LA POSADA «ACQUAMARINA»

Pagina precedente
Menu principale
Pagina successiva

A Gran Roque non esistono alberghi (fortunatamente). essendo parco nazionale dagli anni '70, nessuna nuova costruzione è stata realizzata da allora. E così, per accogliere i turisti, sono state riadattate quelle che una volta erano le umili abitazioni dei pescatori e che oggi sono posadas, piccole locande con al massimo una decina di stanze (alcune persino con appena due o tre stanzette).

Noi alloggiamo alla «Posada Acquamarina», che è stata scelta dopo una "rigorosissima" selezione sulla base dei dati presenti su internet.
Alla fine dobbiamo dire che la scelta si è rivelata azzeccata (doccia con l'acqua fredda a parte): la Posada è molto accogliente e il suo punto di forza è sicuramente il patio, cioè il cortiletto interno sul quale si affacciano tutte le stanzette che sono disposte su due piani. Oltre a una fontana, l'ambiente è reso più accogliente da un alberello con dei profumatissimi fiori (pomelie? Dovremmo chiedere a Umberto!) e da una palma carica da noci di cocco, fatto in realtà un po' inquietante, soprattutto se analizzato dal punto di vista di chi utilizza la sedia sdraio sottostante...





A sinistra: in compagnia della piccola Ines c'è Guillermo, il fac totum della Posada Acquamarina... Basta chiedere e lui esegue: dalla prenotazione delle escursioni, al cambio della valuta.
A destra: Vincenzo ed Eric, il tecnico-idraulico-elettricista-saldatore al quale abbiamo regalato parecchie lattine di birra che trovavamo nella nostra cava quotidiana.

Un aspetto della vita in posada che ci è molto piaciuto è stato quello dei pasti in comune. I vari ospiti durante il giorno si sparpagliano tra le tante isole dell'arcipelago, ma a colazione e a cena ci si ritrova tutti insieme. E' bello conoscersi e scambiarsi opinioni sui luoghi già visitati e informazioni, oppure dubbi e speranze sui posti ancora da visitare.
Abbiamo incontrato delle persone veramente interessanti: oltre ai coniugi Gallina di Milano, abbiamo conosciuto Lorenzo e Benedetta di Bologna, e soprattutto Nicola e Marta, lui napoletano, lei milanese. Sono marito e moglie e lavorano entrambi al teatro alla Scala.
Be', poi abbiamo conosciuto tanti altri, tra i quali due coniugi rumeni, entrambi ingegneri residenti in Francia; una coppia turca (lei magistrato, lui professore di diritto all'università di Ankara); una coppia norvegese, gelida e distaccata, con lui vichingo e lei eschimese. Entrambi hanno il senso dell'umorismo di un tricheco: memorabile la risposta di "Pocahontas" ad una battuta di Nicola:
«Dove hai parcheggiato le renne?» dice l'amico partenopeo. E lei:
«Nel congelatore. Noi ce le mangiamo!»
Ma nooooo! Povere renne!!!

Pagina successiva