UTAH 2006
USA
20 luglio - 8 agosto

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BRYCE CANYON NATIONAL PARK (2)





Dal «Queens Garden» ci immettiamo nel «Navajo Loop». Questa parte del parco è già meno affollata, forse perchè ci troviamo molto più in basso rispetto al parcheggio, e qui sotto le ciccione rotolerebb... ooops: scenderebbero con qualche fatica!

La parte più bassa del «Navajo Loop» si sviluppa lungo un canalone che più a valle s'immette nel Bryce Creek. La sensazione che si ha è di camminare in una saga di Tolkien: le rocce e gli alberi hanno forme stranissime e potrebbero benissimo ospitare folletti e hobbit.

La magia si fa ancora più intensa quando il «Navajo Loop» comincia a salire verso il bordo superiore del Bryce Canyon. Il sentiero comincia a restringersi e...

...finisce per incunearsi tra due alte pareti di roccia rossa. Il varco è alquanto stretto, ma, forse proprio per questo, molto suggestivo. Decisamente spettacolari sono i «Douglas Fir», gli alberi che, per sfruttare al massimo la luce solare, sono costretti a svilupparsi in altezza, cercando di svettare oltre la sommità dei costoni rocciosi.

Questo tratto del «Navajo Loop» prende il nome di «Wall Street», e, secondo una vecchia leggenda indiana, era sede di incantesi e magie molto strane:... ehi! Ma è vero!!! Vincenzo si è "moltiplicato per quattro"!... O era solo un'impressione?


Piacevolmente confuso procedo nella salita. Qui veramente si avverte l'energia della terra e dello spirito del "popolo delle nuvole".

Ho la sensazione che gli alberi mi guardino, e che mi dicano che mi aspettavano da tempo. Avverto una sorta di panteismo piacevole e inebriante.. Davvero un posto magico!

Arrivederci verdi creature!


Come emergendo da un sogno il sentiero, tornante dopo tornante, ci ha quasi riportato verso il «Rim Trail», cioè il sentiero che corre lungo il bordo superiore del canyon.
I miei "amici" «Douglas Fir» sono rimasti laggiù in fondo: continueranno a custodire il canyon silenziosi solo per chi non capisce.

Siamo ormai in vetta: sulla nostra destra vediamo quello che è l'Hoodoo più famoso del parco: il «Thor's Hammer».
E' già ora di pranzo: i nostri panini al tacchino ci aspettano. E poi abbiamo ancora un po' di carne secca che abbiamo comprato al Jacob Lake. E già: il famoso «pemmicam» degli indiani!

Dopo pranzo ci dedichiamo alla nostra immancabile passeggiata digestiva. Il caldo non è eccessivo, grazie a un venticello che cerca di fare il possibile per rinfrescarci.

Percorriamo tutto il «Rim trail» fino al «Bryce point». Sono un paio di miglia. La posizione elevata del sentiero offre un panorama a dir poco spettacolare: sotto di noi è tutto un alternarsi di hoodoos e alberi. Ma lo sguardo riesce a spingersi verso est per parecchie miglia oltre il Bryce Canyon.

Dal «Bryce point» prendiamo il bus-navetta per tornare al parcheggio. Da qui in macchina percorriamo tutta la strada 63 che attraversa il Bryce Canyon per tutta la sua lunghezza.
Arriviamo all'estremità meridionale del parco: «Rainbow point». Qui, oltre all'immancabile panorama, ammiriamo un hoodoo particolare (foto a sinistra). E' stato battezzato «The Poodle», cioè "il barboncino". In effetti, il profilo è proprio quello del simpatico cagnetto.

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