MALESIA & BRUNEI9 luglio - 6 agosto 2011

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MIRI

Miri è una cittadina che non è niente di particolare. Non ci sarebbe alcun motivo di fare sosta qui se non per il fatto che da Miri partono gli aerei che conducono all'interno del Sarawak, nell'area del Gungun Mulu National Park, dove andremo domani.
Alloggiamo al Park Hotel, un albergo che, come tutti quelli da noi utilizzati nel Borneo, è di proprietà di cinesi. Paghiamo 22€ a notte, colazione inclusa. Ma la colazione è davvero da raccontare: niente latte, nè marmellata, cioccolata o alcunchè che faccia neanche lontanamente ricordare la colazione europea. Si può scegliere tra spaghetti di riso fritti, carne di maiale o di vitello, stufata, fritta, alla brace,... Insomma: un vero e proprio pranzo, per giunta pesante, che nè io nè Vincenzo abbiamo voglia di provare!>

Comunque, visto che dobiamo restare a Miri per un giorno, tanto vale mettersi in moto e dare un'occhiata in giro.

Una scuola coranica. E' una scuola elementare dove i bambini vengono educati con un'impostazione culturale islamica. Passiamo davanti a questa scuola verso le 17:00, quando tutti gli alunni fanno... "ricreazione" andando nella moschea che si trova proprio di fronte la scuola.

Un gruppetto d'alunni esce alle 17:00 per recarsi alla moschea di fronte la scuola coranica per la preghiera del pomeriggio.

Miri è una cittadina dove domina l'etnia cinese. Percrriamo i lunghi viali paralleli che attraversano il centro fino ad arrivare a un parco chiamato "Chinese Garden" (o qualcosa del genere). E' un bel posto: laghetti, siepi ben curate, pagode: sì, l'atmosfera è molto Asia-style. Sembra quasi di essere in uno di quei tipici calendari cinesi stampati su listarelle di bambù...

Ogni città del Sarawak ha un animale come simbolo: a Kuching era il gatto; qui a Miri scopriamo che l'icona è il cavalluccio marino.

Nei forum su internet avevo appreso che l'attrazione principale di Miri è rappresentata da un relitto di archeologia industriale. Qui a Miri è stato realizzato il primo pozzo per l'estrazione del petrolio che, nei decenni successivi, avrebbe reso la Malaysia uno dei più ricchi stati del sud-est asiatico.
Questo è, dunque, il "pozzo numero 1", il che ricorda un po' la mitica «numero uno di Zio Paperone». Tale struttura è oggi affezionatamente chiamata dagli abitanti di Miri con l'espressione «The Grand Old Lady», essendo entrata in funzione nel dicembre del 1910. Da allora il pozzo ha permesso la produzione di 563,484 barili di petrolio, e ciò fino al 1941, quando l'estrazione fu interrotta a causa della guerra tra inglesi e giapponesi.
Dopo il secondo conflitto mondiale la produzione riprese, ma ormai «The Grand Old Lady» aveva dato il meglio di sè; inoltre altri ben più ricchi giacimenti erano stati scoperti in Malesia, così l'attività fu definitivamente sospesa ai primi anni '60.

Si potrebbe pensare che un'attrazione così famosa sia facile da trovare: in effetti un pozzo di petrolio non è decisamente piccolo, nè facile da nascondere. Eppure per noi è individuare il sito del mitico pozzo n.1 è stato decisamente arduo.
«The Grand Old Lady» si trova in cima a una collina chiamata "Canada Hill"; tuttavia non riusciamo a farci indicare la strada per arrivarci. Qui a Miri la "barriera linguistica" mi è apparasa insormontabile come in pochi altri posti al mondo. Chiediamo a due donne che stanno pulendo un canale di scolo, ma parlano solo cinese. Chiediamo a un signore anziano all'uscita da un supermercato: neancxhe lui capisce l'inglese. Chiediamo a un pompiere, a un impiegato, a un venditore di calze, a un tizio in uniforme (più che un poliziotto sembra un vigile urbano...) ma niente: nessuno parla inglese! Alla fine, dopo aver gironzolato un po' a vuoto, riusciamo a imboccare la strada che ci porta fino alla "Vecchia Signora".

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