SUD AMERICA 2015
7 - 30 dicembre

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PURMAMARCA

Dopo la bella giornata a Salinas Grandes, ripercorriamo a ritroso la strada che scavalca la Cuesta del Lipán.
Luís dà il meglio di sè, raccontandoci di quando avvistò un condor con due turisti canadesi; di quando due ragazze francesi lo stuzzicarono, facendo aumentare il suo livello di testosterone; di quando un lama sputò contro una turista inglese, facendole la... doccia e costringendola a togliersi sia la maglietta che persino il reggiseno, rimpiazzati da una camicia attillatissima,... e lui che doveva guidare lungo i tornanti della Cuesta del Lipán, e non sapeva se fossero più insidiose le curve della strada o le procacità della fanciulla britannica...
In realtà a me delle tette inglesi non interessa un fico secco...

... così, quando l'autoradio passa da Eddy Santiago ai Pink Floyd, colgo l'occasione della bella canzone e interrompo Luís-versione-arrapato dicendo: «¡ Ahi, que linda esta canción! ¿Vamos a cantarla juntos?»
Per mia fortuna Luís abbandona il capitolo "sesso", e si lancia volentieri nell'agone musicale, così all'istante formiano il duo più improbabile che si possa immaginare, lasciandoci andare a una versione italo-argentina di "Another brick in the wall" particolarmente stonata, ma che ancora oggi mi fa venire i brividi se ritorno con la mente al panorama stupendo che scorreva fuori dai finestrini!

E' pieno pomeriggio quando arriviamo a Purmamarca. Una breve rinfrescata nel nostro bed-and-breakfast e subito io e Vincenzo usciamo per una passeggiata che...

... ci immerge subito nell'atmosfera pacifica di questo pueblo andino. C'è una pace surreale e tutti i suoni giungono ovattati. Una meraviglia!
Dalla piazzetta principale si diparte un sentiero in direzione ovest che sovrasta il crinale occidentale della stretta valle entro cui sorge Purmamarca. Il sole sta già tramontando e quindi affrettiamo il passo per concludere il percorso ad anello che aggira una collina e torna al paesino da nord.

... Luís ci aveva consigliato un ristorantino tipico e, a suo dire, molto economico. Ovviamente non lo troviamo; o meglio, il portone dove crediamo che il nostro autista ci abbia indirizzato è chiuso. Per cui percorriamo un paio di volte il breve vialetto che rappresenta l'asse principale di Purmamarca e che ospita buona parte dei localini ove è possibile mangiare e, dopo aver valutato i vari menù, decidiamo de entrare in un minuscolo ristorante dove non c'è nessuno. Ordiniamo le nostre amate empanadas e un piatto caldo che grosso modo sarebbe una sorta di polenta di mais e patate con formaggio fuso. Una bontà!

EL CERRO DE LOS SIETE COLORES

Goccia di latte per la bocca che racconta e goccia di miele per la mente che ascolta...
Un'altra invocatio Pachamamæ è necessaria per spiegare il motivo che ci ha spinti a venire a Purmamarca, che non è proprio... dietro l'angolo. Qui c'è il Serro, cioè una collinetta che sovrasta il paesino. In realtà c'è pure a Pace del Mela... C'era bisogno di attraversare un deserto e scalare le Ande per venire fin quaggiù e vedere il... Serro? La risposta è sì, perchè il Serro di Purmamarca, tanto per iniziare, si scrive "Cerro" e poi perchè... Già, perchè quete montagne sono di sette colori?

Un vecchio inca aveva lasciato il proprio terreno ai suoi sette figli, pregandoli di non trascurare il lavoro dei campi e chiedendo di mettere a frutto nel migliore dei modi la proprietà.
Ma quali piante coltivare e quali animali allevare? Tra i fratelli cominciò un'accesa discussione, e alla fine - per evitare il litigio - si decise che il terreno sarebbe stato coltivato ogni anno a turno da un fratello diverso.
Il primo anno il primo fratello pensò di evitare le parti più alte e scoscese del podere, e piantò tanti arbusti di coca nella porzione più a valle; le piante crebbero e si svilupparono, ma arrivò la piena del fiume impetuoso e spazzò via la coca.
Il secondo anno il secondo fratello piantò dei semi di zucca su un ripiano lontano dal letto del fiume; le piante crebbero e si svilupparono, ma arrivò la siccità ardente e bruciò le zucche.
Il terzo anno il terzo fratello piantò dei tuberi di patata, sul ripiano ancora più in alto; le piante crebbero e si svilupparono, ma arrivarono le cavie affamate e rosicchiarono tutto le patate.
Il quarto anno il quarto fratello decise di allevare le cavie da vendere al mercato, ma arrivò il condor spietato e rapì le cavie.
Il quinto anno il quinto fratello piantò dei semi di mais: le piante crebbero e si svilupparono, ma arrivarono le oche e beccarono le pannocchie, distruggendo il raccolto del mais.
Il sesto anno il sesto fratello decise di allevare le oche per venderne la carne, le uova e le piume; ma arrivò il vento freddo del sud e le oche volarono via.
Il settimo anno il settimo fratello decise di allevare un gregge di lama, ma ci fu un terremoto e gli animali fuggirono via.
L'ottavo anno, esasperati da tutti questi insuccessi, i fratelli decisero di chiedere alla Pacha Mama cosa sarebbe stato opportuno fare. E la Pacha Mama rispose che la situazione sarebbe migliorata se i sette fratelli avessero fatto tesoro degli errori precedenti. In particolare, se avessero ammnistrato la proprietà senza litigare, cooperando tra di loro, sarebbero diventati ricchi.
E i fratelli dissero: «Ma come faremo a capire cosa coltivare o allevare in quel grande terreno?» Allora la Pacha Mama segnò sette porzioni di terra, assegnandone una a ciascuno dei fratelli. Così:
- la coca fu piantata su più terrazze, e quando arrivò la piena le piantine più in alto si salvarono.
- La zucca fu piantata più in basso, e quando arrivò la siccità le piantine più vicine all'acqua si salvarono.
- Le patate furono piantate più in profondità, e quando arrivarono le cavie i tuberi più in fondo si salvarono.
- Le cavie furono allevate in buche e fessure tra le rocce, e quando arrivò il condor si salvarono.
- Il mais fu piantato più in alto, lontano dall'acqua, e quando arrivarono le oche alcune piante si salvarono.
- Le oche furono allevate più in basso, lontano dalla cima ventosa, e quando arrivò il vento freddo del sud alcune oche rimasero.
- I lama furono allevati nei recinti sulle cime più alte, e quando arrivò il terremoto, non scapparono via.
I sette fratelli videro che il sistema funzionava a meraviglia, così tornarono dalla Pacha Mama e le chiesero: «Abbiamo messo a frutto tutte le porzioni di terreno che ci hai asseganto, ma come faremo l'anno prossimo a ricordarci dove coltivare le piante e dove allevare gli animali? Le alture e le valli e le colline e le rocce e le rive del fiume sembrano tutte uguali!»
Fu allora che la Pacha Mama, per impedire che i sette fratelli dimenticassero le porzioni di terra loro assegante, le indicò con sette colori diversi... Era nato il Cerro de los siete colores.

Un viejo Inca había dejado su tierra a sus siete hijos, rogándoles que no pasaran por alto el trabajo en los campos y pidiendo que explotaran de la mejor manera la propiedad. Pero cuales plantas crecer y cuales animales reproducir? Entre los hermanos comenzó una fuerte discusión, y finalmente - para evitar la lucha - se decidió que la tierra se cultivara cada año a su vez por un hermano diferente.
El primer año, el primer hermano pensó para evitar las partes más altas y empinadas de la granja, y plantó muchos arbustos de coca en la parte de aguas abajo; las plantas crecieron y se desarrollaron, pero vino la poderosa inundación del río y se llevó toda la coca.
El segundo año, el segundo hermano plantó las semillas de la calabaza en un estante fuera del lecho del río; las plantas crecieron y se desarrollaron, pero llegó la sequía de fuego que quemó las calabazas.
El tercer año el tercer hermano plantó tubérculos de patata, en el llano aún más alto; las plantas crecieron y se desarrollaron, pero llegaron ratas hambrientas que roíaron todas las patatas.
El cuarto año, el cuarto hermano decidió criar conejillos de indias para la venta en el mercado, pero llegó el cóndor despiadado y se comió a los conejillos de indias.
El quinto año, el quinto hermano plantó semillas de maíz: las plantas crecieron y se desarrollaron, pero llegaron los gansos y picotearon el maíz, causando la destrucción de la cosecha de maíz.
El sexto año, el sexto hermano decidió criar gansos para vender las carne, huevos y plumas; pero llegó el viento frío del sur y los gansos se fueron volando.
El séptimo año, el séptimo hermano decidió criar un rebaño de llamas, pero hubo un terremoto y los animales se le escaparon. A los ocho años, exasperados por todos estos fracasos, los hermanos decidieron pedir a la Pacha Mama lo que se debería haber hecho. Y la Pacha Mama respondió que la situación mejoraría si los siete hermanos no hubieran hecho los errores anteriores. En particular, si hubieran administrato la propiedad sin luchar, cooperando entre ellos, se convertirían en ricos.
Y los hermanos dijeron: "Pero, ¿cómo podemos averiguar qué cultivar o criar en nuestra propriedad?" A continuación, la Pacha Mama anotó siete extensiones de tierra, asignandolas a cada uno de los hermanos. Por lo tanto:
- la coca fue plantada en terrazas más alta, y cuando llegó la inundación del río las plantas superiores se salvaron.
- La calabaza fue plantada más abajo, y cuando llegó la sequía las plántitas más cerca del agua sobrevivieron.
- Las patatas fueron plantadas más profundamente, y cuando llegaron los conejillos de Indias los tubérculos fueron salvados.
- Las cobayas fueron criadas en agujeros y grietas en las rocas, y cuando llegó el cóndor se salvaron.
- El maíz fue plantado más arriba, lejos del agua, y cuando llegaron los gansos se salvaron algunas plantas.
- Los gansos fueron criados abajo, lejos de la cima donde llega el viento del sur, y cuando llegó el invierno los gansos se quedaron.
Las llamas se criaron en corrales en los picos más altos, y cuando llegó el terremoto, nadie de ellos se escapó.
Los siete hermanos vieron que el sistema había funcionado muy bien, entonces regresaron a la Pacha Mama y le preguntaron: "Hemos cultivado todas las porciones de terreno que nos había indicado, pero el próximo año ¿cómo vamos a recordarnos donde plantar las plantas y donde criar los animales? Todas las colinas y las valles y las orillas del río tienen el mismo aspecto!"
Fue entonces que la Pacha Mama, para evitar que los siete hermanos olvidaran las diferentes porciones de tierra, con un gesto las marcó con siete diferentes colores... Había nacido el Cerro de los siete colores.

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