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Furono certamente abitate fin dalla preistoria - come possono testimoniare i numerosi reperti raccolti in quattro splendide sale (XII - XV) del Museo Eoliano. Molto spesso al centro di turbolente vicende, sia per lo scatenarsi delle forze della natura, sia per l'essere teatro e campo di battaglia, potendo offrire insenature e porti sicuri per qualsiasi flotta.
La vegetazione è tipicamente mediterranea e ricca di mirto, erica, felci, oleandri e ginestre; rigogliose le piante aromatiche come il lentisco, il timo ed il rosmarino; di casa gli alberi da frutta come il fico, il mandorlo, il susino, il fico d'India ed il carrubo. Pianta tipica il cappero che viene esportato in tutto il mondo; mentre la vite è rinomata soprattutto per la produzione, unica al mondo, del vino Malvasia. La fauna è ricca e varia; il mare, tra i più limpidi ed i più pescosi, è ormai il paradiso da favola dei subacquei di ogni continente.

Le Isole Eolie sono abitate da tempi remoti. Il Museo archeologico di Lipari conserva molti reperti preziosi e unici.

SALINA

Un germoglio della pianta del cappero. In realtà, i capperi che si usano in cucina non sono altro che i boccioli del fiore

Salina, divisa da Lipari da un canale largo 4 Km e profondo 330 m, è formato da due montagne che vanno a congiungersi nella vallata di Valdichiesa. Fu per questo chiamata "Dydime" dai Greci: "l'isola gemella", poichè, osservandola da lontano, appare divisa in due parti pressochè uguali.
La cima "Fossa delle Felci" a quota 963m, rappresenta il tetto dell'isola e di tutto l'arcipelago. Terrazzata e sfruttata sapientemente con coltivazioni di capperi, vigneti e alberi da frutta, orgogliosamente famosa per la produzione della Malvasia: un'uva dagli "acini a chicchi di sole" che danno un vino sognato ed invidiato nel mondo dal palato di tutti i buongustai.
Salina spicca nel panorame "geo-politico" delle Eolie per una singolarità amministrativa: mentre tutte le restanti sei isole appartengono al comune di Lipari (del quale sono frazioni),

Salina non solo ha una sua autonomia, ma è addirittura suddivisa in tre comuni: Santa Marina, Malfa, Leni. Ricchi di notevole interesse escursionistico e sommamente ospitali sono anche gli insediamenti di Rinella, Pollara, Lingua e Valdichiesa.

Ogni centro ha una sua peculiarità: Santa Marina Salina è il porto principale dell'isola, mentre Malfa è il comune con più abitanti. In esso rientra Pollara, situata a Nord-Ovest dell'isola, che consente di poter raggiungere e gustare la visione di Punta Perciatu e della incomparabile Baia (uno dei posti più belli dell'intero Mediterraneo), nella quale il sole ed il mare sembrano trastullarsi perennemente a creare mille effetti di luce che si stemperano e si infiammano in giochi policromi indescrivibili.

Un vasetto di capperi, simpatico souvenir da portarsi a casa.
Il romantico faro di Lingua, in bilico tra il laghetto e il mare

Rinella (secondo porto dell'isola) è particolarmente pittoresca per il suo borgo di pescatori e per le numerose grotte naturali di tufo. Appartiene a Leni, che è in posizione collinare, principale base di partenza delle escursioni che vanno alla Fossa delle Felci. Molto suggestivo anche il piccolo biorgo di Lingua, cols suo malinconico faro posto a guardia di un laghetto triangolare, dal quale deriva l'attuale nome dell'isola, essendo tale specchio d'acqua una volta adibito a salina.


LIPARI

Lipari, capoluogo dell'arcipelago, estende la sua amministrazione su Vulcano, Panarea, Stromboli, Filicudi ed Alicudi ed è senz'altro l'isola più complessa ed interessante sul piano geologico e vulcanologico.
Attraverso la panoramica di vari crateri, della cui attività in epoche remote testimoniano l'ossidiana e la pietra pomice, offre al turista una zona montuosa in cui fanno spicco il monte Guardia di fronte a Vulcano; il monte Rosa, il S. Angelo al centro dell'isola; il Chirica, dalla cui cima si domina l'Arcipelago; il Pelato tutto bianco di pomice, che viene lavorata a Porticello ed Acquacalda e che, trattata nel centro commerciale di Canneto, è esportata in tutto il mondo.
Tra i prodotti tipici delle Isole Eolie, la malvasia è uno dei principali.
I centri più importanti, mete anche di gite suggestive, sono: Quattrocchi, Piano Conte, Quattropani, Monte S. Angelo, Canneto, Acquacalda, Pirrera, Lami, con possibilità di escursioni alle cave di pomice.
Dopo la dominazione di Cartaginesi, Romani, Arabi, Normanni, Svevi ed Aragonesi, durante l'impero di Carlo V, Lipari, distrutta e saccheggiata in quello stesso periodo, venne riedificata e si inserì da allora con tutte le altre isole nella storia del Regno di Napoli e di Sicilia. L'Acropoli - protetta da opere di fortificazioni costruite dagli spagnoli nel 1400 - divide la città in due parti. Lipari si estende lungo le insenature di Marina Lunga e di Marina Corta, al riparo del suo castello dalla inconfondibile architettonica barocca. Scavi recenti hanno fornito l'individuazione e la definizione esatta di una civiltà preistorica e greco-romana.
Sulla rocca sorgono chiese ricche di interesse artistico, fra le quali merita particolare attenzione la Cattedrale costruita dai Normanni.
Ma l'autentico gioiello, gloria e vanto di Lipari, è indubbiamente il Museo Eoliano. Nelle sue 25 sale sono ordinate sistematicamente le più antiche documentazioni sulle varie civiltà: vasi e crateri del IV secolo a.C.; vari tipi di sarcofaghi; anfore figurate di varia grandezza, oltre alla fedele ricostruzione della necropoli di Contrada Diana, ordinata in 6 sale (XX - XXV).
Tra le manifestazioni endogene più notevoli le acque ipertermali di S. Calogero, tra le migliori del mondo per i loro effetti terapeutici, alla cui sorgente si può ammirare la "grotta sudatoria" di epoca romana.
Attraente in tutte le sue prospettive ed in ogni suo scorcio il periplo in barca dell'isola separata da Salina da un tratto di mare di appena 4 km, mentre è di qualche centinaia di metri la distanza che la separa da da Vulcano.

VULCANO

Il cratere di Vulcano, un ampio cono con evidente presenza di zolfo.

Vulcano, separata da Lipari da un canale largo 800 m, dominato dai superbi faraglioni, può essere suddivisa in tre parti essenziali:
Vulcano piano, sui 400m di altitudine: una zona di 4 Kmq tra i monti Aria e Saraceno, ricca di vegetazione lussureggiante chiazzata dalla macchia inconfondibile delle ginestre;
Vulcano porto, che costituisce la parte pianeggiante formata dal porto ove attraccano navi ed aliscafi e sul quale incombe, massiccio ed imponente, il Cratere, come è stato lasciato

dall'ultima esplosione che squassò l'intera isola tra il 1888 ed il 1890.
Vulcanello, sgorgato dal mare in seguito ad una eruzione del 183 a.C. con i suoi tre minuscoli crateri, oggi spenti, dai cui materiali eruttivi prese vita l'istmo con la formazione del Porto di Ponente, oltre alla Baia di Levante ricca di fumarole sulfuree sulla spiaggia ed anche sottomarine.
Nell'insenatura a ponente dell'istmo si stendono, digradanti in un mare di smeraldo, le Sabbie Nere finissime che, vigilate e protette dal faraglione delle Sirene, rappresentano forse il luogo più suggestivo e riposante dell'isola.
A Levante si erge una montagnola di zolfo e di allume, ai cui piedi gorgoglia un laghetto di fanghi sulfurei efficacissimi per i loro effetti terapeutici, presso le Acque Calde che ribollono alla superficie del mare adiacente.
Sul versante che dà sulle Bocche di Vulcano, tra rocce e sabbie nerastre, alle quali la progressiva e continua erosione provocata dal vento ha conferito aspetti grotteschi, si snoda la Valle dei Mostri. La costiera di Ponente è un susseguirsi di precipizi, di insenature, di grotte marine che si aprono su di un mare incontaminato e pescosissimo.
L'isola offre itinerari incantevoli: La Valle della Roia; Piano dell'Arpa; le Grotte dei Rossi; la Contrada di Gelso; Capogrillo; Punte Nere; Punte Luccia; Punta Quadrata; Scario; Punta Faro; la Grotta d'Abate e, a corona di tante bellezze, la fantasmagorica Grotta del Cavallo.

STROMBOLI

Stromboli, la più a settentrione e ad oriente dell'Arcipelago, costituita da materiali vulcanici, presenta una configurazione rotonda che ben richiama l'etimo greco.
Unico vulcano in perenne e ritmica attività con tre bocche eruttive, le cui esplosioni scagliano al cielo massi incandescenti e lapilli infuocati che incendiano la notte e rotolano fragorosamente nel mare per la Sciara del Fuoco. Si tratta di una spettacolo indescrivibile, forse unico al mondo, che rievoca e fa rivivere immagini dantesche nel terribile linguaggio del ritmico incalzare delle esplosioni, che è possibile ammirare dal mare antistante la Sciara ed anche dalla sommità del cono fumante.
Le paurose colate laviche del passato sono presenti eloquentemente nelle precipiti e frastagliate costiere che danno un tocco particolare a tutta la zona compresa fra la Sciara del Fuoco e Ficogrande.
Tre i suoi centri abitati: S. Vincenzo, S. Bartolomeo e Ginostra con le caratteristiche casette a forma di cubo e tutte in stile eoliano. Esse punteggiano con il loro candore le spiagge e le scogliere di agglomerato lavico nerissimo, in posizione panoramica e su di un mare che è il paradiso ideale di tanti pescatori per la limpidezza delle sue acque e per lo spettacolo dei suoi fondali che si tingono di sole, si smorzano appena sotto le stelle per ammorbidirsi e colorarsi di nuovo nelle luca nascenti dell'alba.
A coronare tutta questa naturale bellezza, ecco sorgere, quasi d'incanto, di fronte all'isola il picco merlettato dello Strombolicchio, dalla cui cima lo sguardo può spaziare sul panorama incantevole che va dalla costa calabra al manto regale dell'Etna.

FILICUDI

Filicudi, penultima isola nella parte Nord-Occidentale dell'arcipelago, con la sua tipica vegetazione lussureggiante di felci - da cui si fa derivare il nome - s'incentra attorno il Monte delle Felci che raggiunge i 774 m di altitudine.
Nella parte Sud-Orientale sorge, accessibile da Filicudi-Porto, la piccola e suggestiva penisola di Capo Graziano, in cui l'archeologia moderna ha felicemente individuato e portato alla luce i resti di un villaggio di capanne, anche queste a forma circolare, risalenti all'età del bronzo.
Tre sono i suoi centri abitati: Filicudi-Porto, Pecorini, Valdichiesa. Le coste alte, quasi a vertigine sul mare, offrono avvallamenti ed insenature, grotte fantasmagoriche, fra le quali merita di essere visitata quella del Bue Marino.
L'isola è caratteristica per i suoi terrazzamenti che ne consentivano un certo razionale sfruttamento agricolo, mentre ancora oggi è fiorente la coltivazione del cappero. Abbondante la pesca di aragoste, cernie e ricciole.
Come se non bastasse tutta questa selvaggia panoramicità, sbuca dal mare, quasi a sfiorare il cielo, l'obelisco naturale della Canna nell'imponenza dei suoi 85 m di altezza, specchiantesi nelle onde di un mare limpidissimo e cristallino nell'orlo del tramonto o nelle prime venature dell'alba. Interessanti i reperti archeologici di antiche sepolture rinvenute in grotte naturali in località Montagnola.

ALICUDI

Alicudi, la più occidentale ed isolata del gruppo delle Eolie, può essere suggestivamente definita un eremo naturale per la pace e la serenità che regnano sovrane su di essa.
Si eleva in forma conica ed aspra fino a 670 m sul mare con il Timpone della Montagnola, noto anche con il nome di Filo dell'Arpa, che si affaccia su acque azzurre e fantastiche per la varietà degli effetti di luce ricreati in esse dal susseguirsi di scogliere, terrazzi, anfratti naturali e rocce vulcaniche, nelle quali giocano il nero ed il rosso di antiche esplosioni e colate laviche.
Per molti secoli, bersaglio di frequenti incursioni da parte dei pirati che infestavano le rotte del Tirreno, la sua popolazione fu praticamente costretta a trovarsi un riparo naturale in casette costruite sui terrazzi a mezza costa che danno sul versante orientale. Vi si può assaporare ancora oggi il gusto di una vita semplice e primitiva tra gente che è sempre pronta ad accoglierti con il sorriso della sua ospitalità.
L'isola, caratterizzata dall'erica, che pare abbia suggerito anticamente il suo nome, è saggiamente sfruttata in quelle che sono le sue esigue risorse naturali, tra le gradazioni cangianti e carnose del fico d'india, in un silenzio che ha del divino e che forse oggi si può trovare soltanto su questo lembo di terra lontano e sperduto, quasi fuori dal mondo.
Per la sua posizione è da anni il punto d'incontro di pescatori, dilettanti e professionisti, di appassionati di pesca subacquea che sanno di trovare qui un mare che li appagherà pienamente, ricco come è di una fauna ricercatissima e svariata.

PANAREA

Panarea sorge sopra una piattaforma subacquea pressochè circolare, in cui lo scandaglio non scende più a fondo di 50 m. Su di essa si innalzano anche l'isoletta di Basiluzzo e i roccioni a scogliera di Dattilo, Lisca Bianca, Bottaro, Panarelli e Formiche, che, per la loro stessa natura geologica, fanno subito pensare a movimenti endogeni e tellurici di antiche esplosioni che ne hanno frantumato l'unità originaria. Infatti, il mare che bagna questi isolotti presenta sul fondale resti che ne attestano la continuità da Panarea e la abitabilità in tempi remoti.
Tutto il territorio può essere considerato unico per la varietà della sua configurazione, scoscesa e frastagliata, e per la sequenza di insenature, spiagge incontaminate e scogli che, oltre alla naturale bellezza, sembrano tramutarsi di ora in ora nell'iridescenza di acque variegate da luci, ombre riposanti, sussurri e sospiri di ninfe e di sirene.
Si inerpica fino ai 421 m di Pizzo del Corvo ed offre al turista l'ospitalità dei suoi piccoli centri di Ditella, S. Pietro e Drauto, rinomati per la Villeggiatura estiva. A sud-ovest l'incomparabile suggestione di Cala Junco, antico porto naturale di Capo Milazzese: un pianoro sul quale sono stati trovati e portati alla luce i reperti più antichi di tutto l'Arcipelago, costituiti da un villaggio di capanne circolari risalenti al 1500 a.C.
In contrada S. Pietro si apre una piccola baia per navi, aliscafi, pescherecci e barche da diporto, mentre dalla collinetta soprastante si possono ammirare lo scoglio di Basiluzzo e Stromboli. Sopra queste coste, quasi ovunque alte e rocciose, il territorio interno appare molto accidentato, più accessibile sulla costa orientale che si presenta a gradini naturali ampi e adatti alle colture

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