SEATTLE

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Domenica mattina: l'illusione di un cielo terso si è dissolta nella notte. Quando ci svegliamo le nuvole sono tornate e, per certi versi, la giornata sembra persino peggiore del giorno precedente. Be', poco male: il programma oggi prevede la visita del fish market, il famosissimo mercato del pesce che è coperto; quindi, se dovesse piovere, chi se ne frega!

Lungo il nostro percorso incontriamo un gruppetto sparuto di cinesi che fa la tipica ginnastica mattutina, approfittandone, nel frattempo, per una protesta contro il regime comunista di Pechino e la sua violenta repressione in Tibet. Anche noi firmiamo la petizione, domandandoci se mai riusciremo un giorno a visitare un Tibet libero...

Ripercorrendo parte del lungomare già visto ieri (e che di domenica mattina risulta ancora più deserto), giungiamo al fish market che si trova in una zona che si chiama «Pike Place».
Dentro il mercato c'è un po' più di movimento, ma non si tratta soltanto di potenziali clienti; molti sono curiosi turisti come noi, attirati dalla fama di un luogo dove si vende di tutto. E, in effetti, è un trionfo di colori e odori!

Tra fiori, frutta e oggetti provenienti dai cinque continenti percorriamo l'intera lunghezza del mercato fino a quando giungiamo al settore della pescheria. Lo riconosciamo subito dall'odore (non sgradevole, peraltro), ma qualcosa attira la nostra attenzione: qualcuno grida, un altro risponde urlando a sua volta... Il tutto tra fragorose risate generali... Sempre più incuriositi ci avvicianiamo al capannello di persone che circonda uno dei banconi del pesce...

La scena che si presenta ai nostri occhi ha qualcosa di surreale: dei tizi - alcuni in grembiule arancione, altri in grembiule bianco - sembrano giocare a pallavolo, piazzati come sono al di qua e al di là del bancone. Tuttavia, non si tratta di pallavolisti bensì di... pescivendoli che si lanciano non un pallone ma un enorme pesce, che poi capiamo essere un salmone dell'Alaska. Che gioco sarà mai? Mah: che oltre ai Mondiali di calcio ci sia pure il Campionato mondiale di "lancio del merluzzo"?

Comunque, si tratta di questo: chi vuole comprare il salmone, lo indica al piscinaro che sta al di qua; costui attira l'attenzione del collega che è oltre il bancone, urlando qualcosa che suona come un ossessivo: «Four p! Four p!». Ne deduco che si tratti del peso stimato del pesce che sta per lanciare (4 pound sono circa 2 chili); dopo di che il pesce viene letteralmente scaraventato oltre il bancone dove viene vigorosamente afferrato dal pescivendolo-numero-due, tra risate e applausi dei turisti presenti, scattano foto a ripetizione, in un tripudio di schizzi di acqua, dato che i pesci sono continuamente tenuti sotto frammenti di ghiaccio per mantenerne la freschezza.
Ma la cosa non finisce qui (sarebbe troppo semplice!): chi ha appena ricevuto il pesce spesso lo rilancia al mittente in un continuo avanti-indietro che - incredibile a dirsi - prima o poi finisce col coinvolgere gli spettatori, letteralmente presi a pesci in faccia!
Devo dire che il sistema funziona: questi pescivendoli - che poi sono tutti ragazzi sui vent'anni - fanno affari d'oro... E se volessi dei bastoncini di pesce Findus mi lancerebbero la scatola?

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