SUD AMERICA 2015
7 - 30 dicembre

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Da SALTA a SALINAS GRANDES
La Cuesta del Lipán

L'escursione a Cahi e Cafayate è stata soltanto l'antipasto: oggi si riparte per qualcosa di più impegnativo che, oltre a farci scoprire dei posti veramente particolari, ci porterà all'estremo nord dell'Argetina, al confine con la Bolivia, predisponendoci al grande salto verso il Salr de Uyuni.

Da Salta a Purmamarca è un piacevole viaggio lungo una larga strada asfaltata essenzialmente pianeggiante. A Purmamarca ci fermiamo giusto un attimo: il tempo di lasciare i bagagli nel piccolo hotel (più un bed-and-breakfast) e ripartiamo verso ovest. Abbiamo lasciato la strada principale e cominciamo subito a inerpicarci lungo dei tornarti spettacolari che scalano la Cuesta del Lipán.

Siamo letteralmente senza fiato. No, non è per il soroche, cioè per il temuto "mal di montagna"... A noi Reinhold Messner fa un baffo: ci sentiamo arzilli ed energetici come se quota 3000 fosse la normalità per noi, spavaldi (e un po' incoscienti) esploratori siculo-calabri. L'essere senza fiato è una metafora per spiegare l'incredibile sensazione di vedere dietro e sotto di noi chilometri di tornanti che serpeggiano sui crinali di questo segmento delle Ande, come un enorme Quetzal d'asfalto...

Completamente rapiti dalla suggestione di queste montagne imponenti non ci rendiamo conto di quale quota abbiamo raggiunto sul livello del mare, per cui lo stupore aumenta ulteriormente quando una massiccia pietra miliare ci segnala che la piatta superficie dell'oceano è 4170 metri più giù!
Chi l'avrebbe mai detto!... Anche perchè a quest'altezza sarebbe ipotizzabile una temperatura alquanto freschetta, cosa che in realtà non è, dato che possiamo tranquillamente restare in maniche corte senza il minimo fastidio.
In prossimità del valico della Cuesta del Lipán incontriamo i primi esseri umani da quando siamo partiti da Purmamarca: sono due campesinos apparentemente alle prese con la tipica attività di buona parte dei popoli andini: il dolce-far-niente. Come apprenderemo da loro, sono madre e figlio e in realtà non sono degli indolenti fannulloni, visto che stanno... lavorando! Non ce n'eravamo accorti subito, ma, ignorando le più elementari regole del commercio (che vorrebbero un'esposizione in bella mostra della merce), i due tizi espongono i loro umili oggetti dietro un muretto di pietre sperando in qualche turista desideroso di acquistare un ninnolo andino: braccialetti con semi di mais, ciondoli con piccole zucche, bacche sconosciute, intrecci di rametti e ciuffi di lana di lama, foglie di secche ridotte in polvere...
Tutto rigorosamente autoprodotto e tutto con finalità ben precise: ogni singolo articolo ha uno scopo particolare ed è possibile trovare qualcosa per curare la stitichezza, per allievare i dolori mestruali, per combattere il malocchio, per far innamorare chi di te non vuol saperne,... C'è pure un intruglio che serve contro l'impotenza e al contempo (sic!) per riuscire a non sentire il canto del gallo dei vicini!!! Non si comprende bene se i due effetti siano prodotti contemporaneamente, tuttavia è ipotizzabile che, dopo una travolgente nottata d'amore, si sia così spossati da dormire profondamente e non sentire l'antipaticissimo chicchirichì alle 05:30 di mattina!
Ovviamente ci sono anche le immancabili foglie di coca. Noi ci limitiamo a comprare delle caramelle di coca che ci vengono presentate come una sorta di panacea e che paghiamo pochi pesos.

Questa non è una discarica. A chi viaggia per il nord dell'Argentina capita spesso di vedere degli altarini dipinti di rosso o addobbati con drappi rossi i qali vengono costruiti in modo approssimativo nei pressi di una curva, sotto un albero o in un qualunque altro luogo ritenuto opportuno... Sono gli altarini dedicato al Gauchito Gil.
Il Gauchito Gil è una figura che ha gran seguito tra la popolazione e, come spesso accade, non è ben chiaro quale sia il confine tra la realtà e la fantasia. Ciò che è certo è che il suo nome completo era Antonio Mamerto Gil Núñez e oggi viene venerato alla stregua di un santo nelle provincie del nord dell'Argentina e del sud del Paraguay, senza però essere riconosciuto dalla chiesa cattolica. Il Gauchito Gil è nato nella provincia di corrientes nel 1840 e sul perchè sia diventato oggetto di venerazione ci sono due versioni principali diverse:
1) Antonio Gil era un gaucho lavoratore rurale, adoratore di San La Muerte (La Santa Morte), che aveva una relazione con una ricca vedova. Questo gli valse l'odio dei fratelli della vedova e del capo della polizia locale, che aveva corteggiato la stessa donna. A causa del pericolo, Gil lasciò la zona e si arruolò per combattere nella guerra del Paraguay (1864-1870). Dopo il ritorno, fu reclutato dal Partito Autonomista per combattere nella guerra civile contro il Partito Liberale, ma disertò. Fu però catturato e giustiziato. Prima di moriere Gil disse al suo carnefice che sapeva che il figlio di quest'ultimo fosse malato però, se avesse invocato il suo nome, il ragazzo si sarebbe salvato. Il boia si stupì che Gil conoscesse lo stato precario di salute del figlio, e pur avendolo appena ucciso, tornando a casa invocò il gauchito e il ragazzo fu miracolosamente guarito. Il boia tornò subito a dare degna sepoltura al corpo di Gil, e la gente, che aveva sentito parlare del miracolo, costruì un santuario, che è cresciuto fino ad oggi.
2) Un'altra versione racconta che Gil era un ladro di bestiame che, come una sorta di Robin Hood argentino, rubava ai ricchi per donare ai poveri. Reclutato per combattere nella guerra del Paraguay, disertò Ma fu catturato e condannato a morte da un giudice al quale Gil disse: "Ci sono due cose che non sai: io sono innocente e tuo figlio è gravemente malato" Il giudice ignorò queste parole e lo fece giustiziare. Tuttavia, tornando a casa, il giudice scoprì che effettivamente suo figlio stava molto male e, ricordando le parole del gauchito Gil, lo invocò e il ragazzo giarì immediatamente.
A queste due versioni si aggiunge una miriade di varianti, ma il succo è più o meno lo stesso; la tradizione di avvolgere con le bandiere rosse o vernice rossa gli altarini del Gauchito Gil è legata al fatto che i lrosso è il colore che caratterizza il Partito Autonomista, che voleva l'indipendenza del nord argentino da Buenos Aires.

Il Gauchito Gil è oggi anche considerato un protettore dei camionisti, ed ecco perchè gli altarini a lui dedicati sorgono numerosi lungo le strade, in prossimità di luoghi ove è possibile sostare e offrire come segno di devozione, foglie di coca, merendine, sigarette, birra o altri alcolici...
E' anche vero che il Gauchito Gil non sembra aver portato particolare fortuna a questo camion che abbiamo visto in panne a oltre cento Km dalla più vicina officina!

SALINAS GRANDES

Oltrepassata la Cuesta del Lipán ci ritroviamo sul versante occidentale di questo ramo delle Ande ove si apre un altipiano chiamato Salnas Grandes perchè è una grande distesa di sale dal bianco accecante... Gli occhiali da sole sono indispensabili; sarebbe impensabile non averli.
La vasta distesa bianca è il letto di un antico lago evaporato, ed è un po' un... antipasto di ciò che vedremo in Bolivia, nel Salar de Uyuni...
Luís ci invita a scattare delle... fotos locas, sfruttando la distorsione della prospettiva che questi panorami sconfinati creano ai nostri occhi.

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