CARENERO

Pagina precedente
Menu principale
Pagina successiva

L'escursione a Carenero nasce da un qui pro quo clamoroso. Come tutte le escursioni, anche questa è stata organizzata la sera precedente durante la cena. Guillermo è prodigo di consigli su cosa valga la pena fare e cosa sia, invece, da evitare. Ovviamente lui è del posto; ma anch'io, nel mio piccolo, mi sono dato da fare su internet e ho una precisa opinione su dove andare.
Ebbene: a me sarebbe piaciuto andare a vedere le stelle marine a Boca de Sebastopol, ma Guillermo, tra le varie alternative, finisce per memorizzare l'isola di Carenero (che, in effetti, era pure stata citata nella nostra conversazione) e così...

... Eccoci la mattina dopo imbarcati su una lancha per Carenero, assieme a una decina di altri turisti tutti venezuelani, nessuno dei quali, peraltro, si ferma a Carenero, essendo tutti diretti a Cayo de Agua. Ciò implica che io e Vincenzo saremo... "scaricati", per essere poi ripresi nel pomeriggio. La cosa di per sè non è male: l'idea di essere gli unici su un'isoletta tutta per noi è elettrizzante. C'è però un piccolo inconveniente...
Sbarchiamo a Carenero, che è caratterizzata da una spiaggia lunghissima, particolarmente primitiva: non c'è «...alcuna vestigia umana che arena stampi...» (direbbe Petrarca).
Il posto è veramente incantevole e tutto sarebbe perfetto, se non ci fosse un piccolo, piccolossimo particolare...

... All'imbarcadero a Gran Roque, nel via vai di turisti e lancheros tipico dei concitati momenti che precedono le partenze mattutine, nessuno ha provveduto a imbarcare la nostra cava, col nostro pranzo e soprattutto con la nostra acqua e la nostra Pepsi-Cola!
Parte subito un'accesa discussione col lanchero: a suo dire era compito nostro imbarcare la nostra cava; io rispondo facendo notare che nessuno degli altri dieci turisti ha dovuto farlo, in quanto il trasporto delle cibarie è sempre stato di competenza del lanchero stesso... Gli altri a bordo dell'imbarcazione sono ammutoliti: ci guardano con gli occhi sgranati e con un'espressione eloquente sul volto che fa trasparire i loro pensieri: «Meno male che noi la nostra cava ce l'abbiamo!»...

Comunque, inutile piangere sulla... Pepsi-Cola versata. Il lanchero ci lascia a sulla spiaggia deserta, dicendoci semplicemente che sarebbe tornato a riprenderci alle 15:30, mentre io sono furibondo sia per la sua scorrettezza, sia per l'insensibilità degli altri turisti, nessuno dei quali si degna di lasciarci non dico l'intero pranzo, ma almeno una misera bottiglia d'acqua!

E così eccoci qua, su una spiaggia tropicale apparentemente deserta, soli, senza nè cibo, nè acqua... Sembra di essere capitati in un reality:... va a finire che da dietro un cespuglio salterà fuori Cristiano Malgioglio...
Comunque, io e Vincenzo non ci scoraggiamo e, dovendo trascorrere l'intera giornata sull'isola, ci organizziamo per far fronte alla situazione. In lontananza scorgiamo delle capanne, ed è lì che mi dirigo per cercare di rimediare almeno una bottiglia d'acqua, mentre Vincenzo provvede ad allestire il campo-base presso il nostro ombrellone.

Abbiamo fortuna: in una di queste abitazioni trovo una signora alla quale chiedo dell'acqua. L'«indigena» si dimostra subito gentile e disponibile, e crede di farmi cosa gradita offrendomi della birra: ne ha un congelatore pieno! Io dico che noi no, "no tomamos cerveza", al che lei fa la faccia dispiaciutissima: ha solo birra! A quel punto...

... entra il marito che letteralmente ordina alla moglie di cercare bene in fondo al congelatore; e di fatti, colpo di scena, ecco emergere una bottiglia d'acqua ghiacciata, finita in fondo al freezer chissà quanti anni fa. La donna, trionfante per poter contribuire a risolvere il mio problema, mi dà la bottiglia; insisto per pagarla, ma lei rifiuta decisamente. Aggiunge subito dopo se vogliamo pranzare nel suo ristorante. Quello è un ristorante??? ¡Claro que si!
"Prenoto" un... tavolo per due per le 13:30 e torno da Vincenzo, soddisfatto come dopo un terno al lotto, con la mia bella bottiglia d'acqua ghiacciata in mano (poco male: con i 35°C di oggi si scongelerà subito) e la prospettiva di un pranzetto caraibico.

In effetti, l'entusiasmo per la bottiglia d'acqua finisce per... sciogliersi con la stessa velocità con la quale si scioglie il ghiaccio: infatti, dentro la bottiglia si nota una poltiglia galleggiante verdastra: nella migliore delle ipotesi sono alghe, nella peggiore una flora batterica più potente di mille yoghurt Activia messi insieme. E così l'acqua finisce col rinfrescare un cactus sul limitare della spiaggia!

Il problema dell'acqua, quindi, permane; io sono comunque fiducioso che prima o poi inconteremo qualche turista che ce ne possa prestare una vera brizza. E così ci spostiamo sul versante opposto di Carenero, dove avvistiamo una lancha con un gruppetto di vacanzieri. Sono italiani (dall'accento si direbbero milanesi) e non ci degnano di uno sguardo. La cosa non mi dipiace più di tanto, anche perchè tra loro c'è un gruppetto di donne dall'età media di settant'anni e in... topless! Io mi rivolgo direttamente al lanchero che si chiama Lenin (!?!) e che, coerentemente col suo nome e la dottrina marxista, mi regala una bottiglia d'acqua minerale! Siamo a posto!

Adesso possiamo goderci l'escursione a Carenero con maggiore tranquillità. L'isola è molto bella: come molte altre nell'arcipelago di Los Roques, è lunga e stretta. E' strano che i turisti la ignorino.
Trascorriamo la mattinata gironzolando per le spiagge solitarie, ed è già ora di pranzo! Oggi niente pasto-freddo con la nostra cava (che non c'è!): abbiamo un tavolo per due "riservato" nel migliore ristorante dell'isola!



Il migliore ristorante dell'isola!

Aggiungerei che ad attenderci nel migliore ristorante dell'isola, c'è il "migliore" tavolo con "migliore" visuale... Ma, a questo punto, è meglio mettere da parte questa scadente ironia occidentale; il posto e la situazione devono essere analizzate da un punto di vista locale. A me la sistemazione non dispiace affatto:...

... a molti questa baracca potrà sembrare estremamente pulciona; a me, invece, dà una piacevole sensazione. Abbiamo rischiato di digiunare e patire la sete su un'assolata spiaggia tropicale con quasi 40°C, e invece, eccoci qua, serviti e coccolati dai padroni di questa struttura fatiscente ma accogliente. E c'è pure lo... "squalo di natale", con tanto di lampadinette colorate!







Lo... squalo di natale!!

La location sarà pure "spartana" ma, nel nostro girovagare per il mondo abbiamo conosciuto servizi più deficitari, (dai piatti di plastica di alcuni ristoranti tailandesi in Australia, alla mancanza di posate nella giungla dello Yucatan): siamo quindi sorpresi quando la dueña del ristorante tira fuori il "servizio buono" e apparecchia la tavola con dei piatti in vetro dorato molto chic!

Ordiniamo del pesce... be', non è che ci siano molte alternative: ma il vantaggio è che, anzichè aprire il frigorifero ed estrarre il nostro pesce dal congelatore,... ce lo pescano in diretta! Pochi secondi dopo il povero pesciolino è sulla brace, e qualche minuto dopo nel nostro piatto.

Il pranzetto è a dir poco prelibato: pesce alla brace con contorno di arepas, riso bianco, ceviche e insalata. Spendiamo 120 bolivares, che non è neanche dieci euro a persona,... La somma, per il posto, può sembrare spropositata, però la paghiamo volentieri: è gente semplice e ci ha trattato benissimo: in fondo la signora ci ha onorato col... servizio buono!

Il ristorante si trova non lontano dalla punta più orientale di Carenero, un posto dove regna la quiete più totale

Il pomeriggio è di quelli pigri che più pigri non si può: aspettiamo che il lanchero venga a riprenderci, oziando sulla sabbia, facendo parole crociate e guardando i tuffi acrobatici dei pellicani: come in una puntata di «Superquark», faccio un'analisi statistica e noto che i pellicani riescono ad afferrare un pesce tre volte su quattro. Piero Angela sarebbe orgoglioso di me!

Il lanchero giunge a Carenero con più di un'ora di ritardo; a me la cosa non va giù non tanto per un oggettivo fastidio (tutto sommato siamo stati di più su una splendida spiaggia tropicale) quanto per principio: il tizio sapeva di averci lasciato senza nè acqua nè cibo (e non poteva sapere che avevamo trovato la soluzione del ristorante), e, nonostante ciò si permette il lusso di venirci a prendere un'ora oltre l'orario pattuito?
Ne deriva un polemica furibonda e - in perfetto castellano - rispolvero tutte le parolacce e gli insulti imparati ai tempi del baseball! Gli altri turisti (gli stessi della mattinata) ancora una volta sono allibiti e non proferiscono parola, forse perchè credono che la nostra permanenza sull'isoletta deserta sia stata un'atroce esperienza. Noi sappiamo che non è così... La giornata - con un pizzico di fortuna e il pranzetto caraibico - sarà una di quelle che resteranno indimenticabili, anche perchè a "qualcuno" è persino venuta la brillante idea di cadere in acqua mentre cercava di salire sulla lancha!
PS.
Il lanchero aspetta ancora di essere pagato...

Pagina successiva