VERSO IL DELTA DEL RIO PARNAÍBA
Arriva il giorno della partenza da Jericoacoara. Siamo grati a Didi e ad Aparecido per come si sono prodigati per rendere piacevole il nostro soggiorno.
In particolare, ricorderemo sempre il sorriso immediato e spontaneo di Aparecido, perfetto esempio di colui che hacapito tutto della vita: pratico, mai arrabiato, flemmatico... La sua giornata comincia con una fumata di marjuana e una corsa sulla spiaggia, e finisce col ballo del forró, durante il quale rimorchia la moça di turno (tanto sua moglie lo ha lasciato). Di giorno è il tuttofare della Pousada Cajú: fa il baby-sitter del piccolo Joshua, l'idraulico, l'organizzatore di passeios, l'aiutante di Lucy in cucina...
Ma è il momento dei saluti: arrivederci a Daniele & Daniela, e... via verso il delta del fiume Parnaíba!
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Vincenzo, Daniela, Daniele, Didi |
Aparecido |
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Con "Danieu" avevamo pattutito un prezzo di 1200 reais (= 480€) per tutto il tragitto fino ai Lençois maranhenses; ma la sera prima della partenza abbiamo un colpo di fortuna: "Danieu" ci chiede se siamo disposti a condividere il viaggio con un'altra coppia di turisti, così il prezzo si dimezza. Accettiamo. I due nuovi arrivati sono Arnaud e Valentine, due fidanzatini francesi che abitano nell'area metropolitana di Parigi. Il viaggio con loro sarà molto piacevole, e tappa dopo tappa, villaggio dopo villaggio, ...buca dopo buca, avremo modo di conoscerci meglio.
Con un pizzico di nostalgia, riattraversiamo per l'ultima volta il guado sul Rio Guriú, e puntiamo verso ovest...
Per parecchi chilometri (quasi 50) la strada è completamente assente e corriamo lungo il litorale sabbioso. La 4x4 è decisamente più confortevole della pur brava dune-buggy di Didi; Raúl attraversa pozzanghere, scala dune, aggira ostacoli con grande destrezza...
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In prossimità di Camocín il nostro percorso è sbarrato da un fiume vero e proprio. Qui l'attraversamento con pertiche a mano non è possibile, così la nostra jeep sale su un minuscolo traghettino a motore.
A Camocín ricomincia la... civiltà. Sembra una cittadina "normale" con grandi negozi, banca e ufficio postale e soprattutto strade asfaltate! Lasciamo la spiaggia e procediamo spediti verso ovest.
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A Chaval lasciamo il Ceará ed entriamo nel Piauí. Per il pranzo ci fermiamo a Parnaíba in un ristorante che conosce Raúl: dopo tanti giorni a Jericoacoara nei quali abbiamo mangiato soprattutto pesce, adesso facciamo un'abbuffata di carne arrosto che i camerieri tagliano a strisce sottili da uno spiedone gigantesco. Buonissima.
Parnaíba è una cittadina abbastanza grande; la prima impressione è che sia addirittura caotica: semafori, traffico, rumore. Il mitico "Danieu" aveva proposto di trascorrere la notte qui; io avevo però letto che basta spostarsi di pochi chilometri perchè l'ambiente cambi completamente. Così, attraversiamo il ponte che da Parnaíba ci porta su Ilha Grande e in breve giungiamo al porticciolo di Tatús. Siamo già nel delta del fiume Parnaíba; prendiamo una lancia a motore e procediamo verso Ilha das Canárias.
Il Parnaíba è il terzo fiume del Sud America e ci appare subito molto grande. Al confronto, i corsi d'acqua del Ceará sembrano degli incerti ruscelletti.
La nostra barchetta a motore avanza decisa verso nord-ovest, poi verso nord, poi prendiamo un igarapé, cioè un ramo minore del fiume. Continuiamo a cambiare direzione e perdo l'orientamento, anche perchè sulle rive - ora più vicine, ora più lontane - il panorama muta velocemente e si passa dalla fitta foresta, alle risaie, ai campi coltivati, alle dune deserte.
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Poi, col sole che già cala sull'orizzonte, vedo che la nostra lancia punta verso un approdo: chiedo dove siamo e la guida mi risponde: «No delta» (=nel delta). Sì, questo lo so già. Ma nel delta dove? «Na Ilha das Canárias». Ma anche questo lo so già... Va bene, ma come si chiamo questo posto? Il sorriso disarmante di chi non sa o non vuole rispondere pone fine alla discussione. Risultato: non so dove ci troviamo, ma tutto sommato cosa importa? il posto è molto bello.
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Mentre Vincenzo resta a chiacchierare con Arnaud e Valentine, io esploro la zona attorno alla pousada. L'isola e abitata da caboclos che vivono in capanne dall'aria estremamente precaria, fatte di esili pali di legno tenuti assieme da fango essiccato.
Non ci sono strade e spesso neanche sentierini, tanto che le casette sembrano sparse senza alcun ordine apparente come in un presepe. Non ci sono servizi igienici, nè acqua corrente, e inoltre sembra che nessuno da queste parti abbia ancora scoperto i fili per stendere la biancheria! Infatti, vediamo in diversi posti che il bucato è steso sul filo spinato, a questo punto immagino per evitare che il vento porti via qualche maglietta! C'è però una vistosa antenna parabolica che Renato dice «vale più della casa».
Siccome penso che il posto sia incantevole nella sua arcaicità, torno indietro a chiamare Vincenzo. Uno dei momenti più toccanti dell'intero viaggio è quando un bimbetto vede Vincenzo davanti la sua casa e gli va incontro. Vincenzo gli dà una delle sue marmellatine, e subito sbuca fuori un fratellino anch'egli destinatario di un dolcetto. La mamma, grata per il gesto di Vincenzo verso i suoi figli, si sente obbligata a mettere in posa i bimbetti, invitandomi implicitamente a scattere questa foto. Cosa che faccio immediatamente!
Nel frattempo ci raggiungono Arnaud e Valentine. Arnaud continua a cospargersi di spray anti-mosquito, e poi si avventura in una conversazione in inglese con Vincenzo, mentre a me tocca Valentine, peraltro molto simpatica e gradevole.
Il mitico "Danieu" ci aveva avvertito: «Non volete dormire a Parnaíba? Ebbene sappiate che le restanti pousade del Delta sono molte simples!» Non fa niente: già sappiamo che... in Brasile si dorme nelle pousade!
E così eccoci in un posto fuori dal mondo. Conosciamo Renato che sarà la nostra "piacevole" guida per le prossime ore. Alloggiamo presso la Pousada «Recanto dos Pássaros». In attesa che preparino le nostre stanzette e la cena ci riposiamo un po' dopo una lunga giornata trascorsa in viaggio...
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Prima che faccia buio torniamo verso la Pousada. Vediamo diverse mamme con i bambini nudi che vanno a lavarsi nel fiume: una veloce insaponata e poi un tuffo nell'acqua torbida; una nuotata fino a metà fiume e via! L'igiene quotidiana è assicurata.
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