Cuba
7 - 29 luglio 2015

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L'AVANA

Vale la pena, a questo punto, accennare a come gestire il denaro a Cuba. Come già detto è necessario portare con sè una pila di denaro contante. E' opportuno che siano euro e non dollari americani, dato che - in un sussulto di orgoglio imperialista, il regime castrista penalizza la valuta statunitense gravandola di un prelievo del 10% sul cambio ufficiale!
Si aggiunga anche che in tutta l'isola è praticamente impossibile pagare con le carte di credito, che possono soltanto essere usate per prelevare del contante dalle banche. Spesso neanche i grandi alberghi possiedono un POS che consenta al cliente di usare la sua credit-card; noi l'abbiamo usata soltanto una volta, a Trinidad, quando abbiamo prenotato in un'agenza di viaggio statale (Cubanatour) gli ultimi giorni di vacanza presso lo "Starfish Resort" di Cayo Santa María.
Quindi solo contanti. E qui c'è la cosa singolare di Cuba: in tutta la nazione vige una doppia valuta: il peso cubano, per i residenti, e il CUC (acronimo che sta per "Cuban Unit Currency" = "Unità di Conto Cubana": la pronuncia corretta in castigliano del CUC sarebbe “se-u-sé”, ma anche gli stessi cubani ormai si sono rassegnati a pronunciarlo “kuk”) destinato ai turisti.
Il valore del CUC è ancorato in modo fisso al dollaro statunitense; ciò elimina gran parte della convenienza perchè per i turisti - dal punto di vista valutario - è come essere in viaggio negli Stati Uniti. In effetti, abbiamo anche cambiato degli euro in pesos nazionali, che abbiamo poi speso nei chioschetti di frutta, per dare mance e per tutte le piccole spese poco impegnative. Un CUC vale 25 pesos nazionali. E' anche vero che in diverse occasioni i venditori hano preteso che li pagassimo in CUC, considerata una moneta pregiata rispetto al peso.
Cercate di non farvi mai rifilare tagli sopra i 20 CUC perché dopo avreste grosse difficoltà a farveli cambiare da qualcuno; già con le banconote da 20 CUC, che sono la "bellezza" di 15 euro e rotti, qualche volta abbiamo ricevuto delle occhiatacce come a dire: «Guarda un po' questo imperialista con che somma si presenta!» In pratica, sarebbe come acquistare in Italia "La Settimana Enigmistica" e pagare con una banconota di 500€!

Stare in una casa particular ha i suoi vantaggi: sei a contatto con un ambiente familiare e puoi contare (in genere) sulla disponibilità del dueño, che farà di tutto per essere d'aiuto nell'organizzare escursioni o trasferimenti, dato che quasi sicuramente avrà la sua provvigione.
A Cuba i vari settori dell'industria turistica sono intercomunicanti e costituiscono un complesso meccanismo di scatole cinesi, in base al quale i tassisti guadagnano dai proprietari delle casas particulares, i proprietari guadagnano dai ristoratori ai cui locali inviano i turisti, i ristoratori guadagnano dalle chicas (o dai chicos!) con cui i commensali sono invitati a trascorrere la serata per un piacevole happy ending della caliente noche cubana... E così via in una catena di Sant'Antonio che, però, in fondo non è neanche troppo fastidiosa, dato che evita al viaggiatore di dover provvedere in proprio.
Non abbiamo mangiato particolarmente bene a L'Avana: buoni i succhi di frutta dei chioschetti ai quali ci siamo rivolti per sedare la sete tremenda, ma alquanto scarsi i piatti dei due ristoranti nella zona di Calle Obispo. In particolare la paella dell'ultima sera non ni è piaciuta affatto: sapeva troppo di vino! Per non lasciarla, chiedo una dog-box, e porto con me la parte di riso avanzata, ripromettendomi di mangiarla l'indomani per pranzo. Tuttavia, la mattina seguenete non ho proprio voglia di far colazione con la paella, così, prima che arrivi il tassista per il trasferimento a Viñales, facciamo un'ultima passeggiata per il centro de L'Avana con l'intenzione di regalare l'abbondante piatto di riso a qualcuno meritevole.
Finiamo per consegnare la pietanza a un'anziana signora che dice di chiamarsi Dolores [foto in alto], che alla mia offerta in spagnolo risponde in un ottimo inglese, dicendomi con orgoglio che, da giovane, era una cabarettista che intratteneva i gringos nei locali del porto. Poi prende il pacchettino con la paella, mi chiede se può dividere il pasto con la vicina e se ne va malinconica senza nenache attendere la mia risposta... Dolores.

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