Vanuatu - Uluru6 luglio - 3 agosto 2012

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Verso BRISBANE

Partiamo cercando di lasciare alle spalle le vicende convulse ed esasperanti di giugno. Azzeriamo la mente, lasciandoci dentro soltanto le forti emozioni (queste sì, positive) degli Europei di calcio 2012.
Per il resto nient'altro se non il desiderio di tornare nell'altra metà del mondo, quella "a testa in giù", dove non è proprio facilissimo andare. Il viaggio sarà lungo: da Roma a Doha (Qatar), poi Singapore, Brisbane (Australia) e infine l'arcipelago delle Isole Vanuatu in Oceania.
Arriviamo a Roma in mattinata, ma l'aereo parte alle 22:00, così abbiamo un pomeriggio pigro e lento da trascorrere sul lungomare di Fiumicino, proprio in prossimità della foce del Tevere (foto sopra).
Il contesto è molto "Ostia-Beach": sono tutti stravaccati sulla spiaggia, ma a noi poco importa perchè presto saremo in volo verso i mari del sud!

Viaggiamo fino a Singapore con la Qatar Airways che è ormai diventata la nostra compagnia aerea preferita... E, a quanto pare, gli sceicchi se ne sono accorti: ormai facciamo parte del "Privilege Club" e, proprio per questo, la Qatar ci premia: nella tratta da Doha a Singapore ci concede un upgrade del posto e viaggiamo in business class! In pratica dormiamo per buona parte del volo, sfruttando la possibilità di trasformare il nostro posto in un letto vero e proprio...

Da Singapore a Brisbane viaggiamo con la Emirates e stavolta non dormiamo affatto. Al contrario guardiamo ben due film, uno più bello dell'altro. Il primo s'intitola «The best exotic Marigold Hotel» ed è una piacevole scoperta della qualità del cinema indiano: ci siamo commossi.
Il secondo film è il cartone animato «Up», e anch'esso - pare incredibile, ma è così - ci ha suscitato un'emozione fortissima!

Arriviamo a Brisbane che è da poco passata la mezzanotte. Con un taxi ci rechiamo nella zona chiamata "Murrumba Downs", dove staremo a casa di Ian & Deirdre, una coppia d'origine irlandese che era venuta a Salina tre anni fa. Troviamo l'indirizzo con qualche difficoltà, ma alla fine riusciamo a sistemarci. Ian & Deirdre non ci sono, essendo impegnati in un convegno medico a Cairns, così mentre Vincenzo è alle prese col momento "più critico" della gionata (la colazione), io esploro la casa...

La casa è bella, luminosa e spaziosa... ma... c'è qualcosa che non va. Con Vincenzo notiamo una nota stonata; dapprima non capiamo cosa sia, poi, col passar delle ore capiamo che questa casa, per quanto bella, non ha... un'anima! Non conosciamo personalmente Ian & Deirdre (che non abbiamo incontrato quando sono venuti a Salina), ma sembra che loro non vivano la quotidianità di quella casa... Nei giorni successivi avremmo avuto modo di notare che la nostra sensazione era giusta!

In un certo senso, lo stesso potrebbe dirsi della zona in cui ci troviamo: dire che "Murrumba Downs" è a Brisbane è un eufemismo. Brisbane è lontanissima da qui, almeno una cinquantina di chilometri! E' come dire che si abita a Milano e invece ti trovi a Pavia... E' anche vero che l'Australia è una terra enorme e, quindi, è probabile che, per i parametri australiani, possiamo considerarci alla periferia di Brisbane... Mah: fatto sta che siamo proprio isolati.

"Murrumba Downs è un quartiere residenziale ed estremamente ordinato. Raramente, in giro per il mondo, ne abbiamo visto uno così curato e pulito... Forse a Los Angeles, quel pomeriggio uscendo dagli Universal Studios.
Anyway, a Murrumba Downs tutte le case sono diverse le une dalle altre, hanno un front-garden and a back-garden; trees and plants are taken care of by professional gardeners.
Tutto è perfetto: non ci sono crepe nei muri, tegole fuori posto, macchie d'umidità, pareti scrostate... How come that rust, leaks, broken pipes occur only in my place? What the hell is going on over here? Yes, everything's really perfect.
There is no one around, though.
Ma proprio nessuno! Dal supermercato giù al mall fino a casa è una camminata di 20/25 minuti... Durante il tragitto in genere non incontriamo nessuno! Qualche volta una ragazza che fa jogging con le cuffiette musicali, oppure un anziano (anche lui con le cuffie) "convinto" di fare jogging, oppure una signora con due cani al guinzaglio, tranquilli, obbedienti, educati. Anche loro perfetti, uffa! Non fanno neanche la cacca, nè la pipì ad ogni palo... Ma dove siamo?!? Nel paradiso della Lavazza???
Anyway, nobody around. Roads, pavements, gardens, fields are desert any time of the day. Even inside their house, people can hardly be spotted; nor one might notice any signs of human indoor activity, like a light, a voice, a noise... In tutta questa perfezione c'è qualcosa che non va: è la perfezione stessa! Come la casa di Ian & Deirdre, anche il quartiere non ha un'anima, everything looks spiritless, as if life keeps rolling over without leaving any trace, come una goccia d'acqua che scivola sul vetro.
E comunque penso che ci sia persino qualcosa d'immorale in tutto ciò. E' immorale che tra vicini non ci si conosca nemmeno. L'esasperazione del concetto di privacy sconfina nella chiusura più completa verso l'esistenza altrui. Io esisto, qui e ora, al tuo fianco, but you don't care. As far as you are concerned I'm nobody, I'm an empty shadow, nothing else than that. E, a questo punto, tenètevele le vostre case scintillanti e asettiche. Ma senz'anima.

Proprio al di là della strada, attraversando una macchia di eucalipti, si giunge in riva a un laghetto dove ci sono parecchi uccelli acquatici: anatre, spatole, ibis e strane "gallinelle blu e nere", delle quali ignoro il nome.

Visto che a Murrumba Downs non c'è nulla da fare, decidiamo di andare a Brisbane. L'impresa non è semplice: bisogna andare alla stazione di Petrie (sono circa 10 km) e qui prendere il treno che in 40 minuti conduce alla downtown.
Non l'avessimo mai fatto: qui è inverno e l'influenza impazza. E, infatti, sul treno - che rassomiglia a una metropolitana - tutti starnutiscono, tossiscono, tirano su col naso...: insomma una pandemia dalla quale è difficile restare immuni. E, infatti,...
Ci becchiamo il virus dell'influenza; ma ancora non lo sappiamo e così - mentre lo stupido virus incuba nel nostro organismo - noi ce ne andiamo a spasso per il centro della città già visto nel 2009. Ah, sì: nel 2009 eravamo già venuti a Brisbane, sia pure brevemente, perchè...

... allora c'era l'influenza suina e così decidemmo di tenerci lontano il più possibile dai grossi centri urbani, preferendo restare nel nord tropicale del Queensland. E, a questo punto, accompagnando le foto del giardino botanico di «Roma Street Parkland», lasciate che vi racconti una storia...

C'era una volta un re... Ma dài! Non si può cominciare una storia così! E, invece sì: io comincio proprio col fatidico re, il quale - bontà sua - aveva indetto una grande festa per festeggiare la fine vittoriosa della guerra. Anche il soldato più bravo e coraggioso faceva baldoria con vino e donne [Le donne non possono mancare: hai visto mai che si dica che l'eroe è gay!].
Sul più bello della festa, il soldato vede che tra la folla c'è una vecchia signora che lo guarda con occhi cattivi. Impaurito, chiede al re di poter avere un cavallo per fuggire via. Il re lo accontenta, donandogli il cavallo più veloce, e così il soldato corre, corre, corre per sette giorni attraversando boschi, campi, villaggi,... Fino a quando giunge in un paesino che gli appare particolarmente tranquillo e pacifico. Gli abitanti appaiono tutti gentili e sorridenti; gente semplice impegnata nelle attività quotidiane. Ma all'improvviso, in un angolo della piazzetta, ecco che il soldato rivede la vecchia signora....

Il soldato è stanco di fuggire e chiede alla spettrale figura come mai lo guardi con occhi cattivi. La vecchia signora risponde che il suo sguardo non è cattivo ma solo stupìto: «Caro soldato, cosa ci facevi quel giorno in quella remota città? Ti aspettavo qui per oggi, ed eri lontanissimo sette giorni fa. Temevo proprio che non avresti fatto in tempo ad arrivare puntualmente al nostro appuntamento...»

So I guess that we were bound to get the flu in Brisbane! We did try to escape our fate, but we failed. E così, evidentemente eravamo destinati a prendere a Brisbane nel 2012 l'influenza che cercammo di evitare nel 2009.
Ma noi ancora non lo sappiamo, e così ci dedichiamo al nostro pranzetto che oggi prevede pane integrale, tzatziki (a base di aglio, che è un potente antibiotico naturale - poveri illusi) e banane.

Albert Street Uniting Church.

Un negozio elegantissimo e di classe dove si vene soltanto una merce: caffè! Caffè "in tutte le salse": alla vaniglia, al peperoncino, al pistacchio, allo zenzero, alla castagna (alla castagna? Boh!).
Vincenzo usufruisce della degustazione gratuita nella coffee room, dove prende un tradizionale "espresso", con tanto di chiacchierata con un commesso cinese che appare convinto di conoscere il modo ideale per preparare un ottimo caffè napoletano! 'Sti cinesi!

La «Pagoda della Pace nepalese» in un bel parco sulla riva sud del fiume che attraversa Brisbane.

La zona del Riverside acquista ulteriore fascino di sera, quando i grattacieli dall'architettura futurista s'illuminano con una miriade di luci.

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