21 - 23 giugno
«Palermo Pride 2013»

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A PALERMO!

Il Gay Pride nazionale quest'anno si tiene a Palermo (praticamente... dietro l'angolo!), così io e Vincenzo pensiamo che sia la volta buona per parteciparvi.
Sarà la nostra seconda esperienza in un Gay Pride, dopo quella del 2010, quando ci trovammo assolutamente per caso nella gay parade di Seattle, negli Stati Uniti.
Quella volta fu veramente fantastica, forse perchè inattesa. Inoltre, c'era alla base anche la grande capacità organizzativa degli USA. Nel caso del Palermo Pride non sappiamo cosa troveremo, così partiamo senza aspettative particolari... Ci accontenteremo di ciò che troveremo; e, comunque, è anche previsto un giretto turistico per visitare le tante bellezze di Palermo.
Volete venire con noi? Ehi! Calma!!!
Non spingete!
Don't push!
Nno muttàti!
... Al gay pride c'è posto per tutti!

Andiamo a Palermo col treno che prendiamo a Milazzo in un'assolata giornata d'inizio estate e...

... alloggiamo all'Hotel Politeama in pieno centro, dove staremo per due giorni. L'albergo è un buon quattro-stelle; la stanzetta forse è un po' piccola, ma poco importa, poichè ci dedichiamo subito alla visita della città.

La cattedrale.

I simboli del potere nazionale e siciliano al Palazzo dei Normanni.

L'oratorio di SANTA CITA

Decidiamo di dedicare la mattinata di sabato alla visita di un piccolo gioiello dell'arte barocca palermitana che pochissimi conoscono. L'oratorio di Santa Cita, infatti, è al di fuori dei circuiti turistici più battuti; eppure arrivarvi è molto facile, dato che il complesso religioso si trova tra la Vuccirìa e Via Cavour.

L'Oratorio del "Rosario di Santa Cita di Palermo" fu edificato nel Seicento dall'omonima Compagnia a sud della Chiesa di Santa Cita, e vi si accede attrversando un porticato e salendo per una bella scala. Il biglietto costa 6 euro a persona (non poco, in effetti), ma ne vale la pena!
L'autore è Giacomo Serpotta che realizzò l'oratorio tra il 1686 e il 1718. Tutto ruota attorno alla battaglia di Lepanto che viene celebrata in modo retorico come vittoria della fede (impersonificata dai cristiani) sull'errore (i turchi musulmani).
In particolare, Serpotta intese sottolineare il ruolo della Madonna, e fece ciò attraverso una cospicua serie di allegorie che si concretizzano in numerosi puttini biricchini e altre figure femminili, personificazione di questa o quella virtù. Davvero interessante!

E dopo l'Oratorio di Santa Cita, si va da... Zia Ada!!!

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