Cuba
7 - 29 luglio 2015

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TRINIDAD: Salto del Caburní

In genere si pensa a Cuba come una lunga infinita spiaggia orlata di palme. Tuttavia, come abbiamo avuto già modo di vedere a Viñales, l'entroterra collinare è veramente bello. A meno di un'ora da Trinidad, ci sono delle montagne che creano un succedersi di vallate ricoprte dalla fitta vegetazione. La zona che noi visitiamo con Steven & Merle si chiama "Topes de Collantes"; in particolare, l'obiettivo finale sono le cascate del Caburní.
Lasciamo la macchina in un parcheggio praticamente deserto, nei pressi di un enorme edificio anch'esso semi-abbandonato: lo stile chiaramente sovietico dimostra che ai tempi dell'URSS qui venivano i pezzi-grossi del regime cubano, nonchè del politburo di Mosca, in fuga dall'inverno russo. Oggi quest'enorme residenza per ricchi comunisti simboleggia un'epoca ormai definitivamente passata.
Non mi aspettavo di trovare un ambiente così malinconico,... E l'escursione verso le cascate ha inizio così.

Per andare dal parcheggio alle cascate è necessario percorrere un sentiero che si addentra nella foresta; si tratta di un tragitto in costante discesa che, come indica il cartello posto all'imboccatura, richiede circa 45 minuti.
Ormai io e Vincenzo siamo dei "veterani" dei percorsi nella jungla tropicale: basti considerare le nostre precedenti esperienze:
- nell'Amazzonia brasiliana;
- nel Borneo malese;
- nel Queensland australiano;
- alle Isole Vanuatu;
- nella campagna cambogiana.
Quindi, questa boscaglia cubana in fin dei conti non ci emoziona più di tanto poichè, a differenza degli altri posti tropicali, qui a Cuba non c'è... l'ebbrezza del brivido,... Che so... un serpentello velenoso, un coccodrillo, una sanguisuga... Niente di tutto questo: qui persino Angela potrebbe lasciare il suo affezionato stanzino delle scope torinese e godersi una passeggiata senza tema di incontri perigliosi.
Alla fine la parte più bella di tutta la discesa verso le cascate del Caburní saranno delle formazioni rocciose stratificate che creano una specie di tetto lungo il sentiero. Questo riparo mi ricorda un po' un luogo simile che abbiamo visitato nel "Natural Bridges National Park, nello Utah, e penso che potrebbe essere utile in caso di pioggia... Mai considerazione fu più profetica!
Ma continuiamo a scendere.

Arriviamo a fondo valle. Il sentiero si ferma sulla riva di una pozza formata dalla cascata, che non è certo imponente. Alcuni ragazzi fanno il bagno nell'acqua verde che non è certo limpida, anche se sarà sicuramente pulita, visto che a monte non vi è alcun insediamento umano.
Merle & Steven, che hanno condiviso con noi quest'escursione, si spostano sulla sinistra, dove una diramazione del sentiero conduce nella parte meno visitata del sito, e qui sicuramente vale la pena andare: si tratta di una sorta di enorme canalone che l'acqua ha scavato direttamente nella dura roccia, creando uno scivolo veramente suggestivo. Purtroppo noi ci limitiamo a un fugace sguardo da lontano: il sentiero non è per niente... Cucciolo-proof: è stretto, fangoso, scivoloso, con frequenti interruzioni, dislivelli e scale a pioli che creano un contesto molto "Giochi-senza-Frontiere". Senza contare che...
... Inizia a piovere!

... Un tuono; un altro tuono più vicino; e poi ancora un altro:... Scoppia il finimondo: un temporale tropicale di quelli coi fiocchi e noi siamo lontanissimi dalla macchina!
Siamo ai Caraibi e non dovrei stupirmi molto: abbiamo notato nei giorni precedenti che quotidianamente, verso le 16:00, comincia un nubifragio che, in non più di un'ora, scarica tutta l'acqua che l'evaporazione accumula dalle prime ore della mattinata. Ma ora sono da poco passate le 15:00! Che sfortuna: il temporale è in anticipo!!!
Faccio il punto della situazione: abbiamo impiegato 45 minuti per scendere; in salita ci vorrà almeno un'ora, e col terreno reso scivoloso dalla pioggia forse ancora di più: inutile lamentarsi o cercare riparo... rassegnati cominciamo la risalita sotto una pioggia fittissima. Arriviamo al parcheggio scolati fino agli slip! [↓↓↓]

Waterproof Vincenzo.

Stanchi e umidicci torniamo a Trinidad. Doccia e vestiti puliti per una serata al ristorante con Steven & Merle, che costituirà l'antefatto di un evento poco piacevole che capiterà alla coppia tedesca.
Antefatto: scegliamo un ristorante in una via piena di localini nel centro di Trinidad. Siamo gli unici, e ci chiediamo come mai, mentre nel ristorante proprio di fronte c'è la fila fuori: poi vediamo il menu e i prezzi altissimi e decidiamo di andar via. In questa manovra Steven & Merle dimenticano la loro macchina fotografica sulla sedia. Mangiamo nel nuovo ristorante, dove conosciamo una simpatica coppia di canadesi, con lei che insegna in una scuola italiana di Montreal. Torniamo a casa e tutti a nanna. Poi...
... E' da poco passata la mezzanotte quando dei tonfi sordi mi svegliano: è Steven che batte coi pugni sul portone di casa tentando di uscire in strada... senza riuscire ad aprire la porta! In pratica lui e Merle si sono accorti che non hanno con loro la macchina fotografica (una Canon con mega-teleobiettivo, costata oltre 1000€!) e pensano che sia rimasta nel primo ristorante. Tuttavia, nella foga di aprire il portone, la serratura si è bloccata e siamo chiusi dentro! In casa non c'è nessun altro: Yumara e Yeniel sono andati a una fiesta e chissà quando torneranno... Steven è un leone furioso; Merle si dispera e piagnucola... Proviamo a cercare altre uscite: la porta del garage è chiusa da un cancello con lucchetto. Proviamo sul retro: niente da fare... muri altissimi. Andiamo sul balcone al primo piano, ma saltar giù da lì è impensabile. Mi ricordo di aver visto una scala a pioli nel giardino sul retro e suggerisco di andarla a prendere e scendere in strada dal balcone con la scala, ma l'operazione si rivela superflua perchè noto che nella casa di fronte c'è qualcuno. E' una ragazzina; la chiamo e chiedo se può contattare Yumara per noi (dando per scontato che a Trinidad tutti si conoscano). La ragazzina effettivamente chiama Yumara che torna subito a casa e ci apre. Steven e Merle si precipitano fuori, sperando che:
A) il ristorante sia ancora aperto, e che
B) chi ha trovato la macchina fotografica sia onesto e non se la sia fregata.
Dopo una ventina di minuti i nostri amici tedeschi tornano: hanno la macchina fotografica con loro!
Buona notte, anzi: Gute Nacht!

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