BRASILE 2008
6 - 30 luglio

Pagina precedente
Menu principale
Pagina successiva

TATAJUBA

Alla Pousada Cajú, oltre alla brava cuoca Lucy, conosciamo il tuttofare Aparecido. Già il nome è tutto un programma... Sia io che Vincenzo, però, chissà perchè, facciamo inizialmente fatica a memorizzarlo, per cui continuiamo a chiamare questo ragazzo in mille modi strampalati da "Iluminado" a "Prometido" e persino "Desaparecido" che non c'entra proprio niente...
Torneremo a parlare di lui. Un giorno Aparecido ci presenta, spacciandolo per fratello, il suo amico Didi.
Didi è un...bugueiro, cioè uno che appartiene alla privilegiata classe dei possessori di dune-buggy. Con questa macchinetta Didi porta in giro i turisti per i vari passeios (=escursioni) nella zona. Poichè Aparecido ci è simpaticissimo, accettiamo il suo consiglio e seduta stante nominiamo Didi nostra guida personale...

La prima escursione che facciamo con Didi e la sua dune-buggy è alla laguna di Tatajuba.
Dopo colazione sfrecciamo già verso ovest sulla sconfinata spiaggia che abbiamo percorso a piedi il giorno prima. Paese che vai, segnaletica che trovi: in città si invita a far attenzione ai pedoni; qui, invece, bisogna stare attenti all'attraversamento di... pescatori! Nel nostro caso... altro che 20km/h! Ci sarà l'autovelox in questa immensità deserta?

Dopo circa venti minuti facciamo una prima sosta: siamo arrivati presso la laguna di Mangue Seco, che sembra un fiume ma che in realtà è un braccio di mare che s'insinua verso l'entroterra. L'acqua è dunque salata, e in questo habitat unico vivono dei cavallucci marini che sono oggetto della curiosità di tanti turisti-per-caso, e, quindi, anche nostra!


E' la prima volta, in questa vacanza brasiliana, che a Vincenzo tocca prendere la barca. Lì per lì non è molto entusiasta, ma si abituerà presto, visto che l'episodio sarà destinato a ripetersi spesso. E poi la traversata è resa piacevole dal nostro "Caronte". Si chiamo Fabio, ha 24 anni, due figli e due bicipiti grossi così!
Fabio ci spiega che i cavallucci marini hanno molti predatori nell'acqua alta, così tendono a trovare rifugio tra le intricatele radici delle mangrovie, dove per noi dovrebbe essere facile avvistarli. E infatti eccoli lì... Dove? Boh, li ha visti solo lui, Fabio, che però infila abilmente il guscio di una zucca vuota nell'acqua e - sorpresa! - ecco un cavalluccio, anzi due!

Lasciamo Fabio e i cavallucci e ripartiamo. A breve distanza la spiaggia è di nuovo interrotta dalla laguna di Mangue Seco che ormai si è allargata al punto da apparire come un fiume vero e proprio, tanto che prende il nome di Riu Guriú. Il servizio di traghettamento è rapido ed efficace, anche se inizialmente ci incute qualche timore per ovvi motivi. Comunque la traversata risulta molto più stabile di quanto si pensi. Sull'altra riva attraversiamo una foresta di mangrovie e ci dirigiamo velocemente verso la laguna di Tatajuba. Ma prima Didi ha in serbo per noi un'altra sorpresa...

Pagina precedente
Menu principale
Pagina successiva