BRIAN HEAD (2)
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Ma Vincenzo, però, cerca qualcosa di particolare: un segnale telefonico decente! Per quanto possa apparire incredibile, i cellulari non danno segni di vita. Partiamo così alla ricerca di un ripetitore, che, di solito, si trova in cima alle montagne.
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Prendiamo la strada che dal nostro residence s'inerpica sui fianchi della collina: proviamo un'invidia evidente quando intravediamo tra i fitti abeti delle casette da favola; cerchiamo di immaginare cosa possa voler dire trascorrere le fredde notti invernali dentro quelle baite dotate di tutti i comfort.
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Ed eccoci in vetta. Tutta Brian Head è praticamente sotto di noi: è vero che è molto piccola! Troviamo il fatidico ripetitore: Vincenzo forse vorrebbe piantare le tende lì, ma ancora una volta uno strano suono gutturale (bramito di un cervo? Ululato di un coyote?) ci spinge all'ennesimo fui-fui!
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Visto che a Brian Head il negozio della "Signora Santina" è impraticabile per i prezzi folli, calcoliamo che è meglio andar a fare la spesa a Parowan, un villaggio un po' più grande 15 miglia a valle.
Qui, tra l'altro, approfittiamo del collegamento internet messo gratuitamente a disposizione dalla biblioteca pubblica, curata da un'arzilla vecchietta che è lì impiegata come volontaria.
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Di ritorno verso casa dopo un pomeriggio dedicato allo shopping (ci sentiamo come Nonna Papera e Ciccio che, per fare acquisti, devono andare in città), troviamo la macchina dello sceriffo che blocca la strada verso Brian Head: c'è stato un forte nubifragio, e il transito è interrotto in ben due punti a causa di altrettante frane! Dopo un'attesa di due ore - quando già lo sceriffo ha informato noi e il gruppetto di altre persone in attesa di poter passare che saremmo stati ospitati nella palestra comunale - giunge la notizie che i bull-dozer hanno riaperto la strada. Risalendo, mentre i fulmini continuano a colpire gli alberi a pochi metri dalla nostra macchina, vediamo che effettivamente la tempesta è stata molto violenta. Tutto è allagato e manca pure la luce! Ce ne stiamo "in casetta", e riflettiamo sull'ironia della sorte: abbiamo praticamente svuotato un enorme ipermercato americano, comprando un ben-di-dio di roba, ma ci tocca una cena a base di pan-carré e carne secca: il black-out non ci permette di usare la cucina elettrica... Niente mitica pastina stasera! Be', se non altro la carne secca acquistata sulla strada verso il Gran Canyon ci fa sentire un po' come i vecchi cow-boy.
Comunque, confidiamo nel «Weather Channel» che ha previsto bel tempo per l'indomani.
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Sulle rive del Panguitch Lake.
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