|
Abbiamo visto palme generose, tramonti di corallo, sorrisi nel vento... Abbiamo dormito al suono delle onde e sognato e giocato e nuotato negli "abissi" e... |
L'inizio della nostra vacanza ci vede già sotto le palme: non sono ancora quelle di una spiaggia tropicale, bensì quelle dell'aeroporto di Reggio Calabria dove, in una bella domenica di sole dicembrino, prendiamo un volo Alitalia che ci porta a Roma. |
L'indomani partiamo per il Qatar e poi per le Maldive. Con questa bella prospettiva poco c'importa del clima molto freddo e piovoso che incontriamo nella capitale. Percorriamo lentamente le stradine del centro storico, da Trinità dei Monti al... |
... Vaticano, attraversando il Tevere sul ponte antistante Castel Sant'Angelo. Piazza S.Pietro è quasi deserta alle sette di sera e gironzoliamo senza una meta precisa nei dintorni delle Mura Vaticane dove succede una cosa curiosa. Sto percorrendo una stradina chiamata Borgo Pio. Vincenzo è un po' più avanti poichè io mi sono attardato per scattare una fotografia a un edificio a tre piani con la facciata coperta da un'edera rigogliosa. |
Eccoci a Doha, la capitale del Qatar dove atterriamo puntuali alle 18:30. Paghiamo il visto d'ingresso (20 dollari americani). Appena fuori dall'aeroporto notiamo che molti si coprono naso e bocca: c'è una tempesta di sabbia, anche se noi la percepiamo appena. Ci sono circa 20°C e il mio primo problema è arrivare al Diamond Hotel che ho prenotato dall'Italia via internet. |
Come letto sul sito di "Turisti per Caso", trovo i taxi a sinistra dell'uscita; sfodero la mia elementare conoscenza dell'Arabo e, rivolgendomi a un tassista, dico qualcosa che suona come: «Ana irid emshi funduq Diamond uahad» che significa "vorrei andare all'Hotel Diamond 1". |
Alla reception l'addetto parla inglese, allora gli chiedo cosa capisce se io dico: «Ana irid emshi funduq Diamond uahad». Lui sorride e dice che vuol dire: "vorrei andare all'Hotel Diamond 1". E io cos'avevo detto?! Mi viene spiegato che la maggior parte dei tassisti parla il dialetto del Qatar e l'Inglese, soprattutto tra i più anziani, è completamente sconosciuto. |
Alle 6:00 avremmo un appuntamento teorico col tassista del giorno prima, il quale peraltro, con l'inaffidabilità tipica di buona parte degli arabi (quanto meno quelli da me incontrati) non si presenta. Peggio per lui: andiamo in aereoporto col prima tassista che ci capita e risparmiamo pure: ieri avevamo speso 30 rials, oggi appena 13 rials, il che è anche logico se si considera che il taxi sul quale siamo saliti richiamo molto da vicino la macchina con la quale papà trasporta legna e arance... Tra l'altro il tassista fuma come un... "turco", ma nessuno di noi ha il coraggio di proferire alcunchè al riguardo! |
Il Qatar è veramente desertico: la vegetazione è molto rada o addirittura assente; tranne le palme lungo i viali cittadini di Doha, non ho visto un solo albero. |
Il volo da Doha a Malè è incredibilmente vuoto: sull'aereo siamo appena in quindici passeggeri e così tutti non fanno altro che cambiare ripetutamente posto per cercare la sistemazione più comodo. |
E poi, come d'improvviso, dopo poco più di quattro ore di volo, ecco le Maldive! Dall'alto si scorgono nettamente i contorni arrotondati degli atolli. Sembra un paradosso ma le Maldive - che sono forse la nazione più "piatta" del mondo (edifici esclusi, il loro punto più alto non supera i sei metri) - sono in realtà... delle montagne! Più esattamente si tratta dei bordi di antichissimi crateri vulcanici ormai inabissatisi e alla cui base sono cresciute miriadi di colonie coralline. |
E infine eccoci arrivati a Malè. La prima cosa che facciamo arrivati in aeroporto è cambirci d'abito: via i pantaloni pesanti e i maglioncini e spazio a infradito e maniche corte! |
Pagina successiva |