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SINGAPORE

Dopo la pausa pranzo riprendiamo la visita dei templi di Singapore. Ci spostiamo da Chinatown, che è nella zona sud della città, verso nord in direzione Little India.
Qui l'atmosfera cambia completamente: l'etnia prevalente è quella indiana, come dimostrano le donne in saari e con l'elegante puntino colorato in mezzo alla fronte.


All'inizio di Serangoon Road trviamo un tempio molto spettacolare: è il Sri Veeramakaliamman Temple, dedicato a una potente dea considerata distruttrice del male, compito che non dovrebbe risularle difficile visto che è la figlia della micidiale dea Kalì - per intenderci quella con le sei braccia, che come ti prende a schiaffi lei...

Nel tardo pomeriggio cominciamo a riavviarci verso l'hotel. Sul limitare di Little India troviamo un'altra moschea denominata Mashid Abdul Gafoor. E' ormai tardi per visitarla, ma ci ripromettiamo di farlo nei giorni seguenti...

Ma Singapore non è solo moschee, templi e pagode. Se l'architettura religiosa guarda al passato, quella moderna è proiettata verso il futuro: a ogni angolo di strada, infatti, si trovano delle sculture astratte e iper-moderne, alcune più piacevoli di altre, ma tutte nel complesso concorrono a dare di Singapore l'idea di una metropoli che sa rinnovarsi in continuazione.

Uno dei tanti mecatini, con frutti di ogni tipo, alcuni mai visti e con nomi improbabili...
A destra c'è "Singa", il simpatico leoncino simbolo di Singapore, il cui toponimo deriva dalle parole di origine indiana "Pura"=città e "Singh"=leone. Ne deriva che Singapore vuol dire «città del leone». Comunque, sembra che si stia diffondendo un'epidemia d'influenza... "leonina", per cui pure al povero Singa è toccato mettere la mascherina...

A proposito d'influenza: mi domando se tra i sintomi ci sia pure una terribile sonnolenza... Mi sa di sì: pare proprio che qui a Singapore ogni occasione e ogni posto siano buoni per schiacciare un pisolino, o, meglio, ronfare profondamente: va bene che l'India - la terra dei fachiri - è... dietro l'angolo, però usare una sbarra metallica come cuscino mi sembra un po' sconcertante, vero?
Per non parlare del gruppetto di operai che stanno lavorando alla costruzione di un hotel in pieno centro e che - immaginiamo nella pausa-pranzo - dormono profondamente, sfuggendo la calura del mezzogiorno nel fresco ambiente di un sottopasso... Russano tutti tranne, quello in fondo che...«Ohhhmmmm...» fa yoga e sembra in trance.

Restiamo in tema di stranezze: a sinistra il nome di un ristorante alla moda (sic!). A destra: sembra una chiesa (e, in effetti, lo era), ma oggi è un ristorante.

Continua il viaggio