BRASILE 2008
6 - 30 luglio

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ARIAU' TOWERS

Per cominciare il corso di sopravvivenza nella giungla, innanzitutto serve... una giungla! Nel senso che serve una giungla con terra solida sotto i piedi. Per trovare un po' di terreno asciutto dobbiamo percorrere un igarapé del Rio Negro per circa un'ora, fino ad arrivare in una collinetta che emerge dalle acque.
Romero comicia subito ad elencare le cosa da non fare: non mangiare frutti che non si conoscono; non toccare fiori, soprattutto se molto colorati perchè possono essere tossici; non mettere le mani in fori, buchi, pertugi e simili; non spiaccicarsi insetti addosso quando ci si sente punti ma provvedere "delicatamente" alla loro rimozione usando pollice e indice;...

Raccomandazioni fatte, cominciamo a inoltrarci nel folto della foresta. La prima esigenza è orientarsi e per far ciò bisogna usare il sole in modo che, andando verso nord, sia sempre a destra se di mattina, ovvero sia sempre a sinistra se di pomeriggio. Se, invece, si è a cavallo di mezzogiorno (dalle 11 alle 14), ci si deve fermare perchè, essendo all'equatore, in questo arco di tempo il sole è allo zenit e non permette di determinare dove sia la destra o la sinistra.
Tra funghetti gialli (non ho capito se pericolosi o meno) e strane piante spinose, Romero ci indica una palma che ha la caratteristica di non essere infiammabile se si considera il tronco intero: tuttavia, se si sfrega il tronco con un legnetto, si ottengono dei trucioli sottili simili a una peluria che è molto infiammabile. Oggi - dice Romero - nessuno dovrebbe avventurarsi nella foresta senza accendino o fiammiferi, ma, se proprio si è stati così sprovveduti, il classico sistema di strofinio di legnetti per accendere il fuoco con i trucioli di questa palma funziona.

Vediamo, infine, un buco alla base di un albero. per noi sembra un foro come tanti altri; Romero, invece, spiega che è l'uscita di un formicaio. Infatti, dando dei colpetti sul tronco dell'albero, subito escono delle enormi formiche che sono le sentinelle; questa specie è chiamata "tucandera" e ogni insetto è grande quanto un pollice e bisogna tenersi alla larga: il morso delle "tucanderas" non è mortale, ma è così tossico da provocare dolori tremendi, nausea e vomito per 20 ore. Dopo di ciò qualunque altro malanno preesistente sarà anch'esso passato. Per questo gli indios, quando hanno mal di schiena o dolori vari, spesso si fanno mordere appositamente da queste micidiali formiche.
Altre raccomandazioni: non mangiare nessun seme o frutto che abbia latte o lanuggine: con buona probabilità è velenoso; se, invece, un frutto è mangiato dalle scimmie, allora, con buona probabilità, è buono anche per noi...
Alla fine del corso di sopravvivenza... sopravviviamo! O quasi. Vincenzo, infatti, pochi minuti dopo il ritorno all'Ariaú comincia ad avvertire un dolore al ginocchio. Sembra la puntura di un insetto, perchè c'è un foruncoletto... E' proprio un insetto il responsabile? Andiamo all'infermeria dell'hotel, ma l'infermiera dice che non dovrebbe essere niente di preoccupante. Speriamo! Purtroppo, però, oggi pomeriggio niente nuotata con i delfini rosa di fiume.

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