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BAKO National Park
Il barcaiolo ci lascia su un'altra bella spiaggia, promettendoci di tornare dopo un'ora. Fa parecchio caldo e la nostra guida ne approfitta per schiacciare un pisolino; dal canto loro, Jerzy e la donna si rituffano a mare. Io, dopo la faccenda dei coccodrilli marini, non ne ho per niente voglia e mi limito a bagnarmi i piedi, notando che l'acqua è talmente calda da sembrare di essere in una vasca da bagno. |
Come promesso, il barcaiolo torna a prenderci dopo un'ora e ci porta direttamente al Visitor's Center dove c'è un ristorante self-service che ci consente un lauto pranzo. Mangiamo spaghetti di soja, vegetali fritti, polpettine di pesce, pollo al curry. C'è pure la papaia, ma la prende solo Vincenzo (per i già citati motivi). |
La passeggiatina digestiva ci porta a vedere i dintorni del Visitor's Center: scorgiamo una mini-scimmietta e uno strane animale che ricorda una marmotta col muso strano. |
Nella fanghiglia tra le mangrovie scorgiamo dei granchi stranissimi: sono chiamati anche «Popeye crabs» (="granchi-Braccio-di-Ferro") perchè una delle due chele (in genere la destra, ma a volte anche la sinistra) è talmente grossa da essere grande quanto il resto del corpo! |
La nostra escursione al Bako NP è finita: la marea, che adesso è veramente alta, ci permette di salire sulla barcha che ci riporterà a Kuching direttamente dal molo. C'è chi parte (noi) e c'è chi arriva: una coppia che si è appena sposata e che ha deciso di trascorrere la fatidica prima-notte-di-nozze in una delle spartane casette di Bako. Auguri! |
Ritorno a KUCHING
Il nostro albergo a Kuching è il Lime Tree Hotel. Il rapporto qualità-prezzo è probabilmente imbattibile: abbiamo speso 50 dollari a notte (con colazione) e la posizione è perfetta: a ridosso di Chinatown (con la miriade di ristoranti) e in prossimità del lungo-fiume, che è veramente spettacolare. Non sapevo cosa aspettarmi da Kuching, ma la sorpresa è stata veramente grande e piacevole: una città che merita senz'altro di essere visitata. |
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