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INDIAN CANYONS (1/2)
A soltanto un paio di miglia da Palm Springs ci sono dei canyon molto belli che decidiamo di visitare. Intendiamoci: pur non avendo niente a che vedere con l'imponenza del Gran Canyon, in ogni caso sono dei posti molto suggestivi per i quali vale la pena sfidare il caldo atroce. |
Nonostante sia mattina la temperatura è già oltre i 40°C, per cui con piacere ci rifugiamo all'ombra dele imponenti palme che appartengono a una specie indigena molto particolare: la washingtonia filifera, che ha la caratteristica di non perdere le foglie secche, come avviene per le altre palme. Ne deriva che queste foglie tendono ad accumularsi formando delle imponenti "barbe" dalle quali si può desumere l'età della pianta. |
Sul letto del canyon scorre un fiumiciattolo, che conserva una vena d'acqua anche nel periodo più torrido dell'estate. L'umidità garantisce, quindi, a molte piante la sopravvivenza, mentre pochi metri appena più su ricomincia il deserto. |
Mentre si avvicina mezzogiorno, torniamo verso il Visitor's Center. Ci tocca attraversare un paio di volte il fiumiciattolo, ma Vincenzo (foto a destra) sembra ormai aver preso dimestichezza con un elemento a lui così ostile come l'acqua. Saltella al di qua e al di là del ruscello come uno di quei cerbiatti che abitano nel canyon, ignaro di un cartello che all'ingresso invitava a prestare attenzione ai serpenti a sonagli che prediligono le zone umide e ombreggiate! |
Fortunatamente non avvistiamo alcun serpente, e ci accingiamo a inziare la visita del secondo canyon. Al parcheggio presso il Visitor's Center c'è un po' di concitazione: vediamo un tizio alquanto agitato che dice: «I can't find her!». Evidentemente si è persa una ragazza, ma - pensiamo - non è il caso di preoccuparsi più di tanto. La troveranno presto, poichè, in fondo, è facile ritrovare la strada dato che il canyon è incanalato tra due costoni rocciosi. |
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