VANCOUVER

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Nel pomeriggio ci dirigiamo in direzione nord, attraversando il centro fino al Canada Place, un'area modernissima che dà direttamente sul porto da dove partono le navi da crociera verso l'Alaska.
Il molo stesso è stato costruito a forma di transatlantico e tutto è nuovo e pulitissimo. Non possiamo far altro che malinconicamente paragonare questa zona ai quartieri che in Italia sono limitrofi ai porti, sempre sporchi, caotici e degradati.

Altro che degrado! Qui hanno riqualificato tutto il quartiere, facendone una vivace zona finaziaria, piena di uffici dalle pareti di acciaio e vetro. C'è pure uno dei più lussuosi alberghi di Vancouver, con tanto di casinò.
Comunque, stavolta noi non possiamo lamentarci: torniamo all'Hotel Hyatt e facciamo merenda con yoghurt e mirtilli freschi, seduti sulla moquette ad ammirare il panorama che si gode dal 17° piano.
Laggiù, molto più in basso, scorgiamo la cattedrale anglicana di Vancouver, che dalla nostra postazione sembra minuscola. Ricordo un cartello visto in mattinata all'ingresso della Cattedrale: «Questa chiesa dà il benvenuto a gay, lesbiche, bisex e transgender». Decisamente il Papa non passa mai da queste parti!

Vancouver è considerata la città più vivibile della terra, e in effeti ci ha colpito molto positivamente. Dinamica e movimentata di giorno, improvvisamente sembra spegnersi nel tardo pomeriggio: dopo le 17:00, quando chiudono gli uffici, il centro si svuota. E così ci troviamo a gironzolare per strade deserte. Ma dove sono andati a finire tutti? Possibile che siano andati a casa?
Siamo quasi un po' delusi e scoraggiati mentre percorriamo l'elegantissima Georgia Street, quando, a un incrocio, troviamo una strada un po' più movimentata: Denman Street... Ecco dove sono tutti!...

Denman Street ci porta verso la spiaggia denominata English Bay Beach. La via è un susseguirsi di ristoranti, pub, pizzerie e internet-cafè. E' stracolma di persone e sembra che tutti si siano concentrati qui.
La strada sbocca sulla spiaggia nel versante nord-ovest di Vancouver e il colpo d'occhio è fantastico!

Spensieratezza, gioia di vivere, musica, sport, amori che s'intrecciano... Viene voglia di non tornare più in Italia!
Siamo contenti di avere trovato per puro caso English Bay Beach, in un tramonto che rende tutto dorato; e noi che stavamo quasi tornando in Hotel!
Notevole è anche la presenza ambient. Dietro Vincenzo, sullo sfondo, c'è la versione locale dell'ArciGay al gran completo!

All'estremità del lungomare c'è il simbolo ufficiale dei Giochi Olimpici Invernali che Vancouver ha ospitato l'inverno scorso. L'emblema è una figura umanoide collocata sopra dei massi che gli Inuit (gli Eschimesi) erano soliti piazzare in zone dove la neve creava frequenti problemi di orientamento ai viandanti. Nella lingua degli Inuit queste "pietre miliari" si chiamano «inukshuk».
E' proprio l'«inukshuk» a dirci "arrivederci!"... Domani lasciamo il Canada e torniamo negli Stati Uniti.

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