UTAH 2006
USA
20 luglio - 8 agosto

Pagina precedente
Menu principale
Pagina successiva

JACOB LAKE - GRAN CANYON

Poche miglia fa eravamo ancora in pieno deserto: caldo afoso, polvere rossa, sassi e rocce. Dopo Coal Creek, però, la strada inizia a inerpicarsi con una serie di tornanti, e, nel giro di poche miglia, il paesaggio cambia completamente. La vegetazione s'infittisce, compaiono i primi abeti e si raggiunge quota 10.000 piedi sul livello del mare (oltre 3000 metri!).
Siamo nella Kaibab National Forest, lungo la strada che ci porta al versante nord del Gran Canyon. La foresta è molto bella; poche macchine, come al solito, cervi e tanto silenzio. Giungiamo in uno spiazzo con un'area di servizio e un «lodge»: Jacob Lake!

Lo stupore è notevole quando, scendendo dalla macchina, avvertiamo la frescura dell'aria, per la prima volta dopo tante giornate torride. Poche miglia fa eravamo attorno ai 38°C di Coal Creek; adesso non ci sono più di 20°C.
Vincenzo si sente rinascere; io, invece, ci metto poco a sentire freddo, anche perchè ho un po' di febbre e non mi sento granchè bene. Per la notte troviamo alloggio in un'incantevole "cabin" che fa venire in mente la casetta di Biancaneve.
Ceniamo (anche se sono da poco passate le 18:00) al ristorante del "lodge", assaporando con piacere una zuppa calda. Tutto è buono: peccato solo che non abbiano una ...«Coca Cola gusto mushroom»! (???)
Dopo cena il sole è ancora alto e ci dedichiamo a una piacevole passeggiata digestiva nel bosco. L'aria profuma fortemente di pino, ed è tutto veramente rilassante, fino a quando non si sente una sorta di cupo ma fortissimo ruggito! Un orso? (Ci sono orsi nel nord dell'Arizona?) - Un puma? (Ma i puma non ruggiscono!). Beh, nè io nè Vincenzo abbiamo voglia di ritrovarci nel bel mezzo di un Superquark in diretta; e poichè qualunque cosa fosse era proprio vicino, decidiamo di darcela a gambe! Fùi! Fùi!

La mattina dopo deviamo in direzione sud verso il Gran Canyon percorrendo la highway 67 che attraversa tutta la Kaibab Forest. Purtroppo per un lungo tratto gli alberi sono stati bruciati da un incendio, che, come apprenderemo in seguito, è sfuggito al controllo dei guardaboschi durante quello che doveva essere un incendio controllato.

Comunque, non possiamo fare a meno di notare che è stato - fortunatamente - l'unico incendio da noi visto.
Superata la parte di foresta bruciata, la strada continua ad attraversare paesaggi di tipo alpino: abeti, prati, funghi e cervi. Dopo qualche sosta per godere l'amenità del paesaggio, puntiamo dritti verso il Gran Canyon.


Il Gran Canyon è uno dei luoghi turistici più visitati degli Stati Uniti, ma gli spazi sono talmente grandi che la massa di persone si disperde senza mai dare la sensazione fastidiosa dell'affollamento. Inoltre noi visitiamo il «Northern Rim» del Gran Canyon, cioè il versante nord, che è molto meno frequentato rispetto al versante sud.

L'impressione delle pareti a picco del canyon è notevole. E' pur vero che non c'è il panorama infinito di Muley Point (se per questo, non c'è neanche... "l'alberello magico"). Diciamo che è un ambiente che impressiona più per la sua componente verticale che per quella orizzontale.
Inoltre c'è un condor della California che volteggia pochi metri (ma proprio pochi!) al di sopra delle nostre teste.

Tutta l'area è molto verde. Una fitta foresta di abeti si estende fino al limitare del crepaccio.
Il «Southern Rim» di fronte a noi dista in linea d'aria circa 10 miglia (16 km), ma per andarci in auto si devono percorrere un lungo giro di 215 miglia (più di 300 km!)
Facciamo una piccola escursione a piedi fino a Bright Angel Point. Il percorso è molto agevole (infatti, incontriamo un sacco di "ciccione"), ma devo avere ancora un po' di febbre. Mi sarebbe piaciuto fare un'escursione a cavallo, ma "l'irrefrenabile entusiasmo" di Vincenzo di fronte a tale prospettiva mi fa escludere questo proposito.

Così, esclusa la possibilità di emulare Buffallo Bill, riprendiamo la macchina e ci spostiamo - sempre all'interno del Gran Canyon National Park - verso Point Imperial, un bel punto panoramico che è circa una ventina di miglia verso nord-est.
Incontriamo un gruppetto di pompieri che hanno appena concluso un'esercitazione antincendio. Chiacchierando con loro mi accorgo che il clima è del tipo: fortuna-che-non-ci-è-successo-come-l'altra-volta-quando-il-fuoco-ci-è-scappato-e-abbiamo-bruciato-mezza-montagna... Ah, il rude spirito dei pompieri americani!
Dopo aver visto qualche film sull'argomento "pompieri", Vincenzo avrebbe tante cose da chiedere, ma i "firemen" vanno via quasi subito... Vincenzo si consola trovando un autentico cappello di un distratto "Gran Canyon National Park Officer". Quale miglior souvenir!

Pagina precedente
Menu principale
Pagina successiva