SUD AMERICA 2015
7 - 30 dicembre

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La CUESTA del OBISPO

Nè io, nè Vincenzo diamo particolare seguito all'episodio del "Journeys and Stories", se non per una considerazione generale sullo spirito di accoglienza degli Argentini, che non è uscito molto bene da questa storia.
Meglio assumere un atteggiamento positivo e dedicarci al viaggio. Facciamo un passo indietro di un giorno. Ieri siamo partiti per un'escursione alla scoperta della zona a sud di Salta che si sviluppa attorno alla Ruta 40, una strada tra le più lunghe e suggestive del mondo, dato che si estende per oltre 5000 chilometri, collegando La Quiaca (al confine nord tra Argentina e Bolivia) con Ushuaia (all'estrema punta meridionale della Terra del Fuoco).

Salta si trova in una vallata circondata da alte montagne, soprattutto sul versante occidentale verso il quale ci dirigiamo noi. Per il nostro tour abbiamo scelto accuratamente tra le numerose agenzie che organizzano escursioni di tutti i tipi. Nel centro di Salta ce ne sono tantissime, soprattutto in Calle Buenos Aires, e offrono dalla semplice passeggiata di poche ore in città ai trekking più impegnativi che durano diversi giorni.
Dopo aver chiesto diversi preventivi, ci convince l'agenzia "Altro Turismo" e mai scelta fu più azzeccata: il titolare è Fernando, un italo-argentino disponibilissimo e molto professionale. Avremmo potuto spendere qualcosa di meno in un'altra agenzia, ma il preventivo più economico ci era stato dato da due tipi dall'aspetto poco raccomandabile... E così "Altro Turismo" diventa la nostra agenzia di fiducia!
L'autista che ci viene a prendere il giorno dopo si chiama Luís, e con lui stabiliamo subito un bel feeling perchè è simpatico, chiacchierone e amante della musica, il che risulterà fondamentale, come scopriremo nel prosieguo...
Uscendo dalla Valle di Lerma (nella quale si trova Salta) si attraversano campi coltivati a tabacco, mais, patate o vite... Sembra di essere in Toscana. Poi la pianura finisce e la strada comincia a costeggiare i primi rilievi erosi da corsi d'acqua che ricordano molto le fiumare calabresi o siciliane... Ora sembra di essere a Santa Lucia del Mela. Tuttavia, che si tratti di un ambiente ben diverso lo cominciamo a notare quando...

... avvistiamo i primi cardones, cioè i cactus caratteristici delle Ande e delle zone aride del continente americano; li avevamo anche intravisti in Arizona, ma qui sono molto più maestosi e numerosi.
E poi scatta qualcosa. L'incontro con i cactus può apparire banale, insignificante persino. Invece diventa una sorta di epifania. Solo ora, alla vista di questa pianta spinosa e ostile mi rendo conto di essere... andato oltre, di essere "lontano". Da chi o da cosa non importa: siamo lontani, per definizione.
In fondo, il centro di Buenos Aires è fin troppo moderno e simile alle città occidentali per dare la sensazione di aver reciso il legame con la vecchia Europa. Lo stesso valga per Salta: per quanto piccola cittadina di provincia, la vita frenetica che ruota attorno a Piazza 9 Julio ha ormai cancellato ogni traccia delle tradizioni andine. Potresti essere benissimo in Andalusia o nella Camargue o in Puglia!
Solo adesso, invece, mentre i cactus della Cuesta del Obispo ci dicono ¡ bienvenidos!, abbiamo la certezza di trovarci in una dimensione aliena, in un lembo di terra che - per quanto ne sappiamo - può essere l'ultima frontiera prima delle Colonne d'Ercole Australi.
Adesso sì che comincia la ricerca...

Cactus for ever!

Cerchiamo.
Il viaggio adesso, lontano dai parametri spersonalizzanti della città, assume il ritmo riflessivo della ricerca. Cerchiamo un viaggiatore che, come noi, sappia ancora stupirsi di fronte a un panorama in cui cielo e terra si fondono oltre l'ultimo orizzonte leopardiano; cerchiamo una simbiosi con qualcuno del luogo che ci racconti il senso di un'esistenza condotta a 4000 metri d'altezza; cerchiamo contatti umani genuini che non abbiano una data di scadenza come il vasetto di yoghurt; cerchiamo un ponte emozionale; cerchiamo di capire perchè si cambia, anche se, in fondo, abbiamo capito che nessuno cambia mai davvero... E poi Vincenzo cerca di capire che cosa è successo a Jacob e Theo (nel romanzo "Le case degli Altri"), mentre io cerco di capire cosa c'è ancora da capire...

L'incontro col primo lama.

Già avvolti in un'atmosfera da emotional rescue, non ci rendiamo conto di essere saliti così in alto: Luís ferma il nostro jeeppone in cima alla Cuesta del Obispo, in prossimità della minuscola Cappella di San Raffaele, e con enorme stupore scopriamo che siamo a 3457 metri sul livello del mare!
E' veramente una sorpresa: siamo in pantaloncini e maniche corte ma non c'è la minima sensazione di freddo, nonostante l'altitudine. Inoltre, dopo un rapido... check-up, notiamo di sentirci in forma perfetta: non c'è alcun sentore - neppure minimo - del tanto temuto mal-di-montagna, che qui chiamano soroche, e che impazza sui forum di viaggi alla voce "Cordigliera delle Ande".

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