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VIÑALES: cuevas y... campesinos
Viñales offre molto al visitatore. A chi si chiedesse quanti giorni sia opportuno trascorrere in questa tranquilla località dell'occidente cubano, io rispondo che almeno tre giorni sono necessari per vedere le cose più importanti. |
... la nostra "nuovissima" Moskovich (la versione sovietica della mitica 124 FIAT) comincia a dare segni di stanchezza. Il nostro gagliardo autista è un ragazzo molto bello: tendente al biondo, sembrerebbe più un tedesco che un seguace di Fidel Castro,... ma, tanto per cambiare, non apre bocca se non per imprecare contro il motore dell'automobile, a suo dire di proprietà del cugino. |
La seconda tappa dell'escursione mattutina è al "Mirador de las Flores", un poggio che si innalza sulla Valle di Viñales per un centinaio di metri e che, quindi, consente una vista meravigliosa su tutto il contado circostante. |
Terza tappa: la destinazione è la "Cueva del Indio" (="Grotta dell'Indiano"), un posto che fortunatamente risolleva un po' le quotazioni dell'escursione mattutina che, finora, non si è rivelata particolarmente brillante... |
... A dire il vero anche questa fase comincia in modo alquanto rocambolesco: il motore della nostra automobile "proletaria" (si noti il volto di Che Guevara sui fari - foto sotto) continua a fare i capricci fino a... fermarsi del tutto! |
Siamo a circa 4 km da Viñales, ove c'è l'unico rifornimento della zona: la giornata è bella e non sarebbe la fine del mondo tornare a casa a piedi, ma non vedere la "Cueva del Indio" sarebbe un peccato. L'autista, quindi, estrae una bottiglia di plastica dal cofano e dice che tornerà entro 15 minuti. Io so bene che non potrà riuscirci e glielo faccio notare col cipiglio (che mi riesce benissimo) di chi è arrabbiato, volendo far accentuare il suo senso di colpa. Il tizio giura che ce la farà e va via prendendo al volo la macchina di un conoscente che passava di lì per caso, il che rende il tutto molto Pechino-Express-style. |
Il biglietto per entrare alla "Cueva del Indio" è alquanto caro, ma penso - col senno di poi - che ne valga la pena: la grotta di per sè non è niente di particolare: c'è un sentierino in cemento che toglie persino la sensazione primigenia di camminare direttamente sulla roccia. Tuttavia ciò che rende il posto meritevole è la presenza di un corso d'acqua sotterraneo che percorriamo in barca. In pratica, si entra a piedi da un'estremita del mogote e si esce navigando su una barchetta dall'altra. |
Torniamo a Viñales che è da poco passata l'ora di pranzo (frutta). Ma la giornata di oggi è dedicata alle escursioni e così, stavolta con un'auto+autista noleggiati per noi da Juanito, ci dirigiamo a una trentina di chilometri a ovest verso un altro complesso ipogeo: "La Cueva de Santo Tomás". |
A questo punto sono davvero tante le grotte che ci è capitato di visitare. E abbiamo notato che tutte le guide speleologiche che conducono i gruppetti di visitatori a qualunque latitudine hanno una cartteristica comune: tendono a identificare questa o quella formazione calcarea con animali o soggetti del mondo esterno. Anche in questa grotta l'episodio si registra puntualmente: il tappo che ci fa da guida individua profili di leoni, teste di falco e altre fantasie del genere. L'unica che però ci colpisce effettivamente è... "The Mask"! |
E' pomeriggio avanazato quando torniamo verso la macchina - una vecchia ma ben tenuta Chrysler che farebbe la gioia di Carmelo a Gioia Tauro! |
E' ora di fare merenda e conosciamo Alejandro. E' un ragazzo formato-cucciolo che vende frutta in un banchetto poco distante dalla biglietteria della Cueva e si mette piacevolmente a chiacchierare con noi. Finalmente qualcuno che ci mostra un minimo d'interesse! |
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