BRASILE 2008
6 - 30 luglio

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ARIAU' TOWERS

Il giorno dopo, col ginocchio di Vincenzo ancora dolorante, ci uniamo di nuovo al gruppo di Romero per un'escursione a un villaggio caboclo. Prima d'infilarci nel solito labirinto di igarapé secondari, attraversiamo da sponda a sponda il Rio Negro. La nostra lancia procede a velocità sostenuta e io e Vincenzo, stando seduti in pole-position, finiamo letterlamente inzuppati. Così, giunti al villaggio caboclo, ci togliamo magliette e cappellino e li stendiamo su un albero, sperando di trasmettere un messaggio di "civilizzazione" ai locali che si ostinano a stendere la biancheria sul filo spinato.

Romero ci porta da un vecchietto che da giovane era solito lavorare nelle coltivazioni di caucciù per ricavare la gomma. Ci fa anche vedere il procedimento di estrazione: si incide la corteccia dell'albero di caucciù, facendone fuoriuscire il lattice bianco, che viene raccolto in un contenitore qualsiasi (una noce di cocco vuota può bastare). Nel frattempo una sfera di gomma, precedentemente già indurita e infilzata in un palo come uno spiedo, viene riscaldata; il lattice appena raccolto viene versato sulla sfera calda e si solidifica diventando una sostanza elastica e facilmente lavorabile: la gomma. Ovviamente è possibile modellare lo strato gommoso che si è formato come se fosse plastilina, creando, per esempio, uno... stivaletto perfettamente impermeabile e anatomico.

Ci spostiamo in un altro angolino del villaggio, dove un ragazzo ci parla di alcune abitudini locali... Fa caldo, ma non in modo eccessivo; eppure una signora corpulenta gronda di sudore e invoca l'aria condizionata. Stancamente si lascia sedere su una cassapanca, ma viene sollecitamente invitata a rialzarsi dal ragazzo. Lei non capisce subito ed esita; il ragazzo insiste, spiegando il perchè la signora debba alzarsi: nella cassapanca c'è un serpente boa! La signora schizza in piedi come una molla!... Chissà se ha rischiato più lei di essere morsa, oppure il boa di finire schiacciato!? [Foto a sinistra]
Conclusa la visita al villaggio caboclo, con la nostra biancheria stesa ormai asciutta, ripartiamo alla volta di una piccola isoletta nel fiume dove c'è una sola capanna adibita a rivendita di birra, alcoolici e cocco fresco. La chiamiamo «l'isola delle farfalle», perchè ce ne sono veramente tante. [Foto al centro e a destra]

Le acque del Rio Negro qui attorno all'«isola delle farfalle» sono di colore ambrato, leggermente acidule per le sostanze vegetali in esse disciolte, e, quindi, particolarmente salutari per la pelle.

Il gioco delle ombre tra i raggi del sole che penetrano tra il fogliame e l'acqua-colore-ambra increspata dal venticello caldo creano dei riflessi stupendi. L'effetto è quasi ipnotico... Sarei rimasto ore a guardare le incredibili sfumature rosse-verdi-arancioni-azzurre e di mille altri colori.
Ma c'è ancora la possibilità di vedere sfumature altrettanto affscinanti, sia pure in un contesto diverso...

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