MALESIA & BRUNEI9 luglio - 6 agosto 2011

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Nella FORESTA con gli IBAN

Comunque, nonostante i galli (sì, perchè non ce n'è solo uno: il primo canta e tutti gli altri gli rispondono!), dormiamo "quasi-abbastanza" bene, se non altro perchè per tutta la notte la pioggia torrenziale, battendo sul tetto di lamiera della nostra longhouse, crea un confortevole effetto "casetta"...

Be', la nottata quasi in bianco passa ed eccoci pimpanti di mattina alle prese con l'attività del villaggio degli Iban.
Il primo dovere di un abitante della foresta all'inizio delnuovo giorno è certamente quello di procurarsi da mangiare... Ma per andare a caccia bisogna saper usare le relative armi in modo appropriato: ciò spiega la lezione di cerbottana.

Avevo sempre pensato he l'uso della cerbottana fosse estremamente difficile. Con mia grande sorpresa, invece, il sistema è vaeramente ingegnoso: basta allineare la punta in metallo sul bersaglio da centrare e soffiare con vigore... Zac! Colpito!

Vincenzo si cimenta con la cerbottana e riesce a centrare il bersaglio una volta su tre tentativi. Io, invece,...

... riesco a colpire l'obbiettivo due volte su quattro.
Ciò vuol dire che la nostra sopravvivenza nella jungla sarebbe garantita: il bersaglio dei nostri tentativi con la cerbottana era una piccola papaya (poco più grande di un limone): è da immaginare che una preda più voluminosa sarebbe stata colpita facilmente, anche perchè le volte in cui non abbiamo centrato il bersaglio, lo abbiamo mancato veramente di poco!

Dopo la cerbottana, un piccolo Iban ci mostra l'albero della gomma. Avevamo già conosciuta da vicino il caucciù nel 2008, durante il nostro viaggio in Amazzonia. In particolare fu allora che noi, "indegni" visitatori delle sponde del Rio delle Amazzoni, avemmo l'opportunità di scoprire come i Brasiliani avessero provato di tutto pur di evitare che la pianta del caucciù fosse esportata all'estero. Alla fine dell'Ottocento, però. gli Inglesi riuscirono a contabbandare alguni virgulti dell'albero della gomma, avviando così le piantagioni in Malesia che sancirono il tracollo economico di Manaus e dell'Amazzonia.

Senza parole!

Seguendo la nostra... "mini-guida" (un Iban veramente piccolo piccolo), attraversiamo un ponticello e, ad appena 100 metri dal villaggio, ci troviamo in una angolo di jungla adibito a cimitero. Come avviene in molti popoli, anche gli Iban sono convinti che la vita continui oltre la morte, per cui dotano la tomba del defunto di tutti quegli oggetti che gli erano più cari in vita: noi abbiamo visto delle tombe con accanto libri, brocche, piatti e persino una vecchia radio!
Poi il piccol Iban ci fa vedere alcune trappole veramente micidiali che vengono usate per catturare la selvaggina: scimmie (poverette, però!), cinghiali, cervi...
Il meccanismo di queste trappole è troppo complesso da descrivere, ma siamo rimasti a bocca aperta nel vedere quanto siamo tremendamente efficaci nella loro semplicità, anche perchè sono realizzate con rami, lacci e pezzetti di legno: insomma trappole "ecocompatibili"!

Gli Iban - come detto - erano temibili cacciatori di teste; oggi fortunatamente si sono dati al turismo e all'agricoltura. Il "tappetto" ci guida in una piantagione di pepe.

La biodiversità della foresta del Borneo.

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