SUD AMERICA 2015
7 - 30 dicembre

Pagina precedente
Menu principale
Pagina successiva

Da CAFAYATE a SALTA: la Quebrada de las Conchas

L'indomani il viaggio di ritorno verso Salta chiude un loop: dopo aver percorso la Ruta Nacional 40, oggi imbocchiamo la Ruta 68 che attraversa la Quebrada de las Conchas (il Canyon delle Conchiglie), che teoricamente è bello quanto la Quebrada de las Flechas, ma che, però è molto più facilmente raggiungibile, per cui non c'è quell'atmosfera di estremo isolamento che ci siamo goduti ieri.
Tuttavia, le emozioni non si faranno attendere...

Poco dopo aver lasciato Cafayate, le verdi colline di vigne (che fanno di questa regione il "Chianti del nord-ovest argentino"), lasciano già il posto al rosso della roccia: siamo nella zona chiamato "Los Medanos", e dopo neanche mezz'ora di tragitto Luís ferma l'auto in un angolo di paradiso: il sole caldo del mattino e una luce fortissima rendono megiche le rocce circostanti, e noi ci divertiamo a scattare tante foto tra cactus, dune e rocce che il vento ha eroso nelle solite fome bizzarre già viste nel west degli Stati Uniti.

Di nuovo in auto, ma dopo pochissimi chilometri ci troviamo già di fronte a un altro spettacolo della natura: la zona si chiamo Los Castillos, poichè qui alcune formazioni rocciose si ergono come se fossero dei castelli.
Ed è qui che Luís ha uno dei suoi... "colpi da maestro": dalle migliaia di file musicali, tira fuori la musica del Titanic che lascia sapientemente iniziare proprio mentre affrontiamo una curva che ci porta di fronte a... "una montagna che sta affondando com'è accaduto alla sfortunata nave.
E con lo spirito di Leonardo di Caprio (solo quello: non anche il... corpo, purtroppo!) che ci accompagna scendiamo fino a quasi il greto del fiume dove sta affondando questo "Titanic" argentino.

Il "Titanic" argentino!

Las Ventanas

El Río de las Conchas

Quasi all'estremità nord della Quebrada de las Conchas si trovano due anfratti; il primo, per la sua conformazione quasi perfettamente rotondeggiante, si chiama "Anfiteatro". Il nome, peraltro, è ulteriormente giustificato dal fatto che il luogo ha un'acustica perfetta.
La strada che da Cafayate ci riporta a Salta è molto più trafficata di quella che da Salta (via Cachi) ci ha condotto a Cafayate, e questo spiega come mai ci siano molti più turisti, il che rovina alquanto l'atmosfera: le pareti a strapiombo (alte una cinquantina di metri) sono suggestive, ma non viene certo la pelle d'oca: ci sono pure alcune bancarelle di artisti-artigiani hippy, figli-... anzi nipoti-dei-fiori che vendono le loro mercanzie: ninnoli, souvenir e bijotteria... Sono quasi tentato dal comprare un ciondolino con una palma - il mio simbolo - in simil-argento, ma poi lascio perdere. In fondo c'è pure un duo che suona una nenia con flauto e chitarra (dall'aspetto, i due musici sembrano scandinavi). La musica è rilassante, ma non riesce a creare la stessa atmosfera magica che ieri sera abbiamo trovato nella Quebrada de las Flechas, grazie alle note armoniose del vento caldo sulla sabbia... Ma va bene lo stesso.

El Anfiteatro

Il secondo anfratto: la Garganta del Diablo.
Finisce qui la nostra prima escursione nel nord-overst argentino; torniamo a Salta dove arriviamo nel primo pomeriggio, sperando di rilassarci con una passeggiata tra i negozietti del centro dopo tanti chilometri percorsi in macchina negli ultimi due giorni... Tuttavia, è proprio mentre ci assaporiamo il dolce relax, si verifica lo spiacevole episodio del "Journey and Stories", del quale, comunque, rimane oggi un ricordo non così sgradevole per come è stato affrontato e per il lieto-fine.

Pagina precedente
Menu principale
Pagina successiva