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L'AVANA
La vacanza a Cuba non era prevista: in effetti per l'estate 2015 avevamo immaginato un altro viaggio in Oriente. Poi, però, a febbraio, il telegiornale annuncia che gli Stati Uniti avrebbero normalizzato le relazioni con L'Avana... Good Heavens! Arrivano gli Americani! Ed è a questo punto che scatta l'operazione «Ora-o-mai-più»: prima che uno degli ultimi baluardi del comunismo ceda allo strapotere capitalista, decidiamo di visitare l'isola caraibica, consapevoli che l'autentico spirito cubano non sopravviverà a lungo. |
Innanzitutto c'è da richiedere il visto. L'operazione richiede un minimo d'impegno; chi organizza il viaggio tramite agenzia, non deve preoccuparsi perchè è l'agenzia stessa che si occupa di tutto, facendosi ovviamente pagare il servizio (manco a dirlo!). |
Come detto, un elemento di difficoltà dell'organizzare una vacanza a Cuba in proprio sta nel fatto che il regime di Fidel e Raul Castro costringe l'isola a vivere in una condizione di arretratezza tecnologica che determina un enorme gap informatico: internet è praticamente sconosciuto alla maggior parte della popolazione, e gli operatori del turismo - hotel e bed-and-breakfast (che qui si chiamano "casas particulares") - raramente riescono a garantire prenotazioni on-line. |
Noi, dopo serate intere trascorse a leggere diari di viaggio e forum turistici, abbiamo finito con lo scegliere la casa particular "Cristo Colonial", sia per i buoni giudizi sui proprietari, sia per l'ottima collocazione nel pieno centro di La Habana Vieja. |
In realtà a Cuba non è che ci mettano molto a far baldoria: ogni occasione è buona per festeggiare, ovviamente con musica ad alto, altissimo, altissimissimo volume! |
La zona nella quale ci troviamo - così come tutta l'Avana Vecchia - sembra la fotocopia del centro di Palermo (per intenderci, la zona della Vucciria) o dei Quartieri Spagnoli di Napoli. E, in effetti, questo particolare non è casuale, se si considera che L'Avana, Palermo e Napoli hanno ricevuto la loro attuale conformazione urbanistica comune quando, tra '600 e '700, facevano tutte parte dell'impero spagnolo. |
Continuando la ricerca dell'acqua, qualcuno mi suggerisce di provare in ciò che sembra un bar non lontano. E' chiuso, ma i proprietari sono dentro e quindi sono invitato a bussare. Mi apre una tizia il cui rinomato sorriso caraibico deve essere scaduto da un pezzo come lo yoghurt, visto il suo sguardo truce e la lapidaria domanda: «¿Qué quieres?». |
Risolta momentaneamente la crisi idrica, possiamo avventurarci per le strade dell'Havana Vieja, e ci divertiamo a vedere le innumerevoli macchine d'epoca che circolano tranquillamente. In effetti, dal giorno della rivoluzione (ai primi anni '60) l'embargo non ha più permesso che a Cuba entrassero nuove automobili. Le poche vetture moderne appartengono essenzialmente ai rent-a-car o a funzionari del governo; a volte si vede qualche Fiat un po' più recente, o qualche Peugeot, probabile regali di emigrati che lavorano in Europa ai parenti rimasti sull'isola. Per il resto circolano solo macchinoni americani di fine anni '50 che è uno spettacolo guardarli anche quando sono arrugginiti e cadenti. |
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