|
|
Menu principale |
|
In effetti riusciamo ad attraversare abbastanza agevolmente il tratto di mare che separa Madrizquí da Cayo Pirata: incontriamo qualche difficoltà soltanto nel primo tratto perchè per una decina di metri il fondale è costellato di una miriade di frammenti di coralli rotti - ahi!-ahi! - per cui dobbiamo procedere con estrema cautela. Fortunatamente in breve tempo il fondale ridiventa sabbioso, e da quel momento l'unica preoccupazione è che non si bagni la macchina fotografica. Ma la marea è veramente calata e in pochi istanti siamo a Cayo Pirata! |
Cayo Pirata è un isoletta ai margini del flusso turistico che da Gran Roque riversa a Madrizquí frotte di gitanti. Qui vivono tre o quatro famiglie di pescatori che continuano imperterriti a svolgere le loro attività, indifferenti agli occhi dei turisti curiosi e indiscreti (tra questi anche noi!) che passano da queste parti. |
Oltrepassiamo il minuscolo borgo di pescatori e ci ritroviamo in una spiaggia solitaria che volge a oriente e che continuaimo a percorrere assaporando l'estrema tranquillità del momento. |
Un simpatico cagnolino nero con una strisciabianca sul petto ci sta seguendo, giocherellando allegramente attorno a noi. Si vede che è mansueto: ha la faccia veramente... "buonina" e trotterella accanto a noi, fino a quando si ferma e, puntando in lontananza, comincia ad abbaiare. |
Vincenzo chiede al tipo come mai tiri le petre al cagnolino, e lui risponde...: «¡Ese maldito perro es un mata-gallinas!» |
Pagina successiva |