Il rientro negli USA - RITZVILLE

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Oggi torniamo negli Stati Uniti. Partiamo di buona mattina, dopo che Vincenzo ha fatto colazione col suo "lattuccio" comprato da Starbucks (con tanto di conversazione con la cameriera che cerca di attaccare bottone...).
Impieghiamo più di un'ora per attraversare tutta Vancouver da nord a sud. Non è che ci sia traffico - quanto meno rispetto agli standard europei - però procediamo secondo il limite di velocità.
Man mano che ci allontaniamo dal centro, le case si diradano e presto siamo in aperta campagna. Ci ha colpito il fatto che persino i quartieri periferici sono ordinati e puliti, senza il degrado che caratterizza, invece, le caotiche città del Vecchio Continente.
Il confine con gli USA è già vicino...

...ma la fila comincia un chilometro e mezzo prima della dogana. Procediamo a passo d'uomo, impiegando quasi 90 minuti prima di arrivare al controllo dei documenti che fila liscio come l'olio.

In genere restare in fila per un'ora e mezza non piace a nessuno. Noi però non abbiamo fretta; ci siamo prefissati di fare un viaggio rilassante e così ne approfittiamo per goderci il panorama, anche perchè è la prima volta che attraversiamo un confine terrestre con la macchina e siamo un po' emozionati.

Attraversato il confine puntiamo diritti verso sud lungo la I-5. Oltrepassiamo Everett (dove c'è la sede della Boeing visitata... "secoli fa"!) e anche Seattle, dove deviamo verso est lungo la I-90 in direzione dell'Idaho.
Il panorama adesso è completamente diverso: sono scomparse le sconfinate foreste del litorale pacifico. La catena montuosa costiera blocca l'umidità dell'oceano che qui passa con maggiore difficoltà, ed ecco perchè l'ambiente è decisamente più deserto.
Attraversiamo il ponte sul fiume Columbia. Qui l'atmosfera si carica di magia... Lo spirito delle antiche tribù indiane sembra circondarci e...

...ci trasmette visioni incantate e strani miraggi, come quello di tre gemelli che cavalcano le onde del Columbia River!

Ci fermiamo per una breve sosta in un'area di sosta subito oltre il Columbia River. Fa molto caldo (finalmente!). Da questo momento l'autostrada comincia a salire per qualche miglio, per poi diventare un lunghissimo rettilineo che attraversa tutta la parte orientale dello stato di Washington. In pratica dal miglio 149 al miglio 220 non c'è la minima curva.
Il viaggio, con una strada così poco impegnativa, rischia di essere monotono e pericoloso perchè il calo di attenzione può facilmente determinare un colpo di sonno. Per questo ci ha colpito l'espediente che hanno escogitato per tenere desta l'attenzione di chi guida: le 70 miglia di rettilineo attraversano sterminati campi coltivati, così sulla recinzione che separa i campi dall'autostrada sono stati affissi dei cartelli che indicano il genere di pianta coltivata di volta in volta... «Corn», «Wheat», «Beans», «Alfalfa»,... Enormi cartelli invitano a leggere il tipo di coltura in un gioco curioso ma veramente simpatico!

E' già pomeriggio inoltrato quando ci fermiamo soddisfatti. Ormai manca circa un'ora per raggiungere l'Idaho; il più è stato fatto. Cerchiamo, dunque, un posto dove trascorrere la notte e nella minuscola citadina di Ritzville troviamo un Best Western che fa per noi.
L'hotel è proprio ai margini di un enorme campo di grano; in lontananza sentiamo il rumore soffuso che giunge dai veicoli in transito nell'autostrada; il tramonto è caldo e luminoso... Stupende sensazioni!

A cena andiamo in un caratteristico ristorante della provincia americana. E' un ambiente di cow-boy e coltivatori; mi piace vedere gli uomini indossare il tipico cappello alla John Wayne e sentire la gente parlare con un accento diverso.
Il locale è veramente piacevole e la cameriera mi ricorda la copertina del disco «Breakfast in America» dei Supertramp..., anche se, nel nostro caso, si tratta di «Dinner in America»!

La mattina dopo dormiamo un po' più a lungo del solito. Dopo il lungo spostamento di ieri, oggi dobbiamo fare un tragitto molto più breve. Indugiamo in camera un po' di più, qundi, e finiamo col... perdere la colazione! Questo è un albergo scelto soprattutto da viaggiatori di passaggio che, di solito, partono presto all'alba. La colazione, quindi, andava fatta entro le 9:30! Le mie lamentele alla reception non fruttano granchè: giusto una mela ciascuno... Pazienza: vorrà dire che Vincenzo avrà un altro "lattuccio" dell'onnipresente Starbucks!

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