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Furono certamente abitate fin dalla preistoria - come possono testimoniare i numerosi reperti raccolti in quattro splendide sale (XII - XV) del Museo Eoliano. Molto spesso al centro di turbolente vicende, sia per lo scatenarsi delle forze della natura, sia per l'essere teatro e campo di battaglia, potendo offrire insenature e porti sicuri per qualsiasi flotta. |
SALINA
Salina, divisa da Lipari da un canale largo 4 Km e profondo 330 m, è formato da due montagne che vanno a congiungersi nella vallata di Valdichiesa. Fu per questo chiamata "Dydime" dai Greci: "l'isola gemella", poichè, osservandola da lontano, appare divisa in due parti pressochè uguali. |
Ogni centro ha una sua peculiarità: Santa Marina Salina è il porto principale dell'isola, mentre Malfa è il comune con più abitanti. In esso rientra Pollara, situata a Nord-Ovest dell'isola, che consente di poter raggiungere e gustare la visione di Punta Perciatu e della incomparabile Baia (uno dei posti più belli dell'intero Mediterraneo), nella quale il sole ed il mare sembrano trastullarsi perennemente a creare mille effetti di luce che si stemperano e si infiammano in giochi policromi indescrivibili. |
Rinella (secondo porto dell'isola) è particolarmente pittoresca per il suo borgo di pescatori e per le numerose grotte naturali di tufo. Appartiene a Leni, che è in posizione collinare, principale base di partenza delle escursioni che vanno alla Fossa delle Felci. Molto suggestivo anche il piccolo biorgo di Lingua, cols suo malinconico faro posto a guardia di un laghetto triangolare, dal quale deriva l'attuale nome dell'isola, essendo tale specchio d'acqua una volta adibito a salina. |
LIPARI
Lipari, capoluogo dell'arcipelago, estende la sua amministrazione su Vulcano, Panarea, Stromboli, Filicudi ed Alicudi ed è senz'altro l'isola più complessa ed interessante sul piano geologico e vulcanologico. Attraverso la panoramica di vari crateri, della cui attività in epoche remote testimoniano l'ossidiana e la pietra pomice, offre al turista una zona montuosa in cui fanno spicco il monte Guardia di fronte a Vulcano; il monte Rosa, il S. Angelo al centro dell'isola; il Chirica, dalla cui cima si domina l'Arcipelago; il Pelato tutto bianco di pomice, che viene lavorata a Porticello ed Acquacalda e che, trattata nel centro commerciale di Canneto, è esportata in tutto il mondo. |
VULCANO
Vulcano, separata da Lipari da un canale largo 800 m, dominato dai superbi faraglioni, può essere suddivisa in tre parti essenziali: |
STROMBOLI
Stromboli, la più a settentrione e ad oriente dell'Arcipelago, costituita da materiali vulcanici, presenta una configurazione rotonda che ben richiama l'etimo greco.
Unico vulcano in perenne e ritmica attività con tre bocche eruttive, le cui esplosioni scagliano al cielo massi incandescenti e lapilli infuocati che incendiano la notte e rotolano fragorosamente nel mare per la Sciara del Fuoco.
Si tratta di una spettacolo indescrivibile, forse unico al mondo, che rievoca e fa rivivere immagini dantesche nel terribile linguaggio del ritmico incalzare delle esplosioni, che è possibile ammirare dal mare antistante la Sciara ed anche dalla sommità del cono fumante.
Le paurose colate laviche del passato sono presenti eloquentemente nelle precipiti e frastagliate costiere che danno un tocco particolare a tutta la zona compresa fra la Sciara del Fuoco e Ficogrande.
Tre i suoi centri abitati: S. Vincenzo, S. Bartolomeo e Ginostra con le caratteristiche casette a forma di cubo e tutte in stile eoliano. Esse punteggiano con il loro candore le spiagge e le scogliere di agglomerato lavico nerissimo, in posizione panoramica e su di un mare che è il paradiso ideale di tanti pescatori per la limpidezza delle sue acque e per lo spettacolo dei suoi fondali che si tingono di sole, si smorzano appena sotto le stelle per ammorbidirsi e colorarsi di nuovo nelle luca nascenti dell'alba.
A coronare tutta questa naturale bellezza, ecco sorgere, quasi d'incanto, di fronte all'isola il picco merlettato dello Strombolicchio, dalla cui cima lo sguardo può spaziare sul panorama incantevole che va dalla costa calabra al manto regale dell'Etna.
FILICUDI
Filicudi, penultima isola nella parte Nord-Occidentale dell'arcipelago, con la sua tipica vegetazione lussureggiante di felci - da cui si fa derivare il nome - s'incentra attorno il Monte delle Felci che raggiunge i 774 m di altitudine.
Nella parte Sud-Orientale sorge, accessibile da Filicudi-Porto, la piccola e suggestiva penisola di Capo Graziano, in cui l'archeologia moderna ha felicemente individuato e portato alla luce i resti di un villaggio di capanne, anche queste a forma circolare, risalenti all'età del bronzo.
Tre sono i suoi centri abitati: Filicudi-Porto, Pecorini, Valdichiesa. Le coste alte, quasi a vertigine sul mare, offrono avvallamenti ed insenature, grotte fantasmagoriche, fra le quali merita di essere visitata quella del Bue Marino.
L'isola è caratteristica per i suoi terrazzamenti che ne consentivano un certo razionale sfruttamento agricolo, mentre ancora oggi è fiorente la coltivazione del cappero. Abbondante la pesca di aragoste, cernie e ricciole.
Come se non bastasse tutta questa selvaggia panoramicità, sbuca dal mare, quasi a sfiorare il cielo, l'obelisco naturale della Canna nell'imponenza dei suoi 85 m di altezza, specchiantesi nelle onde di un mare limpidissimo e cristallino nell'orlo del tramonto o nelle prime venature dell'alba.
Interessanti i reperti archeologici di antiche sepolture rinvenute in grotte naturali in località Montagnola.
ALICUDI
Alicudi, la più occidentale ed isolata del gruppo delle Eolie, può essere suggestivamente definita un eremo naturale per la pace e la serenità che regnano sovrane su di essa.
Si eleva in forma conica ed aspra fino a 670 m sul mare con il Timpone della Montagnola, noto anche con il nome di Filo dell'Arpa, che si affaccia su acque azzurre e fantastiche per la varietà degli effetti di luce ricreati in esse dal susseguirsi di scogliere, terrazzi, anfratti naturali e rocce vulcaniche, nelle quali giocano il nero ed il rosso di antiche esplosioni e colate laviche.
Per molti secoli, bersaglio di frequenti incursioni da parte dei pirati che infestavano le rotte del Tirreno, la sua popolazione fu praticamente costretta a trovarsi un riparo naturale in casette costruite sui terrazzi a mezza costa che danno sul versante orientale. Vi si può assaporare ancora oggi il gusto di una vita semplice e primitiva tra gente che è sempre pronta ad accoglierti con il sorriso della sua ospitalità.
L'isola, caratterizzata dall'erica, che pare abbia suggerito anticamente il suo nome, è saggiamente sfruttata in quelle che sono le sue esigue risorse naturali, tra le gradazioni cangianti e carnose del fico d'india, in un silenzio che ha del divino e che forse oggi si può trovare soltanto su questo lembo di terra lontano e sperduto, quasi fuori dal mondo.
Per la sua posizione è da anni il punto d'incontro di pescatori, dilettanti e professionisti, di appassionati di pesca subacquea che sanno di trovare qui un mare che li appagherà pienamente, ricco come è di una fauna ricercatissima e svariata.
PANAREA
Panarea sorge sopra una piattaforma subacquea pressochè circolare, in cui lo scandaglio non scende più a fondo di 50 m. Su di essa si innalzano anche l'isoletta di Basiluzzo e i roccioni a scogliera di Dattilo, Lisca Bianca, Bottaro, Panarelli e Formiche, che, per la loro stessa natura geologica, fanno subito pensare a movimenti endogeni e tellurici di antiche esplosioni che ne hanno frantumato l'unità originaria. Infatti, il mare che bagna questi isolotti presenta sul fondale resti che ne attestano la continuità da Panarea e la abitabilità in tempi remoti.
Tutto il territorio può essere considerato unico per la varietà della sua configurazione, scoscesa e frastagliata, e per la sequenza di insenature, spiagge incontaminate e scogli che, oltre alla naturale bellezza, sembrano tramutarsi di ora in ora nell'iridescenza di acque variegate da luci, ombre riposanti, sussurri e sospiri di ninfe e di sirene.
Si inerpica fino ai 421 m di Pizzo del Corvo ed offre al turista l'ospitalità dei suoi piccoli centri di Ditella, S. Pietro e Drauto, rinomati per la Villeggiatura estiva. A sud-ovest l'incomparabile suggestione di Cala Junco, antico porto naturale di Capo Milazzese: un pianoro sul quale sono stati trovati e portati alla luce i reperti più antichi di tutto l'Arcipelago, costituiti da un villaggio di capanne circolari risalenti al 1500 a.C.
In contrada S. Pietro si apre una piccola baia per navi, aliscafi, pescherecci e barche da diporto, mentre dalla collinetta soprastante si possono ammirare lo scoglio di Basiluzzo e Stromboli. Sopra queste coste, quasi ovunque alte e rocciose, il territorio interno appare molto accidentato, più accessibile sulla costa orientale che si presenta a gradini naturali ampi e adatti alle colture
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