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SINGAPORE

E' l'ultimo giorno a Singapore nel viaggio di avvicinamento verso l'Australia. Oggi ci concentriamo nel quartiere di Little India e nella zona limitrofa dove ci sono dei mall dedicati all'informatica e all'elettronica. Qui Vincenzo è alla ricerca di qualcosa di particolare.

Per abbreviare il cammino prendiamo una scorciatoia attraversando Fort Canning, un parco cittadino che all'epoca delle dominazione inglese era la sede del governatore di Sua Maestà.
Il parco è una zona molto tranquilla e silenziosa. L'edificio imponente delle vecchie caserme è ora adibito a scuola di alta cucina. C'è anche una sala dove è in corso il ricevimento di un matrimonio tra camerieri affacciandati e musica che è la versione indo-malese di "Calabrisella mia"...
Allontanandoci dal salone delle feste, però, è piacevole sentire come i futuri grandi chef di Singapore imparino a preparare i loro manicaretti con Mozart in sottofondo, in base al principio che con la musica classica la besciamella si monta meglio (!?!)

I centri commerciali a tematica elettronica si concentrano attorno a Sim Lim Square. Vincenzo è impaziente: spera di trovare la novità clamorosa da portare in Italia, oppure un prezzo particolarmente interessante.

Il Sim Lim Tower è un enorme edificio a sette piani dove vendono di tutto, purchè si tratti di elettronica e informatica. Purtroppo, però, non troviamo nè la novità, nè prezzi particolarmente convenienti: e Vincenzo è un po' deluso.
Dal canto mio, ammetto di non avere sempre compreso la funzione dei singoli oggetti esposti in vendita: questo "coso" serve ad ascoltare musica, a pelare le carote o a eliminare il problema delle doppie-punte ai capelli delle donne? Non capisco, anche perchè sono leggermente in difficoltà: c'è un freddo polare per colpa dell'aria condizionata esageratissima!

A un certo punto, non sopportando più il freddo eccessivo, tiro fuori dallo zainetto, il mio asso nella manica: il sarong che infilo seduta stante, assumendo l'aspetto di un indiano. Vincenzo inorridisce, ma faccio notare che sono solo uno tra i tanti... Anzi, quasi quasi mi metto pure il puntino colorato in mezzo alla fronte... Non lo faccio perchè non ne conosco le regole: cioè, so che ogni colore indica uno status particolare e implica certe conseguenze. Be', non vorrei mettermene uno che magari volesse dire «zitella in cerca di ricco marito da sposare».


Nella nostra marcia di avvicinamento a Little India ripassiamo dalla moschea Mashid Abdul Gafoor. Anche stavolta non è possibile entrarvi perchè - uffa - c'è una cerimonia, però l'occasione mi permette di mostrarvi come sono "elegante" col mio bel sarong che un ragazzo yemenita mi regalò a Londra nel lontano 1987.

Finalmente eccoci di nuovo a Little India, tra insegno in sanscrito, ristoranti vegetariani e tanti negozietti dove si vende di tutto, comprese collane di fiori e offerte di frutta da portare al tempio.
Ne approfitto per comprare uno zainetto nuovo e più capiente, dicendo addio a quello vecchio che mi ha fedelmente accompagnato per tanti anni.

Ci fermiamo un attimo a riprendere fiato in una piazzetta circondata da vari localini: pub, ristorantini, bancarelle di frutta. In mezzo alla piazza, in religioso silenzio, un folto gruppo di baldi ragazzi indiani (tutti maschi) guardano la TV a schermo piatto di un bar: calcio? No, in India lo sport nazionale è il cricket. Cricket, allora? Neanche...
Incredibile ma stanno tutti seguendo una telenovela indiana, con una partecipazione e un coinvolgimento emotivo che supera persino quello di Zia Mela quando guardava «Anche i ricchi piangono»!!!

Un altro tempio hindu in una traversa di Serangoon Road. Si chiama Shree Lakshminarayan e c'è anche un santone in meditazione in un angolo.
Il tempio rientra nella tradizione dei Veda, ed è dedicato alla dea Lakshmi, moglie di Visnù e dea della prosperità e della buona sorte. La dea sarebbe nata da un fiore di loto e per questo è anche una sorta di "Venere" indiana: in quanto dea della bellezza, viene invocata dalle madri che sanno di dover dare luce a una bimba, nonchè da altre madri che si ritrovano con una figlia supra 'a panza", nel senso che la tizia è già in avanzata età da marito ma cci rristoi u beddu curredu 'nta cascia!

La presenza di una forte spiriutualità si avverte in tutto il quartiere. Ci sono altarini un po' ovunque; uno di questi è dedicato a Ganesh, il dio rappresentato da un elefante con una sola zanna, signore delle moltitudini e rappresentante del perfetto equilibrio tra energia maschile (Shiva) e femminile (Shakti), ovvero tra forza e dolcezza, tra potenza e bellezza. Simboleggia inoltre la capacità discriminativa che permette di distinguere la verità dall'illusione, il reale dall'irreale. Il fatto di avere una sola zanna indica la capacità di superare ogni forma di dualismo, e, con esso, ogni incertezza.
Queste sono soltanto alcune delle tante caratteristiche che Ganesh - come ogni altra divinità indù - simboleggia. Sarebbe interessante, per esempio, dire che le quattro mani che possiede hanno tutte una funzione specifica: in una mano brandisce un'ascia, simbolo della recisione di tutti i desideri, apportatori di sofferenza; nella seconda mano stringe una corda, simbolo della forza che lega il devoto all'eterna beatitudine del Sé; la terza mano, rivolta al devoto, è in un atto di benedizione; la quarta mano tiene un fiore di loto, che simboleggia la più alta meta dell'evoluzione umana... e tanto altro ancora, che è troppo lungo da spiegare...

Pranziamo in una bettola... ooops, volevo dire in un "dimesso" ristorantino indiano. O meglio: io avevo provato a portare Vincenzo in un elegante banana leaf restaurant, cioè un ristorante dove i cibi non sono portati sui piatti ma su foglie di banano (e si mangia con le mani!), ma c'era troppo da aspettare,... così: tutti alla bettola dove, peraltro, abbiamo mangiato molto bene.


Nel tardo pomeriggio c'incamminiamo verso l'hotel, passando per il Museo Nazionale di Singapore, che però non visitiamo perchè manca poco alla chiusura...
E poi, siamo già con la testa in... Australia: dopo cena dobbiamo partire per il Queensland, che è la vera meta del nostro viaggio!

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