SUD AMERICA 2015
7 - 30 dicembre

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BUENOS AIRES: Calle Florida e la Casa Rosada

Goccia di latte per la bocca che racconta e goccia di miele per la mente che ascolta...
Come un Omero andino, sento la necessità di una invocatio Pachamamæ per essere aiutato nell'impegnativo resoconto di quest'esperienza sudamericana.
Come sempre non abbiamo seguito le tradizionali rotte turistiche, e abbiamo imboccato itinerari alternativi che ci hanno fatto sentire dei privilegiati per la possibilità di vedere alcune meraviglie poco conosciute del nostro pianeta. E questo ci porta dritti al punto: è un viaggio che tutti potrebbero fare? Assolutamente no!
Con un pizzico di tracotanza, posso dire che il percorso da noi seguito non è adatto a parecchie persone. Non potrebbe fare questo viaggio:
- chi soffre il mal-di-montagna;
- chi è turista e non viaggiatore;
- chi fa shopping in Via Condotti a Roma, in Via Montenapoleone a Milano o in Via Roma a Torino;
- chi oddìo-un-ragno-che-schifo!
- chi ha preso l'autobus per l'ultima volta quando andava al liceo;
- chi quale-maglietta-mi-metto-stasera-per-andare-al-ristorante?
- chi io-mangio-solo-cibi-che so-come-si-pronunciano...

In realtà, tutto è cominciato in modo alquanto ordinario. Buenos Aires non è forse una delle principali porte del Sud America o, almeno, non è forse tra quelle più a portata di mano. Comunque noi raggiungiamo la capitale dell'Argentina con un volo no-stop da Roma che dura circa 13 ore e che è stato tra i più movimentati mai fatti, per un'incessante serie di turbolenze nel tratto sopra il Sahara.
In ogni caso Buenos Aires ci accoglie con un sole estivo che è un piacere per noi che fuggiamo dall'inverno. La città è bella, moderna e vivace. Noi ci sistemiamo per tre giorni all'Hotel "El Cabildo". L'albergo non è certo spettacolare; tutt'altro. La nostra stanza è così piccola che bisogna fare a turno per circolare tra il letto, il bagno e la finestrella; tuttavia è in posizione invidiabile, in pieno centro, a pochi metri da Calle Florida che è la strada dei cambiavalute abusivi. Basta percorrere pochi metri e si viene subito circondati da decine di persone che continuano a ripetere, come in un disco incantato, "Cambio-cambio, cambio-cambio...". E' il cosiddetto "cambio blu" (l'equivalente del nostro cambio in nero), che però è maledettamente conveniente, dato che siamo riusciti a cambiare con un vantaggio di oltre il 50% che avrebbe reso entusiasta mio cugino Salvatore: a fronte del cambio ufficiale delle banche pari a 10,3 pesos per 1 €, noi siamo riusciti a ottenere fino a 15,70 pesos!
Manco a farlo apposta, dopo una settimana di nostra permanenza in Argentina, il neo-eletto presidente della repubblica Macri, una volta preso il posto della Kirchner, ha subito liberalizzato il cambio, attenuando di molto i margini di guadagno dei cambiavalute abusivi! Il cambio ufficiale è subito schizzato a 13,7 pesos per 1 €, e noi siamo riusciti a cambiare con una convenienza minima a 14,7 per 1 €. Ma va bene lo stesso.
In ogni caso, non è di Buenos Aires che ho voglia di parlare: la Pachamama ci aspetta sulle Ande...

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