ABU DHABI

THAILANDIA
&
CAMBOGIA

8 - 29 dicembre 2013

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Il villaggio di ROHAL (2/2)


Parte intanto la cerimonia della legatura delle mani, in cui i parenti a coppie legano le mani destre degli sposi con un sottile filo colorato a simboleggiare l'unione. Potete immaginare come questo interminabile susseguirsi di momenti dalla durata infinita, mentre per gli ospiti fanno parte di una rilassante giornata in cui si mangia e si chiacchiera in totale relax, per gli sposi e i loro damigelli sia un calvario durissimo. Infatti lo sposo, tra caldo, stress e postura obbligata, si sente male. Come lo capisco, io che nella stessa occasione, con obbligazioni infinitamente più leggere, avevo dovuto ricorrere alle amorevoli attenzioni di un amico medico. La sposa invece, di ferro, come tutte le femmine, continua imperterrita a mantenere posizione e sorriso immutabile, come un bassorilievo khmer sui templi di Angkor.

Intanto viene servita una saporitissima zuppa, maiale arrosto e un grande pesce alla griglia con chatney di mango ricoperto di aglio. Poi andiamo a prenderci un paio d'ore di riposo (noi), mentre gli sposi si preparano per il grande banchetto finale. Alle 17 arriviamo nel locale dove è stata approntata la parte, per così dire occidentale della cerimonia. Intanto vi faccio presente che poiché gli ospiti arrivano quando pare a loro, i genitori degli sposi e gli sposi stessi, stazionano sulla porta per alcune ore per accogliere i circa mille (1.000 in cifra) invitati. Nell'immenso salone ci si siede in ordine di arrivo e subito parte il servizio delle nove portate del banchetto, a gruppi di tre. Si apre con una zuppa leggera di germogli di soya, verdure e mandorle seguita da un tenerissimo arrosto di manzo e un anatra laccata. Quindi una delicata insalata di see food, il pesce brasato e una saporita zuppa di pesce, infine ancora carni, un riso con verdure e un dolce di sago con black eyed peas. L'orchestra, occidentale questa volta, si produce nel repertorio cambogiano neomelodico del momento. Noi siamo al tavolo con tre splendide ragazze con cui la conversazione è difficile, se pur volenterosamente tentata. L'ultimo posto vuoto viene coperto da uno strano personaggio, con regolamentare unghia lunghissima, che arriva, si siede, mangia velocemente il tutto e si allontana nella notte senza profferir parola. La segretaria di Lieke è in ritardo. Dopo un po' si avvicina al nostro tavolo una stupenda ragazza con una bellissima acconciatura, tacchi alti e un delizioso vestito giallo coperto di bei ricami. Non la riconosciamola, invece è proprio lei, la dolcissima Narì, tappata per l'occasione che ci lascia di stucco. Poi passano gli sposi, lei in grande abito bianco a salutarci e a ringraziarci, infine tutti i classici, taglio della torta (che loro non mangiano) e lancio del bouquet alle amiche. Ce ne siamo andati a letto stanchissimi, non riuscendo a capire come abbiano potuto reggere gli sposi, che abbiamo lasciato mentre stavano ballando un lento classico. Il giorno prima avevamo chiesto allo sposo, un ragazzo straordinariamente gentile e piacevole, come mai, lui e la sua futura moglie, entrambi istruiti e moderni, avessero accettato il matrimonio combinato dalle famiglie, senza che i due sposi si conoscessero. Lui ci ha detto candidamente che i suoi genitori, di cui lui aveva completa fiducia, avevano di certo maggior esperienza di lui e che era certo che avessero scelto la sposa migliore possibile, cosa che a lui, giovane ed inesperto, sarebbe invece stata molto difficile. E noi, avvocati del diavolo:- Ma e se poi non ti piace e non ci vai d'accordo?- Ci ha risposto che tutto è possibile, ma che loro hanno più fiducia nel loro metodo, in cui in effetti non si separa quasi nessuno. -Nel vostro mondo invece, dove potete scegliere chi vi piace, divorziate quasi tutti.- Ha aggiunto con un leggero sorriso. Non saprei cosa ribattere. Spesso le abitudini degli altri ci appaiono strane o addirittura assurde, bisognerebbe avere la forza di accettare che anche quelle altrui hanno dei fondamenti, delle ragioni profonde, anche se non è detto che siano le migliori.

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