GRAN ROQUE

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Los Roques è un arcipelago di quarantadue isole coralline e centinaia di atolli sabbiosi ed isolette che il governo venezuelano ha dichiarato parco nazionale nel 1972. Non essendoci montagne in grado di bloccare le nubi e di formare quindi la pioggia, Los Roques gode di un clima molto asciutto durante tutto l'anno.
Quasi tutti gli abitanti vivono nell’isola di Gran Roque ed è qui che si trovano gli alloggi e la pista di atterraggio. Ci sono soltanto tre vie principali fatte di sabbia che attraversano l’isola passando tra coloratissime case di famiglie, piccoli negozi e posadas. La popolazione locale è di 1.500 abitanti.

Scendiamo dall'aeroplanino contenti che... il cerotto abbia retto(!) e ci ritroviamo in un posto stranissimo: l'aeroporto si trova tra il mare e una laguna interna circondata da mangrovie. Sullo sfondo una montagnola e davanti a noi un paesino che sembra uscito da un romanzo di Gabriel García Márquez. Capiamo subito che stare qui ci piacerà.

Paghiamo la tassa di soggiorno (che serve per finanziare l'ente che gestisce il parco nazionale): è l'equivalente di 18 euro, ed è da augurarsi che effettivamente almeno una parte di questa somma vada agli abitanti del posto.
Il controllo dei documenti è poco più di una farsa: i due soldatini sono più impegnati a guardare le tette delle turiste, in un clima da... mira-el-dito tipicamente sudamericano. Divertente!
Ad attenderci troviamo Guillermo, un bonario ragazzone corpulento e sorridente che ricorda tanto il mitico "sergente García" di Zorro. Prende con decisione le nostre valigie (peraltro leggerissime: stavolta abbiamo davvero portato l'indispensabile!) e le carica su una specie di carrellino che risulta essere il mezzo di trasporto più diffuso a Gran Roque. Qui non esistono macchine o altri mezzi a motore!

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