Cuba
7 - 29 luglio 2015

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CAYO LEVISA

Terzo giorno di escursioni nei dintorni di Viñales: oggi andiamo a Cayo Levisa, un'isoletta sulla costa settentrionale di Cuba, a circa 50 km a nord-est.
Cayo Levisa appartiene all'arcipelago de "Los Colorados", è lungo circa 4 km e largo da 150 a 1000 m e dista meno di 4 km circa da Palma Rubia, il paesino dal cui pontile ci si imbarca per il Cayo.
Il modo migliore per visitare Cayo Levisa da Viñales è quello di acquistare l'escursione in una delle agenzie statali che si trovano sulla strada principale. Il costo è di 29 CUC a persona e include il trasferimento in autobus, il traghetto, l'accesso al Cayo e il pranzo al ristorante dell'unico resort dell'isola, per il resto completamente disabitata.
E' anche vero che, forse, si risparmierebbe qualcosa tramite i jineteros, che offrono di tutto al turista. Tuttavia vogliamo evitare ogni contrattempo: Cayo Levisa è una delle motivazioni principali che ci ha spinto fin qui, ed essendo uno dei posti che vogliamo assolutamente visitare, non vogliamo che l'escursione sia boicottata, o rovinata dalla benzina che improvvisamente (?) finisce, o da altri problemi simili; così ci affidiamo a un'agenzia ufficiale.

Partiamo alle 08:30 dalla piazza principale di Viñales in un autobus pieno di turisti. Effettivamente tutti i forum su internet consigliano di prenotare il tour con almeno due giorni di anticipo o, al più tardi, la mattina del giorno precedente l'escursione, altrimenti c'è il rischio di non trovare posto. Dal finestrino dell'autobus guardiamo affascinati dei paesaggi bucolici bellissimi: siamo ai tropici ma, togliendo qualche palma, potremmo benissimo essere sulle Alpi svizzere: tante mucche, campi di mais, pagliai... Veramente bello!
Dopo poco più di un'ora arriviamo al pontile d'imbarco. Il battello è piccolo e ricorda le imbarcazioni che a Manaus (nell'Amazzonia brasiliana) trasportavano merci e persone lungo il Rio delle Amazzoni.
La traversata dura meno di mezzora su una mare calmissimo; in lontananza i rilievi della parte più occidentale di Cuba ricordano un po' gli atolli polinesiani (dove prima o poi andremo...).
Sbarchiamo sulla parte sud di Cayo Levisa su un pontile di legno che s'incunea tra due pareti di mangrovie. Un sentierino di sabbia conduce all'unica costruzione del Cayo, che è un resort carissimo e non particolarmente elegante. In due minuti siamo già sull costa nord di Cayo Levisa, dove , a differenza della costa sud, non ci sono mangrovie ma un'ampia e bella spiaggia.

L'atmosfera è alquanto tranquilla: dal nostro battello sono scesi una trentina di turisti; altrettanti son oquelli che si trovavano già nel resort: sessanta persone non sono molte se distribuite su una lunga spiaggia: tuttavia la maggior parte di questi villeggianti è rappresentata da obesi canadesi che non fanno un passo più del necessario, così tutti si accalcano nella pur bella spiaggia antistante il resort. Ma non noi. A noi piacciono le spiagge selvagge e solitarie, e io so dove trovarne una...

Se qualcuno, dopo aver letto queste righe, volesse scoprire la parte più bella di Cayo Levisa - che la maggior parte dei turisti si perde - sappia che si deve camminare verso est (cioè verso destra) lungo la bellissima spiaggia per almeno un quarto d'ora.
Oltre il promontorio la spiaggia finisce, o meglio, la macchia delle mangrovie si espande allungandosi fino alla battigia. A questo punto si deve prendere il sentierino che continua parallelo al mare e che s'insinua tra i rami fitti e irregolari delle mangrovie stesse. A volte è facile addentrarsi lungo il sentiero nella vegetazione; altre volte un po' meno; infine il sentiero scompare completamente e abbiamo quasi l'impressione di esserci incamminati in una strada senza uscita... Be', non ci siamo di certo persi: il mare è alla nostra sinistra e basta ripercorrere a ritroso la strada intrapresa per tornare nella... civiltà. Tuttavia siamo un po' indecisi sul da farsi, anche perchè non incontriamo davvero nessuno!
Ma a un certo punto...

... troviamo un cartello mezzo caduto che - come i segnali di legno che ricordano le esplorazioni delle Giovani Marmotte, indica "BAR". Quindi c'è qualcosa (o, quanto meno, c'era qualcosa) oltre la siepe! Ci facciamo coraggio e proseguiamo. e facciamo bene perchè...

... dopo l'ultimo slalom tra le mangrovie secche, il sentiero si allarga e sbuchiamo su una spiaggia stupenda! Siamo all'estremità orientale di Cayo Levisa, in un posto fantastico, e non c'è assolutamente nessuno. Troviamo anche...

...la capanna che una volta - chissà quanto tempo addietro - era il bar. Dietro le assi semisconnesse che costituivano il bancone troviamo persino delle bottiglie di rhum vuote, vecchie testimoni di chissà quale scatenata fiesta sulla spiaggia.

Restiamo per un po' in un angolo di mondo che la pigrizia impedisce (fortunatamente!) a molti di vedere; facciamo il pieno dell'energia che questo luogo emana e poi torniamo verso il resort, dato che si avvicina l'ora di pranzo.

Alle 17:00 parte l'ultimo battello per tornare sulla terraferma, mentre all'orizzonte si prepara il solito temporale tropicale del tardo pomeriggio. Come al solito,...

...la massa irrazionale dei turisti si affretta a occupare i posti esterni più panoramici. Io, invece, saggiamente consiglio di rintanarci nel posto più in casetta che possa esserci, il più lontano possibile dagli spifferi che puntualmente arrivano quando scoppia il temporale! Ora io dico: non ci voleva una laurea in meteorologia per ipotizzare che durante la pioggia i posti più esterni sarebbero stati esposti all'acqua e al vento. E infatti, mentre scoppia il nubifragio, è un fuggi-fuggi generale; chi cerca di ripararsi con delle asciugamani che restano asciutte per non più di dieci secondi; chi cerca di trovare un posto a sedere riparato (figuriamoci!); chi, disperando ormai di arrivare a destinazione asciutto, cerca almeno di riparare il proprio zainetto;... insomma osserviamo il parapiglia mentre ce ne stiamo tranquillamente all'asciutto.
Fortunatamente i temporali tropicali da accumulo di vapore non durano mai a lungo; e infatti, quando sbarchiamo per riprendere l'autobus che ci riporterà a Viñales, già non piove più.
Decisamente una bella esperienza, consigliatissima.

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