PASSEGGIATA PER IL CENTRO

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Fortunatamente la nevicata è di breve durata. Sono solo pochi centimetri e, devo ammettere, aggiungono un po' di "avventura" alla nostra vacanza perchè - come i viaggi futuri dimostreranno - a noi piacciono le cose difficili. Infatti la neve si trasforma presto in ghiaccio e non è facilissimo camminare per strada, soprattutto dove c'è ombra.
E quello cos'è? Toh, un panorama tropicale!!! Ma è solo un poster, purtroppo. Per la serie wish-I-were-there, non posso fare a meno di farmi scattare una foto con la giungla equatoriale, esposta in una mostra fotografica all'aperto.

Messa definitivamente una pietra sopra le spiagge tropicali, decido che tanto vale godersi la vacanza ad Amsterdam. Già durante le nostre prime passeggiate c'imbattiamo in una serie di aspetti tipici della città: i coffe-shop dove si fuma tranquillamente marijuana, addirittura un hotel che si chiama «La canna» (più esplicito di così!) e le famose "ragazze in vetrina! Siamo nel trasgressivo Red light district, e delle donnine discinte fanno bella mostra di sè...

Per quanto ci riguarda, noi siamo molto virtuosi e "buonini: il massimo della trasgressione è un boccale di birra che Umberto sogna da un bel po'. Io decido che - crepi l'avarizia! - una volta tanto posso abbandonarmi ai fumi dell'alcol e provo la mitica birra olandese... Ma tu guarda che fortuna: senza saperlo becchiamo l'happy our, che non è altro che il prendi-due-paghi-uno! Risultato: siamo in tre e ci portano sei bicchieroni di birra! Ovviamente io non ne finisco neanche uno: sarà Umberto a... "fare il sacrificio" e non lasciar perdere quel ben-di-dio!

Un giorno andiamo a pranzo con Esther in un tipico ristorante olandese. Noi siamo un po' titubanti di fronte a una cucina che sicuramente è iperproteica e grassa, essendo un trionfo di salsicciotti e bistecche in tutte le salse. Esther, però, insiste inbase al principio - non del tutto errato - che quando si va in un posto bisogna mangiare le pietanze locali. Così Vincenzo finisce col beccarsi un piatto con bistecca e uovo, con qualche traccia d'insalata; Umbertoottiene una serie di tramezzini con salumi vari; io ordino qualcosa che suona come una zuppa di funghi con pane abbrustolito, ma mi ritrovo con «'na vera bbrizza» di cremina biancastra: buona ma poca!!! Ovviamente qui non abbiamo la fortuna dell'happy our!

A cena siamo ancora con Esther, Marjelle e fidanzati vari. Anche questo ristorantino è tipico. le pareti sono ricoperte da migliaia di fotografie di "mamme": chi vuole può portare la foto della propria mamma e i proprietari l'appenderanno volentieri da qualche parte. Un'altra caratteristica del posto è che nel locale non esistono due piatti... uguali! In pratica tutti i piatti sono diversi l'uno dall'altro, e se qualcuno riuscirà a far notare al padrone l'esistenza di due piatti simili, la cena è gratis!

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