BRASILE 2008
6 - 30 luglio

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IL RIO DELLE AMAZZONI

Gli indios e il loro zoo-ambulante spariscono silenziosamente così come erano arrivati. La navigazione procede tranquilla verso un'isoletta nell'enorme fiume dove c'è un punto d'approdo. Qui alcuni dei gitanti scenderanno per un'avventura di 3 giorni in un villaggio indio, dove mangeranno, dormiranno e faranno tutto ciò che fanno gli altri indios, nella foresta più profonda, a diverse ore di cammino. Non ci sarà luce elettrica, nè acqua corrente,... Evito di commentare l'evento con Vincenzo: dopo Caburé non è proprio il caso!
Il Rio delle Amazzoni è grande oltre ogni immaginazione. In alcuni punti la riva opposta s'intravede appena, e pensare che siamo a oltre 2000 km dal mare! Ci dicono che in prossimità della foce - dove c'è l'isola di Marajó, cioè l'isola deltizia più grande del mondo (più estesa della Sicilia) - per andare da una riva all'altra si impiegano tre ore di navigazione!
Per quanto riguarda la nostra crociera, noi alterniamo la navigazione sul grande fiume con delle deviazione in igarapé laterali che sono molto più piccoli e stretti.

E' ora di pranzo. Per l'occasione il pasto - compreso nel prezzo - è una sorta di buffet: ci rimpinziamo con una mega insalata, pseudo-spaghetti (tutto sommato buoni) e soprattutto con la più abbondante mangiata di pesce mai fatta. Il cuoco di bordo, infatti, prepara pirarucú impanato. Si tratta di un grosso pesce che abbonda nel Rio delle Amazzoni, e che è veramente delizioso. Abbiamo perso il conto delle cotolette di pirarucú che abbiamo mangiato, bagnato col succo di uno strano limone dalla buccia verde ma dall'interno arancione e non giallo!
Come spesso accade, il momento conviviale spinge gli uomini a fraternizzare. Così conosciamo un professore chiacchierone di San Paolo (al centro della foto di destra) in vacanza con la moglie e il figlio giornalista.

Nel dopo-pranzo lasciamo momentaneamente il nostro battello a due piani e il gruppo si divide salendo su due piroghe spinte a motore dove il fiume è più largo, ma poi... a remi quando ci addentriamo in un igarapé che si fa sempre più stetto e intricato, tanto che dobbiamo a volte inchinarci per evitare rami o radici aeree.

In un angolino molto tranquillo, sotto una cupola di vegetazione che lascia trapelare appena qualche raggio di sole, ci dedichiamo alla... pesca dei piranha! Vincenzo ne ha presi due, ma sono sfuggiti per un pelo prima che facessimo in tempo ad afferrarli.

Il sole tramonta velocemente 2 gradi sotto l'equatore. Il nostro battello, che tappa dopo tappa, si è allontanato di parecchio da Manaus, torna alla base mentre il cielo si fa buio. Le ultime chiacchiere col professore petulante o col figlio giornalista e torniamo in hotel.

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