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ASDU
La barca veloce è in realtà un motoscafo. Siamo gli unici turisti; con noi solo i tre componenti dell'equipaggio che sono immigrati dal Bangladesh. |
Finalmente arriviamo. Sono le 16:00 circa... Siamo stanchi? Immagino che dovrei rispondere di sì, ma in realtà siamo molto eccitati dall'idea di essere finalmente in un posto paradisiaco e tutte le altre sensazioni (stanchezza compresa) passano in secondo piano. |
All'arrivo ci accolgono Ahmed (il gestore-proprietario) e Wasanthe, un ragazzo dello Sri Lanka che avremo modo di conoscere meglio nei giorni successivi. Il succo di frutta di benvenuto, la compilazione del modulo del check-in, un breve giretto ricognitivo ed è già... il tramonto! Sappiamo già che ci troveremo benissimo! |
La spaiggetta a nord dell'isola. |
In lontananza, a circa trenta minuti di barca da Asdu, s'intravedono altre due isole: a sinistra Meeru, che è un'isola-resort; a destra Dhiffushi che è un'iosla di pescatori. Il governo delle Maldive, infatti, mantiene una rigida separazione tra i turisti e la comunità locale e - salvo alcune eccezioni - le isole dove sorgono i resort non sono abitate dai maldiviani e viceversa. |
Dalla spiaggia-nord si scorge in lontananza un banco di sabbia. E' quello che a Los Roques (Venezuela) chiamano "pelona", come abbiamo imparato l'anno scorso, proprio perchè non c'è neanche un filo d'erba ed è, quindi, completamente "pelato". Se si vuole si può chiedere al resort di trascorrere lì l'intera giornata per 15 dollari... Chissà? Forse un giorno lo faremo... |
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