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BABINDA

La casa di Nat è completamente circondata dalla foresta pluviale, e qui la natura è veramente lussureggiante. Se la vegetazione non viene disturbata dalla solita azione distruttrice dell'uomo, in poco tempo prende il sopravvento. Ne sa qualcosa questo povero furgoncino che è rimasto fermo per un paio di mesi in un angolino della proprietà di Nat, finendo letteralmente assalito dalle piante.

Babinda si trova 11° a sud dell'equatore: quindia siamo in piena zona tropicale; eppure, alcuni scorci sembrano piuttosto un paesaggio alpino, se non fosse per le palme...

A confermarci che non siamo in Svizzera c'è la frutta tropicale, come il five-corner fruit, che in italia si chiama "carambola".
Il gusto è estremamente aspro, ma piacevole allo stesso tempo: un gradevole incrocio tra kiwi e limone...

Il centro abitato di Babinda è 5 chilometri più a est. E' una passeggiata che facciamo volentieri, tra distese di canna da zucchero e foresta. La strada è pressocchè deserta, se si eccettuano sporadiche macchine di turisti che vanno a visitare le Babinda Boulders, cioè le gole e le rapide del Babinda River.

Una caratteristica che ci ha colpito: tutte le piantagioni di canna da zucchero sono collegate tra loro da un trenino che poi porta il raccolto allo zuccherificio di Babinda. Quando dico "«tutte le piantagioni», intendo proprio "tutte"; il che implica che le rotaie siano ramificate capillarmente esattamente come possono essere i sentierini interpoderali che in Sicilia collegano i vari appezzamenti di terreno.
L'effetto è molto suggestivo: i binari (a scartamento molto ridotto) e gli scambi manuali creano un'atmosfera da trenino elettrico per certi versi affascinante, almeno per me che credo di essere uno degli ultimi ad avere giocato col trenino della Lima che girava in tondo.

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