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CAPE TRIBULATION

Cape Tribulation: un posto di frontiera estrema. La «tribolazione» alla quale fa riferimento questo topònimo è quella relativa ai guai patiti dal Capitano Cook quando si trovò a veleggiare da queste parti: il suo vascello si stava avvicinando alla riva di ciò che appariva un promomtorio protettivo quando la chiglia urtò la barriera corallina. Risultato: la nave restò incagliata per giorni e giorni, e ci volle uno sforzo enorme, una serie di circostanze favorevoli (una combinazione di vento propizio e alta marea) e una buona dose di fortuna per poter ripartire.

Fortunatamente per i viaggiatori odierni arrivare fin qui non è più un problema. Semmai i problemi cominciano da qui in poi: infatti, Cape Tribulation è il posto più settentrionale dell'intera Australia ove giunge la strada asfaltata lungo la costa. In effetti ancora più a nord c'è la cittadina di Cooktown, raggiungibile tramite un tragitto su una strada in terra battuta lunga circa un centinaio di chilometri.

In pratica da questo punto in poi si estende la penicola di Cape York, cioè l'estrema punta settentrionale dell'Australia che fronteggia la Papua-Nuova Guinea e il cui punto più estremo dista ben 700 chilometri. A me piacerebbe avventurarmi fin lassù in 4x4, ma l'idea di un viaggio così lungo per strade appena accennate nella giungla, attraversando guadi infestati da coccodrilli e senza alcun segnale di civiltà, a Vincenzo non piace.

Così Cape Tribulation rimane anche per noi la «frontiera estrema» dell'Australia. Un luogo dell'anima nel quale perdersi piacevolmente lungo spiagge sconfinate, dove c'è finalmente caldo che è un piacere sentire il sole sulla pelle, dove pensi a come sarà difficile raccontare un Italia le sensazioni che si stanno provando.

Cape Tribulation possiede un'energia veramente speciale. Gli aborigeni, molto attenti a notare queste particolarità, hanno denominato questa zona con uno dei soliti nomi impronunciabili ma il cui significato è: «il posto ove l'anima incontra se stessa.»
Qui la foresta pluviale è particolarmente fitta e intricata, come dimostrano le liane che "giocano" a intrecciarsi tra loro in artistiche decorazioni.
Ma le piante possono rivelarsi molto men amichevoli di quanto ci si possa aspettare: ce ne sono alcune che hanno delle foglie lunghissime dai bordi seghettati estremamente taglienti. E poi c'è l'albero più incredibile di tutti: è una specie di acacia che possiede delle foglie di grandezza media a forma di cuore. Quando l'albero si sente minacciato (per esempio perchè qualcuno batte violentamente contro il tronco), lascia cadere da tutto il fogliame un denso pulviscolo di una sostanza urticante così potente da riuscire a paralizzare il sistema nervoso dell'uomo. Se viene inalata causa un blocco polmonare, mentre sulla pelle causa forti bruciori che possono riacutizzarsi anche a distanza di mesi.

Ma persino questi "attentati vegetali" passano in secondo piano di fronte alla pace e alla bellezza di questo posto sconfinato, dove in questa spiaggia infinita è possibile incontrare di tutto: dai granchietti che tessono i loro centrini di sabbia, alla... propria anima che gioca tra i riflessi del mare...
Come ti smonto un momento di trascendenza estrema: «E' ora di pranzo: dove andiamo a mangiare?» Eh sì: l'anima sarà pure leggiadra ed eterea, ma la "prosaica pancia" ci riporta coi piedi per terra. Okay: c'era un ristorante un paio di chilometri più in giù...

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