l'altro lo deve tenere in piedi; se il primo... oooops... casca, peggio per lui! Se poi viene pure calpestato, viene squalificato e salta un giro(!!!)
E' ora di cena: il nostro ristorantino accanto al Taj Mahal ci aspetta.

Continua il viaggio