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SINGAPORE

Un nuovo giorno a Singapore: dopo un'abbondantissima colazione, c'incamminiamo a piedi verso... l'isola di Sentosa. Saranno circa 12 km che percorriamo in un paio d'ore. Attraversiamo il quartiere coloniale inglese con le tipiche casette a schiera; se non fosse per la temperatura superiore ai 30°C, l'altissima umidità e la vegetazione tropicale, potremmo benissimo essere a Londra!

La seconda parte della nostra passeggiata, una volta lasciata la città, si svolge ai bordi di un'autostrada che costeggia la zona portuale. Non è particolarmente suggestiva, nè abbiamo una guida, dato che Sentosa non è rappresentata nella mia fedele mappa, essendo troppo lontana dal centro

Tuttavia abbiamo un preciso punto di riferimento: il Monte Faber, sulla cui cima si accede tramite una funivia. Confidiamo nel fatto che una struttura del genere sia prima o poi visibile, e infatti, dopo qualche esitazione, ecco laggiù il Monte Faber!
L'isola di Sentosa è un posto strano: non ha il fascino selvaggio dell'isola tropicale perchè, nonostante sia ricoperta dalla foresta pluviale, è molto urbanizzata ed è diventata un incrocio tra parco-divertimenti come Disneyland e un mega-resort turistico. Vi si accede o in autobus, o con una monorotaia, o in funivia. Ed è quello che facciamo noi!

Arriviamo a Sentosa e compriamo il biglietto per entrare nel parco (sono circa 40€ a persona, ma ne vale la pena). Nel prezzo è compresa una guida che ci dovrebbe accompagnare in giro per l'isola: la guida è un cinesino sui vent'anni con un sorriso che gli arriva alle orecchie, ma... si dimostrerà del tutto inaffidabile. Il programma prevederebbe di andare a vedere un acquario, ma io vorrei prima acquistare i biglietti di uno spettacolo serale che richiama sempre molti turisti, per evitare che i posti si esauriscano. Chiedo al cinesino se posso farlo e lui mi risponde di sì: eppure, comprati i biglietti in un paio di minuti,... pof!, il cinesino e il nostro gruppetto sono scomparsi.
Sulle prime mi arrabbio, ma nel complesso dico: chi-se-ne-frega! Abbiamo la nostra mitica piantina dell'isola, così gireremo da soli con i nostri tempi, fermandoci ogni volta che ne avremo voglia (cosa che non avremmo potuto fare se ci fossimo "intruppati" nel gruppo del cinesino).
Prima tappa: il museo delle farfalle e degli insetti.

Accanto al "farfallario", c'è anche una grande voliera con tanti uccelli che, pur vivendo reclusi, possono comunque contare su tanto spazio a loro disposizione. Ed è qui che incontriamo un simpatico uccellino...

L'incontro con un simpatico pappagallino!

«Ue', Vincenz'!»
«Siiiiiiiì, pappagallino, dimmi...!»
«J' te vogghiu bene assaie!»
«Ma dài! Ci siamo appena conosciuti!»
«Sì, pero dobbiamo stare VICINI-VICINI!!!»
«Ma io sono già impegnato...!»
«Nun me dicere 'ste cose... Dammi almeno un "pegno d'amore" »
«Ma quando mai!?!»
«Ti prego, dàmmi 'st'occhiali Dolce&Gabbana!»
«Non sono Dolce&Gabbana!»
«Sono per caso Gucci?»
«No! Vai via!»
«Nun me tratta' accussì...»

E mentre questo melodramma è in corso, io torno al museo degli insetti...

Scopriamo un aspetto singolare del mondo degli insetti: in alcune specie l'ermafroditismo è molto diffuso.
Le tre farfalle: quella di sinistra è un maschio con le ali blu-fosforescente; quella di destra è una femmina con le ali grigiastre; quella nel mezzo ha un'ala fosforesecente e una grigia!!!
Lo stesso vale per l'insetto della foto di destra: ali lunghe e arancioni lui; ali corte e gialle lei; il tizio nel mezzo ha un'ala lunga e una corta!

Lasciamo gli insetti e, dopo una piacevole passeggiata nella giungla, scendiamo verso l'Undersea World.

L'acquario di Sentosa ci ricorda quello visto nel 2007 a San Francisco, ma questo si caratterizza per riprodurre perfettamente l'ambiente della barriera corallina.

A sinistra: le "anguille-giardino": sono dei simpatici serpentelli che stanno col culetto sotto la sabbia e si lasciano cullare dalla corrente come delle alghe.
A destra: Una piovra ancora baby che fa prove tecniche di mimetizzazione, cambiando colore in continuazione.

Il "pirarucú", l'enorme pescione che abbiamo scoperto (e mangiato, poverino!) l'anno scorso in Amazzonia.

Per restare in tema di "enormità": due simpatici granchietti dell'Alaska

Due simpatici "draghi di mare": si tratta di una specie particolare di cavallucci marini; il maschio a sinistra, la femmina a destra.

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