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CIENFUEGOS
Il giorno dopo l'escursione alla Ciénaga de Zapata lasciamo Playa Girón. Steven & Merle vengono prenderci a casa di Marisel puntualmente alle 09:15, come concordato. Destinazione: Cienfuegos. |
... incrociamo un carretto con una famiglia dicampesinos; chiediamo loro se siamo sulla strada giusta per Cinfuegos e ci rispondono di no: stiamo allungando, ma presto torneremo su un tratto asfaltato e ci ricongiungeremo all'arteria principale. |
Teresita è una donna... serena. Si dice che tutti noi abbiamo dei problemi, ma da lei sembra sprigionare solo un'aura di serenità. E' affettuosissima, ed è un continuo di carezze e abbracci, senza alcun sottinteso malizioso, anche perchè il marito è sempre lì con lei e si vede che sono una coppia molto affiatata. |
Divinità della santería | Caratteristiche | Santo cattolico equivalente |
Elegguà | Dio protettore di viaggiatori, è colui che apre e chiude le strade e gli incroci, che quando balla assomiglia ad un bambino dispettoso, messaggero, detiene le chiavi del destino. Nei rituali ha il privilegio di essere sempre il primo (abre el camino). I suoi colori sono il rosso e il nero. Lo strumento che lo identifica è un bastone di legno a uncino che usa per aprire e chiudere il cammino degli uomini. |
Sant'Antonio da Padova |
Obatalà | E' il primo tra gli Orishas, cioè il vertice del pantheon della santería. Creatore della terra è la divinità pura per eccellenza, ama la pace ed è misericordioso. È il dio della testa, del pensiero e dei sogni. Il suo colore è il bianco. Viene spesso identificato come un anziano che stenta a camminare ma può anche essere rappresentato come un giovane guerriero. |
Vergine de la Mercedes |
Yemayà | Madre della vita e degli altri dei. Moglie o, secondo le versioni, figlia di Obatalà. Dea dell'acqua salata e quindi del mare come fonte primordiale di vita. Protettrice delle partorienti, di pescatori e marinai. I suoi colori sono il bianco e l'azzurro. |
Vergine Maria |
Changò o Shangò | Dio della virilità, della mascolinità, del fuoco, di fulmini e tuoni, della guerra, della danza e della musica in particolare dei tamburi. Quarto re Yoruba del regno Oyo. Innumerevoli le sue avventure amorose e i litigi con i rivali. Le sue presunte mogli o amanti sono almeno tre: Ochun, Oyà (dea guerriera del vento e guardiana del cimitero, moglie di Oggùn che per questo è rivale e nemico di Changò), e Obba (unica moglie ed eterna innamorata di Changò che per lui si tagliò un orecchio), ma è certo che è stato con tutte le donne del pantheon Yoruba. Figlio di Agallu e Baba. Il santo cattolico è come per Obatalà stranamente femminile ed è Santa Barbara. I suoi colori sono il bianco e il rosso. Indossa una corona che lo identifica; porta uno scudo, una spada e una scure. |
Santa Barbara |
Ochùn o Oshùn | Il corrispettivo femminile di Changò (di cui è amante). Dea dell'amore, della bellezza, della femminilità e dei fiumi. Un po' coquette protetta da Elegguà e Yemayà. I suoi colori sono il giallo, l'oro. |
Vergine de la Caridad del Cobre (patrona di Cuba) |
Orula | E' il principale benefattore del genere umano perché gli svela il futuro e lo consiglia. Anche lui è figlio di Yemayà, ma nasce da un rapporto incestuoso con il figlio. I suoi colori sono il giallo e il verde. |
San Francesco D'assisi o Gesù Cristo |
Babalú Ayé | Dio guaritore di numerose malattie veneree, della pelle, della lebbra, del colera, delle infermità in genere. Il suo colore è porpora vescovile. In Africa era tra gli dei più venerati, all'Avana esiste un santuario in suo onore, dove si recano ogni anno il 17 dicembre migliaia di infermi. |
San Lazzaro |
Oggùn | Un montanaro solitario e irascibile, dio del ferro, salvato dall'ira di Obatalà da Elegguà e protetto dal fratello maggiore Changò. I colori sono giallo e verde. Orisha fabbro, forgiatore di metalli e mentore di tutti coloro che con i metalli hanno a che fare, soldati e armigeri compresi. Per estensione di culto viene anche associato alla guerra e alla violenza, in associazione-antitesi a Changò, del quale è anche rivale in amore per essere stato, secondo un'antica Patakì (leggenda), sedotto e poi abbandonato dall'avvenente Oshùn, la quale usò le sue grazie al solo scopo di riportarlo verso gli uomini, dai quali si era distaccato per disgusto. Oggùn è un Orisha temuto per il suo carattere poco socievole e per la potenza delle sue armi, anche se non viene annoverato tra le entità malefiche.Vive nelle foreste usando un machete per uccidere gli animali e per spianarsi la strada Egli è solo l'archetipo delle manifestazioni violente insite nella natura umana. |
San Pietro |
Ochossi | Il cacciatore, patrono di coloro che hanno problemi con la giustizia, mago, indovino, guerriero, cacciatore e pescatore, lo s’invoca per avere protezione quando bisogna affrontare un’operazione chirurgica. I suoi colori sono il blu prussia e il rosso corallo, i suoi giorni sono il lunedì e il mercoledì e il 4 di ogni mese. Si saluta alzando la gamba sinistra ed imitando con le mani il lancio di una freccia. |
San Norberto |
Oddua | E' il primo Re di Oyò, rappresenta i misteri e i segreti della morte. Signore della solitudine, è androgino. I suoi colori sono il bianco, il rosso e il nero. Il suo giorno è il giovedì. |
Santissimo Sacramento |
Ibeyis | Sono due gemelli divini, figli di Changò e Ochùn, cresciuti da Yemayà. Proteggono i bambini |
Santi Cosma e Damiano |
Oyà Yansà | L'amante di Changò, signora del fulmine e del cimitero. Violenta e impetuosa, ama la guerra e accompagna Changò nelle sue campagne, con il suo esercito di spiriti, combattendo con due spade. Vive alla porta del cimitero o nei suoi dintorni. Con Elegguà, Orula e Obatalà, domina i quattro venti. Possiede tutti i colori tranne il nero, il suo giorno è il venerdì. |
Vergine della Candelora |
Obba | E' la moglie ufficiale di Changò, che la ripudiò quando lei, per amor suo, si tagliò un orecchio. Signora dei laghi e delle lagune. E’ la guardiana delle tombe. E’ il simbolo della fedeltà coniugale e viene rappresentata come una giovane donna sensuale e dalle carni sode. I suoi colori sono il rosa e il giallo. Il suo giorno è il venerdì. |
Santa Rita da Cascia |
Osain | signore della natura, la natura stessa. Ha una sola mano, una sola gamba, un orecchio grande da cui è sordo e uno piccolo da cui sente tutto, anche il voli degli insetti. E’ il signore di tutte le erbe che hanno potere magico o curativo, bisogna chiedere a lui il permesso per raccoglierle. Il suo colore è il verde, il suo giorno il venerdì. |
San Silvestro |
Cienfuegos non mi è piaciuta granchè, e forse l'aspetto più emozionante è stato proprio l'essere stati coinvolti nelle chiacchierate con Teresitas. |
«Venite tutti a vedere... ¡Aquí bailan las chicas!» |
Il Malecón di Cienfuegos. |
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